martedì 19 settembre 2017

Una poesia e un romanzo, ancora...

Oggi vi presento un'altra poesia che sarà presente nella mia prossima raccolta, In quanti siamo rimasti in questo caffè, in uscita tra poche settimane.
Edita sempre da Edizioni del Faro, il mio editore fin dall'inizio della mia attività di scrittore, la raccolta di poesie racchiude gli scritti dei miei ultimi anni. 

Intanto vi invito a seguirmi nei social per avere tutte le info, vi ricordo che potete acquistare anche gli altri miei libri, contattandomi o direttamente nel sito dell'editore, che il mio romanzo L'uomo che piangeva in silenzio mi farà compagnia nelle presentazioni del 22 settembre alla Libreria Ubik di Mestre e il 30 al Centro Civico di Livergnano, sull'appennino bolognese, e visto che il 22 si avvicina, qui potete trovare altre info: facebook/evento/ubikmestre. E se non vi basta, ve lo ricorda anche il mio editore: edizionidelfaro/fornaro/mestre.

Ma come vi dissi ad inizio post, vi do in pasto questa poesia. In quanti siamo rimasti in questo caffè sta per nascere...
Ph. Deborah Bencini


CHE CAZZO AVETE DA RIDERE?

Mi dicono che rido poco,
che dovrei ridere di più.
Ma loro non sanno che
ridere con me
è come entrarmi
nell’anima,
ridere con me
è un fatto intimo,
molto intimo.

Chissà se poi
tutti quelli
che mi dicono
che dovrei ridere di più
si perdono nelle tenebre
della notte
disperati
e pazzi di dolore
per la loro esistenza
che non va
come gli avevano fatto credere che
sarebbe andata.
Perché la vita è spesso
solo una grande rottura di palle.
La caldaia rotta, il lavoro sempre
più stressante,
i falsi amici che dimostrano di
essere effettivamente
falsi amici.
Non si trova mai parcheggio,
la gente è pazza per il terrorismo
e le malattie che vengono
dall’Africa.
Le religioni sono un business,
le banche trafficano in armi
e tutti sappiamo che
per quanto bella e soddisfacente
possa essere la vita,
alla fine torneremo ad essere polvere.
Che cazzo avete tutti da ridere?
Prendete Robin Williams
ha passato la sua intera esistenza
a far ridere gli altri
e poi si è ritrovato solo
a dover sconfiggere il demone della depressione.
Nessuno di voi, abituati ad avere sempre
il sorriso stampato in faccia,
che si sia accorto della sua solitudine, eh?
Bravi tutti a ridere sempre,
un po’ come scoreggiare
ad ogni pensiero fatto.
La felicità non è ridere sempre.
La felicità, probabilmente,
non esiste.
Al massimo si può aspirare
alla serenità.

L’uomo più sereno è
quello depresso,
solitario e triste.
Amare non è essere felice,
amare è vivere.
Io vivo
e rido con chi cazzo mi pare.

Nessun commento:

Posta un commento