Vi riporto integralmente il testo della prima puntata di questa stagione di Abracadabra, la mia rubrica cultura su Radiabo Centrale Web. Dalla prossima volta, vi anticiperò qualcosa e vi inviterò ad ascoltare la trasmissione e la replica.
“Le
armi salvano vite”, scriveva Charlie Kirk. Ucciso da un giovane
ragazzo il 10 settembre scorso.E ancora: “Vale la pena
accettare qualche morto in più, se questo significa poter esercitare
il diritto di avere un’arma per difendere gli altri diritti
concessi da Dio”Uno dei punti di riferimento
della destra americana, fondatore di Turning Point USA, idolo dei
giovani ultraconservatori, sostenitore di Trump e promotore convinto
del culto delle armi.È stato ucciso da un colpo di
arma da fuoco mentre parlava con gli studenti in un campus
universitario dello Utah, durante un evento pubblico.Un colpo solo, sparato da
lontano. Letale.Un altro nome da aggiungere a
una lunga lista di vittime, in un Paese in cui le armi sono ovunque,
e la violenza è ormai parte del paesaggio.Charlie Kirk non si è
limitato a difendere il diritto alle armi. Negli anni ha costruito
una narrazione tossica, spietata, fascista, disumana.Ha detto che se sua figlia di
10 anni fosse stuprata, dovrebbe partorire il bambino.Che alcune personalità nere,
tra cui Michelle Obama, non hanno le capacità cerebrali per essere
prese sul serio” e dunque “hanno rubato il posto a un bianco”.Che i neri stavano meglio
quando erano schiavi, prima degli anni ’40, perché “commettevano
meno crimini”.Che la legge perfetta di Dio
dice che le persone gay “andrebbero lapidate a morte”.Che i bambini dovrebbero
assistere alle esecuzioni pubbliche.Che i palestinesi non stanno
soffrendo la fame.Tutti dogmi ideologici
ripetuti per anni nei talk show, nei podcast, nei comizi, nei campus,
nelle dirette online seguite da milioni di persone.Parole che non “scaldano il
dibattito”: avvelenano il terreno, creano bersagli, disumanizzano.E quando diffondi odio, e vai
in giro per il Paese promuovendolo come se fosse un’opinione
legittima, c’è il rischio che qualcuno raccolga quel veleno.E quando una società cede
all’odio, alla semplificazione, alla violenza come strumento di
affermazione, prima o poi colpisce tutti. Anche chi pensava di essere
al sicuro.Ha passato i suoi anni a
difendere – e a glorificare – un modello di società armata,
polarizzata, spinta allo scontro, in cui il conflitto è presentato
come virtù e le armi come garanzia di libertà.E in quel modello, il diritto
di un diciottenne ad acquistare un fucile d’assalto vale più della
sicurezza di una scuola.La possibilità di difendersi
viene usata per giustificare l’espansione incontrollata del mercato
delle armi, anche quando è evidente che non difende nessuno, e anzi,
produce morte, paura, instabilità.Negli Stati Uniti, oggi, ci
sono più armi che esseri umani. Ne ho già parlato in questa radio
negli anni passati.Le stime più prudenti parlano
di 392 milioni di armi da fuoco in circolazione tra i civili.È un numero che fa tremare,
se si considera che la popolazione americana si aggira intorno ai 341
milioni di abitanti.Solo nel 2024, oltre 45.000
persone sono morte per colpi di arma da fuoco: suicidi, omicidi,
incidenti domestici, sparatorie di massa. Una strage quotidiana,
silenziosa, che colpisce tutti.Un numero spaventoso, che
racconta di un’epidemia sociale che nessuno vuole davvero curare.
Perché chi prova a parlare di regolamentazione viene accusato di
voler togliere “la libertà”. Perché il diritto alle armi è
diventato un totem, un dogma intoccabile, più sacro della vita
stessa.Charlie Kirk è stato ucciso
in un Paese che ha reso le armi da fuoco più accessibili di un
farmaco contro la depressione.In un Paese che consente
sostanzialmente a chiunque di imbracciare un fucile e puntarlo contro
un palco, un gruppo di studenti, o un politico che parla. È il
fallimento di una società che ha scelto la paura come compagna
quotidiana.Ovviamente, non sto
giustificando la sua morte.
Quando
il governatore dello Utah Spencer Cox ha
dovuto leggere davanti
a migliaia di persone collegate da tutto il mondo le frasi incise sui
proiettili utilizzati dal presunto assassino dell’attivista di
destra Charlie Kirk è sembrato a molti un momento assai bizzarro.
«Hey fascista! Prendi questo!», ha continuato, pronunciando una
frase che, è emerso rapidamente, proviene da un videogioco, e che
era accompagnata da una serie di simboli di frecce che corrispondono
a una combinazione di tasti per scagliare un attacco particolarmente
potente contro il nemico. Ha poi proseguito: «Oh
bella ciao,
bella ciao», come la celebre canzone della Resistenza italiana che
negli ultimi anni è stata usata anche in varie serie tv e
videogiochi. Poi altre frasi.La
stranezza stava nel fatto che un governatore statunitense, in un
momento di grande tensione e serietà, e parlando di un omicidio su
cui c’era l’attenzione di mezzo mondo, ha letto frasi
incomprensibili tipiche del gergo dei forum e dei videogiochi
frequentati da adolescenti e ventenni. Ma quelle scritte sono uno dei
pochi dettagli sulle indagini che sono stati finora condivisi con il
pubblico. E proprio per questo giornalisti, commentatori ed esperti
di cultura di internet hanno provato in tutti i modi a interpretarle
e a trovarci un senso, principalmente per provare a stabilire quale
fosse l’orientamento politico di Tyler Robinson, il 22enne
sospettato, poi lo ha ammesso lui, di avere ammazzato Kirk con un
colpo di fucile di precisione.Ma
il punto, come hanno scritto in diversi, è che questo esercizio
potrebbe essere inutile, per come funzionano i riferimenti politici
dei giovani americani che, come Robinson, passano moltissimo tempo
online.Da
anni, infatti, stanno aumentando gli omicidi e le sparatorie di massa
perpetrate da persone molto giovani che hanno delle posizioni
apparentemente incoerenti o incomprensibili. Spesso si tratta di
persone che hanno passato tantissimo tempo all’interno di comunità
online che non ragionano in base a uno spettro politico che va da
“sinistra” a “destra”, ma soltanto in base a una
contrapposizione tra ordine costituito e caos. In questo contesto,
loro hanno deciso di stare dalla parte del caos.Spesso,
chi si radicalizza in questa direzione lo fa passando molto tempo
all’interno di specifici angoli di piattaforme come, ad esempio,
Reddit, Telegram e X.Ryan
Broderick, giornalista esperto di sottoculture digitali, ha
detto che
a suo avviso l’omicidio sembra essere stato «pensato palesemente
in modo da essere discusso quanto più possibile sui social network».
Kirk è stato ucciso mentre era circondato da migliaia di persone a
un evento universitario, e il momento dello sparo è stato ripreso da
varie angolazioni e condiviso immediatamente online. Il dettaglio
delle scritte incise sui proiettili, apparentemente contraddittorie,
ha contribuito a far parlare per giorni della sparatoria.Allo
stesso modo, l’omicidio di Kirk «sembra disegnato appositamente
per essere più distruttivo e incomprensibile possibile», ed è
stato «ammantato da talmente tanti strati di ironia che nessuno può
dire di capire davvero le motivazioni del gesto», dice Walker. Ha
funzionato. Alcuni – tra politici, giornalisti e forze dell’ordine
– hanno per esempio provato a interpretare nel modo più letterale
possibile le scritte sui proiettili, e sono quindi convinti del fatto
che Robinson si consideri antifascista e di sinistra: è una
posizione che molti nell’amministrazione Trump hanno
mostrato di condividere,
per
esempio.Come
sappiamo, il papà di Robinson è un ex polizziotto e pure mormone.Altre
analisi hanno
ipotizzato che Robinson possa essersi radicalizzato online assumendo
delle posizioni di destra talmente estrema da considerare Kirk troppo
moderato e, quindi, un nemico della causa. Non sarebbe una cosa
implausibile, anche se gli elementi per ricondurre Robinson a questo
gruppo sono ancora molto deboli.Negli
Stati Uniti un numero crescente di persone si riconosce nei
“groyper”, una comunità di utenti di destra particolarmente
estrema che si riunisce attorno all’attivista
Nick Fuentes.
I groyper prendono il loro nome dal meme
di una rana simile
alla famosa Pepe
the Frog –
ma dall’aspetto più paffuto e calcolatore – e sono
particolarmente attivi online. Oltre a diffondere contenuti legati
al suprematismo
bianco e
all’odio per le donne e per le minoranze, sono particolarmente noti
perché, come Fuentes, spesso se la prendono con esponenti del
Partito Repubblicano o attivisti di destra che, a loro avviso, non
sono abbastanza radicali e reazionari.Charlie
Kirk era da anni uno dei loro principali bersagli, perché rispetto a
Fuentes cercava di posizionarsi come una persona moderata e
ragionevole, nonostante volesse l’abolizione dell’aborto e del
matrimonio omosessuale e avesse
detto che,
a suo avviso, promulgare le leggi che negli anni Sessanta avevano
formalmente messo fine alla segregazione razziale nel paese era stato
un errore. È successo spesso che piccoli gruppi di
groyper si presentassero ai suoi eventi per fargli domande
provocatorie, nel tentativo di spingere Kirk a esprimere
pubblicamente posizioni di destra sempre più estrema. Vari
groyper hanno
anche preso parte all’assalto
al Congresso statunitense del 6 gennaio 2021.Bisogna
riconoscere a Kirk che nei suoi comizi era molto democratico,
permetteva a tutti di intervenire.Al
momento non ci sono vere prove che dimostrino che Robinson fosse un
groyper. Chi lo sostiene lo fa principalmente perché si sa che
Robinson è stato cresciuto in una famiglia molto religiosa e
conservatrice, in cui tutti dicono di votare per i Repubblicani,Non
è affatto detto, infatti, che chi si comporta “da troll” sia
automaticamente di estrema destra: negli Stati Uniti ci sono anche
molte persone che hanno introiettato questi comportamenti ma che si
considerano apolitiche, centriste, e più raramente di sinistra o di
sinistra radicale. O che vogliono, appunto, soltanto generare
confusione e rabbia, perché pensano che ottenere una reazione forte
da un’altra persona equivalga a una vittoria, come se si fosse in
un videogioco.È
probabile che nelle prossime settimane emergeranno nuovi dettagli
dalle indagini, ed è possibile che venga stabilito che Robinson
abbia in realtà un orientamento politico riconducibile alla destra o
alla sinistra. Ma potrebbe anche non essere così – d’altronde ha
solo 22 anni – e in entrambi i casi il contesto più ampio in cui
si è formato, quello delle comunità online in cui si radicalizzano
molti giovani americani, esiste trasversalmente alle ideologie.
Ideologie che, peraltro, sarebbe un errore immaginarsi come
particolarmente definite e solide, e che hanno poco a che fare con i
modelli novecenteschi a cui le riconduciamo per abitudine,
specialmente in un contesto di scarsa cultura politica come quello
statunitense.Nel
momento in cui registro questa puntata, siamo a una settimana per
terminare settembre, le notizie che si sanno sono queste.
Vediamo
come si evolverà la situazione, intanto...
Il prossimo appuntamento con Abracadabra è il 20 ottobre alle 19.30, replica il 21 alle 14.30.
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