mercoledì 28 agosto 2019

A proposito...

Di Chernobyl e della mostra che ho visto la scorsa fine settimana, questo è un racconto (solo una parte, eh!) che andrà nel libro in uscita in primavera. A proposito, non dimenticatevi che nei prossimi giorni vi parlerò ancora della mia raccolta di poesie in uscita a novembre... 😉
Il titolo è La vita al tempo del comunismo.

Questa storia si svolge a Savannah, Georgia. Protagonisti sono dei ragazzi di 16 anni di una High School e la loro insegnate, Miss Butterfly. Anche se sarebbe più corretto dire che, la vera protagonista è la verità e come questa venga, a seconda delle necessità, falsata. Magari a volte la verità non la si vuole conoscere, non interessa. L’ignoranza ha sempre fatto paura e spesso è portatrice di sventura. Di morte.
- Bene, Murdoch. Mi vuoi parlare del disastro di Chernobyl, ovvero il risultato di un test di sicurezza andato nel peggiore dei modi possibili. Per chi non si ricordasse dove e quando è avvenuto questo disastro, Chernobyl era in Unione Sovietica, attualmente lo Stato dove si trova si chiama Ucraina. La centrale dista un paio di ore d’auto dalla capitale Kiev. Questa storia terribile ha inizio nella notte dal 25 al 26 aprile 1986.
- Possiamo affermare senza rischio di smentita che il disastro nucleare di cui stiamo parlando è il più grave incidente nucleare mai avvenuto. Riassumendo velocemente, le responsabilità vanno ricercate nelle decisioni sciagurate degli ingegneri e in alcuni gravi errori di progettazione della centrale. Questi due elementi hanno portate alla catastrofe. Come ha detto lei, durante la notte dal 25 al 26 aprile, gli operatori della centrale di Chernobyl iniziarono a ridurre la potenza del reattore numero 4 per eseguire a un test di sicurezza. L’obiettivo degli ingegneri  era capire se, nel caso in cui la potenza del reattore diminuisse in maniera importante, le turbine dell’impianto fossero in grado di produrre elettricità sufficiente a mantenere attive le pompe di raffreddamento per il breve tempo necessario affinché i generatori di emergenza rientrassero in funzione...

domenica 25 agosto 2019

Una mostra da vedere

Ieri sono stato a Rovigo all' ex Ospedale Psichiatricoa vedere la mostra su Chernobyl. Questo il link con tutte le info, anche sull'associazione che ha organizzato la mostra, ragazzi molto preparati e con una grande passione, I luoghi dell'abbandono
Una mostra da assolutamente da vedere. Il percorso è bellissimo, la location si presta molto bene e il clima creato a contestualizzato, con tantissimi reperti sovietici, video e foto che spiegano l'accaduto. Per chi si presenta ignorante in materia, nel giro di un paio di ore ne uscirà molto preparato. Per chi, come me, si presenta già competente in materia, potrà approfondire ulteriormente alcuni aspetti della tragedia capitata, come ad esempio curiosità sui sotterranei dell'ospedale di Pripyat e la base militare segreta Duga. Impressionante l'ultima stanza, vietata ai minori di 18 anni, parla delle conseguenze del disastro nucleare sugli esseri umani e animali.
Di più preferisco non dirvi, se non un ultimo consiglio, è una mostra da vivere con i sentimenti, non pensate agli oggetti, agli abiti, ai giochi dei bambini, pensate a ciò che rappresentano.

Foto: Mauro Fornaro

domenica 18 agosto 2019

Tu non bevi caffè

Buongiorno.
Oltre al prossimo libro di racconti, Profili pericolosi, sto lavorando anche ad una raccolta di poesie, Veramente pensate di capire i poeti. Questa è una delle poesie che ho scritto questa estate che, con ogni probabilità, finirà nella raccolta.
Il titolo della poesia è lo stesso del post.


Adesso
è ora, qui
in questo momento.
L’estate volge
al termine
senza troppe pretese,
sembra la storia di noi due.
E penso a quello che siamo stati.

Tu non ci sei più,
ma io vivo lo stesso.
Senza troppo rincoglionirmi o disperarmi.
O meglio, è quello che sto provando a fare.
Tu mi sei dentro,
lo sai benissimo.
Ne sei certa.
Hai ragione, come sempre,
o quasi.
Le iene dei ricordi
banchettano sul cadavere
dei miei sentimenti.
Ormai sono un uomo morto,
mi manca l’aria e non riesco a respirare.
Le iene strappano la carne,
un pezzo alla volta,
inesorabilmente.
Il sangue scorre
lontano da me.

Mi dicono di andare avanti,
di non pensarci.
Sembra facile a dirsi
e in effetti
lo è.

La vita è fatta da
chi sta da una parte
della barricata
e da chi sta dall’altra.
Io sono dalla parte
sbagliata.
Ammesso che
soffrire sia sbagliato.
Mentre tu sei dalla parte
di chi pensa
dove buttare il
mio caffè
che hai ancora a casa
e che tu non bevi.

Ph. Debora Bencini

venerdì 16 agosto 2019

Cambiamo tutti, pure loro...

Mi è sempre stata simpatica questa comunità che, volente o non volente, è "costretta" a cambiare anche lei. L'articolo completo lo trovate qui: ilpost.it/mormoni.

I mormoni vogliono abbandonare la parola “mormoni”, preferendo il nome "membri della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni". Motivo? perché Dio lo ha ordinato al loro profeta e presidente,Russell M. Nelson.
Come si legge nell'articolo, Nell’agosto 2018 il presidente della chiesa mormone, Russell M. Nelson - nella foto -, annunciò durante la conferenza generale a Salt Lake City che da quel momento i mormoni avrebbero smesso di usare la parola “mormoni”: non l’avrebbero più usata per riferirsi a loro stessi, ma nemmeno per riferirsi alla loro fede e alla loro chiesa. Avrebbero cominciato invece a usare il nome ufficiale della chiesa, “Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni”, e si sarebbero riferiti a loro stessi come “membri della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni”. Dopo quasi 200 anni di storia della principale chiesa mormone al mondo, quello annunciato da Nelson era un cambiamento enorme e non facile: ma i presidenti della chiesa mormone sono considerati dei profeti e la loro volontà è la volontà di Dio... Da quando la chiesa era stata fondata nel 1830, l’anno in cui il primo profeta Joseph Smith aveva pubblicato il Libro di Mormon, i suoi seguaci avevano adottato informalmente il nomignolo di “mormoni”, diventato poi il modo con cui sono conosciuti in tutto il mondo. Il mormonismo è un movimento che comprende diverse chiese, nate da successive scissioni, ma con 16 milioni di membri la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (o LDS, per brevità) è di gran lunga la più grande e influente e quella a cui ci si riferisce comunemente come “chiesa mormone”. Il nomignolo era talmente diffuso, che la chiesa stessa lo aveva adottato nelle sue comunicazioni ufficiali... Joseph Smith aveva raccontato di aver copiato il “libro di Mormon” – che i mormoni considerato un testo sacro, insieme alla Bibbia – da tavole d’oro su cui era stato originariamente scritto da Mormon, un profeta che nel libro stesso racconta di essere stato visitato da Gesù Cristo quando aveva 15 anni e di aver ricevuto l’ordine di “restaurare” la chiesa (sempre secondo la cronologia del libro, Mormon era vissuto nelle Americhe nel IV secolo dopo Cristo). Smith, morto nel 1844, aveva poi chiarito che la sua chiesa avrebbe dovuto rimanere aperta a nuove rivelazioni, ma che solo i suoi principali rappresentanti potevano essere considerati profeti e parlare in nome di Dio.
La moglie dell’attuale presidente della chiesa ha poi raccontato il momento in cui suo marito aveva ricevuto la rivelazione divina sulla necessità di abbandonare il nome “mormoni”. Era successo di notte, come spesso accade per Nelson: si era svegliato e cercando il taccuino su cui annota le rivelazioni le aveva detto “Ok cara, sta succedendo”...
Russell M. Nelson, che ha 94 anni ed è presidente della Chiesa dal 2018, ha spesso parlato apertamente della rivelazioni che dice di aver ricevuto, e rispetto ai suoi predecessori dice di averne ricevute parecchie. Questa, però, era di gran lunga la più significativa: quella che avrebbe richiesto i più grossi cambiamenti. Adattandosi alle nuove regole, la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni ha cominciato con il cambiare tutte le sue comunicazioni ufficiali, abbandonando i suoi vecchi siti internet con la parola “mormone” nella url, così come gli account Instagram e Twitter. Ora, il sito ufficiale della chiesa è ChurchofJesusChrist.org, mentre il suo account su Twitter è diventato “The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints”.
Cambiare nome non è stato invece semplice per il famoso Mormon Tabernacle Choir, il coro ufficiale della chiesa mormone, che ha registrato decine di dischi e ha fatto concerti in tutto il mondo. Il New York Times ha raccontato che c’erano problemi pratici legati alla fama del vecchio nome, ma anche problemi tecnici legati ai diritti per le centinaia di canzoni registrate come “Mormon Tabernacle Choir”. Alla fine, dopo molte discussioni, il coro è diventato il Tabernacle Choir at Temple Square, dal nome dell’enorme complesso religioso mormone a Salt Lake City, la città dello Utah sede della chiesa. Non è stato facile adattarsi nemmeno per la casa editrice mormona Deseret Book, che ha dovuto cambiare in corsa i titoli di diverse pubblicazioni, cercando di trovare un compromesso tra le nuove regole decise da Nelson e il marketing...
Nelson ha spiegato che il cambio di nome non aveva a che fare con ragioni commerciali o comunicative, e che più che un ripensamento sarebbe stato una “correzione” dei costumi della Chiesa, dovuta semplicemente alla rivelazione ricevuta. Da tempo però tra i mormoni si discute delle difficoltà che si hanno nello spiegare che la chiesa mormone riconosce la figura di Gesù Cristo e a essere considerati parte del mondo cristiano. Il cambio di nome, che mette al centro proprio le parole “Gesù Cristo” sembra quindi andare in quella direzione...
Se all’interno delle strutture ufficiali della Chiesa l’abbandono del nome è stato bene o male adottato, tra i fedeli ci sono state alcune resistenze e un po’ di insoddisfazione. Per molti essere “mormoni” faceva parte della loro identità: dover abbandonare quella parola da un giorno all’altro è sembrato brusco e ingiustificato...

A proposito di mormoni, se volete leggere un racconto che parla di una malattia particolare ma tipica delle comunità chiuse come quella dei mormoni, vi consiglio questo mio libro: Racconti americani.
Fonte: web

martedì 13 agosto 2019

La presa per il culo cosmica

Poesia di Charles Bukowski, un genio del novecento. Già il titolo - lo stesso del post - basterebbe a spiegare tutto. Tant'è, questa è la poesia.


gli uomini e le donne alla fine si mollano.
gli uomini e le donne 
volutamente abbandonano le 
persone che amano nei manicomi 
sotto sedativi o 
elettroshock 
fino a che non muoiono.

i gatti ammazzano i gatti 
alle 3 del mattino
sbranando via le zampe 
anteriori e squarciando la 
gola
lasciando pellicce irrigidite 
e forme immobili
per un qualsiasi raccoglitore di 
immondizia e vita 
che se n’è andata.

tanti vorrebbero essere buoni 
e comprensivi
tanti vorrebbero comportarsi da colti 
e consapevoli
tanti usano la parola 
amore 
come se parlassero sul 
serio.

e troppi ci credono 
quando la 
sentono.

le nostre possibilità sono annullate 
proprio dal desiderio di 
essere buoni.

c’è bisogno delle tasse 
per poter sfamare e 
vestire e divertire
tutti quelli 
nei manicomi 
e altrove
che hanno creduto nell’amore 
quando in realtà non 
c’era quasi 
niente.

Fonte: web

giovedì 8 agosto 2019

Quello che penso di voi.

Lo so dovrei finire il libro di racconti ma questa estate va così, ho ripreso a scrivere poesie. Quando qualcosa non va, mi rifugio nel mio primo amore.
Questa poesia l'ho scritta la scorsa settimana. il titolo è lo stesso del post.



Avete le serate
piene di nulla.
Entità materiali,
la vostra spiritualità
è uguale al vostro silenzio,
non c’è.

Bisogna bere birra,
tanta birra
per riuscire a sopportarvi.

Non vi voglio male,
semplicemente non vi capisco.
Vi rende uguali a me
il suffragio universale,
e la morte.
Che arriverà,
arriverà per tutti
pure per me.
E da quel giorno la mia
ansia
mi darà tregua.

Ph. Daniela Martin

venerdì 2 agosto 2019

Cos'è un poeta?

Questa è una poesia, frutto dei miei ultimi mesi. Un poeta non è niente altro che questo.

Il poeta è un demone la notte di Natale

Le notti dei poeti non dovrebbero avere soffitti.
I cuori,
di questi uomini illusi,
continuano ad innamorarsi.

Nessuno protegge i poeti,
l’amore soffoca.
Il dolore è l'ossigeno dei poeti.

Ph. Paola Accordini

giovedì 1 agosto 2019

Una canzone per Bobby Long

Vi consiglio un libro, uno solo perché in questi mesi sto facendo fatica a leggere. Il titolo è Una canzone per Bobby Long, di R.E. Capps. La storia di due amici, due uomini ormai di mezza età, con un bellissimo passato remoto alle spalle e con una esistenza di stenti e incoerenze quotidiane. Due derelitti, due balordi, che però trovano le forze e la voglia di vivere dall'incontro con una persona... ambientato a New Orleans, dove la musica e altri personaggi eccentrici rendono la storia una incredibile storia dolce e assurda.

Fonte: web