giovedì 30 giugno 2011

La metà di nulla è sempre una metà o è il tutto?

Siamo il 30 di giugno e quindi spacchiamo perfettamente l'anno a metà. La cuspide è servita. E' bello pensare che oggi si possano tirare le somme dopo i primi sei mesi dell'anno. Cosa che in realtà penso non faccia nessuno, io per primo. Siamo troppo presi dal correre appresso al prossimi obiettivi, o alle prossime delusioni, per fermarci un po' e pensare. 
Oggi, su radio24 ascoltavo Matteo Caccia. Parlava di solitudine e cambiamenti e, non so perchè, mi è venuta una considerazione semplice e strana. Almeno per un tipo come me. Il mio pensiero è stato questo, una alternativa valida al fermarsi e ragionare, potrebbe essere sorridere. Sorridere un po' di più e magari senza una vera motivazione. Giusto così, solo per il fatto di esserci e poterlo dire con un sorriso. Bah, penso che sto proprio diventando vecchio e le mie riflessioni si fanno più vicine a quelle di un bambino, o comunque di un essere indifeso, che a quelle di un 35enne incazzato col mondo. La vecchiaia e l'età infantile accomunate da questi pensieri puerili, un cerchio che si chiude perfettamente.
Andrà bene così, tutto sommato a metà di questo post non sapevo come sarebbe andato a finire.
 

sabato 25 giugno 2011

Repetita iuvant

Oggi giornata campale, tra gruppi in partenza e gruppi in arrivo. Adulti sciocchi, che provano a far finta di non esserlo e adulti scemi, convinti che il loro atteggiamento sia la maniera migliore per dimostrare di essere intelligenti. Invece, dimostrano proprio quello che sono, scemi e superficiali. La mole di lavoro di oggi mi ha ripetutamente devastato, sono stanchissimo e senza forze. Stasera non riuscirei a scrivere un verso degno neanche se gli Dei mi proteggessero tutti assieme. Ma la voglia di dirlo e scriverlo mi fa capire che la scrittura è la mia anima. Non posso non pensare di esistere senza poter scrivere della mia vita. Come per lo chef o il chitarrista, e per tutti quelli che non possono vivere senza qualcosa, la necessita di scrivere mi fa scrivere anche quando devo dire che non mi viene da scrivere nulla. A costo di ripetermi!

martedì 21 giugno 2011

Casus belli

Ci sono persone che non vogliono capirmi, perchè evidentemente gli conviene così. Altre, non riescono proprio a capirmi. Altre ancora, mi fanno apertamente la guerra. Evidentemente, ogni loro comportamento è studiato e pianificato per sfruttare la mia presenza a loro personalissimo tornaconto.  Tutte posizioni di comodo.
Come sono posizioni di comodo quelle dei partiti di "centro-sinistra" sul nucleare, sulla legge elettorale, sulla vera leadership e chi più ne ha più ne metta. Non ha tanto senso perdere tempo su queste disquisizioni. Ha ragione Grillo, certe facce da culo dovrebbero starsene a casa.

giovedì 16 giugno 2011

La cultura dello sport

Spero tanto che i miei corsisti di questi mesi avranno in futuro la stessa voglia di mettersi in gioco, e soprattutto di progredire e acculturarsi, come in questa prima parte di corso. Spero non faranno la fine dei politici "arrivati", che pensano solo a gestire il culo in una o più sedie. Certo, questo è un problema culturalnazionale, ma noi educatori non possiamo redimerci dalle colpe che abbiamo o che condividiamo con altri.
Si può essere ottimi istruttori o allenatori senza fare carriera in chissà quale società. Come si può essere degli emeriti cretini pur lavorando in squadre famose. Il nocciolo del discorso è che se il mondo dello sport fosse visto in maniera diversa da tutti, i genitori dei minori che frequentano le palestre, le piscine, i campi da calci, e in generale tutti i luoghi dove si fa sport, pretenderebbero un pò più serietà da parte nostra. E per serietà intendo, preparazione, disponiblità, programmazione e tutto quello che aiuta veramente il minore a crescere. La colpa sulla situazione difficile dello sport in Italia è culturale. Non solo degli sponsor o dei presidenti, che non investono più come una volta. Sì, è lo stesso discorso della scuola. Noi italiani dovremmo pretendere il massimo dalla scuola, e dallo sport, solo così i nostri politici si sentirebbero "obbligati" a curare la cultura, e lo sport è cultura.

lunedì 13 giugno 2011

La serenità dopo la vittoria doppio malto

Ogni cosa che portiamo al termine con successo ci vede oltre che vittoriosi, anche sereni. Come sempre, sul carro salgono in molti. Anche quelli che non lo meritano. Anche quelli che hanno comunque un piede a terra, perchè "non si sa mai che abbia scelto il carro sbagliato". Francamente non me la sento di salire sul carro dei vincitori. Rimango sulla mia carriola, carica di me. Il PD ora urla e chiede le dimissioni. Gli altri partiti gli corrono appresso, affannosi e affannati per la pole position delle alleanze. Sarebbe meglio vedere queste ultime chiamate alle urne come un "Addio" al nostro primo Ministro e non certo come l'investitura dei partiti di opposizione verso un futuro da maggioranza parlamentare. Le vere campagne elettorali le hanno fatte i giovani e i militanti nei social network; nelle piazze, con le mille manifestazioni di questi anni. I partiti, quelli classici almeno, hanno fatto ben poco. E fino a poche settimane fa neanche sapevano se ieri e oggi sarebbero stati al mare a giocare a bocce con Gasparri e Calderoli o ai seggi per votare contro non si sa bene cosa, ma siccome le vuole Silvio, allora non va bene. Sono di ritorno da una cena di lavoro. Non particolarmente esaltante ma serena. Come quando vinci una partita, o una campagna elettorale, sei stanco ma soddisfatto. E la serenità d'avere fatto un ottimo lavoro ti dà lo stesso gusto di una rossa doppio malto.

domenica 12 giugno 2011

La paura fa … 12 e 13 giugno

La paura di non farcela, o anche la paura di farcela, è molte volte più vera dell’amore.
Spesso e volentieri non abbiamo paura di niente se non del timore d’avere paura ma, in questi giorni, molto hanno veramente paura. La paura di essere ancora una volta bocciati della volontà popolare. Oppure, la paura che la vittoria di due settimane fa sia stata solo un fuoco di paglia. O ancora, la paura di molti genitori nel dover a tutti i costi dimostrare di essere all’altezza di questo mondo. Prendendo semplicemente in giro se stessi, troppo deboli e impreparati, e i figli, innamorati del futuro ma privi di occhi lucidi e mente sgombera dai sentimenti per capire come vengono trattati dagli adulti. E così, il mondo è pieno di procuratori e non solo della Repubblica. Procuratori dei diritti umani, ma in realtà faccendieri privi di vero rispetto per i diritti stessi, procuratori di fede, procuratori di soldi e procuratori dei propri figli. Veri saccenti del mondo dello sport, ma perché no, anche dello spettacolo e dell’arte in generale. Si muovono solo per il bene dei loro figli ma pensando a cosa dirà il mondo dopo il loro, e forse quello dei figli, successo. Il mondo non dirà nulla, non ha mai parlato. Tanto meno agli idioti.