martedì 30 ottobre 2018

Giorni di paura

In questi giorni in cui si ricordano i defunti ma si festeggia anche Halloween, vorrei consigliarvi due autori, che in realtà non hanno assolutamente bisogno della mia sponsorizzazione: Poe e Lovecraft. Due padri della letteratura dell'orrore, ma è assolutamente limitativo definirli solo così, E.A. Poe lega la sua letteratura alle paure strettamente connesse all'uomo e alle sue paure consce, mentre H.P. Lovecraft lega il suo "terrore" all'ambiente in cui vive l'uomo, dove vi sono bestie abominevoli e mostri che infestano il pianeta.
Ah, dimenticavo: mi viene in mente che pure Twain e Bukowski hanno scritto racconti dell'orrore. Altri? Ci penso. Intanto vi consiglio questi due libri, giusto per fare un primo incontro con le star...

Fonte: web

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venerdì 26 ottobre 2018

A Bologna con Bruce

Questo post volevo farlo qualche giorno fa, ma sono ancora in tempo per invitarvi a Bologna a vedere una mostra fotografica su Bruce Springsteen. Riporto parte di un articolo che completo lo potete leggere qui: ilrestodelcarlino.it/brucespringsteen.
I primi anni della carriera di Bruce Springsteen immortalati da Frank Stefanko: si terrà alla galleria Ono Arte di via Santa Margherita, a Bologna, la mostra fotografica 'Bruce Springsteen. Further Up the road. The phot, visitabile gratuitamnete  dal 18 ottobre al 18 novembre. Stefanko e Springsteen si sono conosciuti grazie a Patti Smith, che aveva lavorato assieme al Boss su “Because the Night” ed era amica di Stefanko sin dai tempi del college, quando il fotografo la usava già come uno dei suoi soggetti. Sin da subito i due hanno creato un saldo rapporto di collaborazione che sarebbe durato negli anni. I due, entrambi del New Jersey e figli di madre italiana, condividevano il medesimo background culturale. Lo shooting si svolse in un’unica fredda giornata invernale a Haddonfield, dove Stefanko lavorò con il solo aiuto di una luce sostenuta dal figlio teenager dei vicini. Anche le location del servizio erano molto domestiche: la camera da letto del fotografo stesso con una vistosa carta da parati floreale, le strade della periferia ancora innevate, i gradini delle case popolari. Nella sua autobiografia Springsteen ricorda: “Le fotografie di Frank erano crude. Il suo talento è quello di spogliarti della tua celebrità, del tuo artificio e arrivare a te. Le sue foto erano ricche di semplicità e poesia di strada. Erano incantevoli e vere, ma non erano perfette. Frank cercava la tua vera essenza e naturalmente ha intuito i conflitti con i quali stavo venendo a patti. Le sue foto hanno catturato le persone di cui stavo scrivendo nelle mie canzoni e mi hanno mostrato quella parte di me che era ancora come loro. Avevamo altre opzioni per la copertina dell’album, ma non avevano la stessa 'fame' delle foto di Frank.” La mostra ... composta da 30 opere, è realizzata in collaborazione con Wall of Sound Gallery ed è accompagnata dall’omonima pubblicazione... 
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Mi ricordano un libro: Furore

Leggendo le "gesta" di questi disperati, mi torna in mente un libro: Furore, di Steinbeck. Persone povere e senza un futuro che cercano un po' di speranza, quindi di vita, dove si sta meglio. Ovvio che, il vecchio Donald non l'abbia presa bene e, come sempre fa in questi casi, pensa che il problema sia anche la causa scatenante, sbagliando. 
L'articolo completo lo trovate qui: ilpost.it/honduras.

La carovana di migranti... è arrivata martedì sera nella città di Huixtla, nel sud del Messico. In un giorno, i circa 7.000 migranti che la compongono avevano percorso altri 40 chilometri verso nord, dopo averne percorsi quasi 800 dalla città honduregna di San Pedro Sula, dove il 12 ottobre era iniziato il loro viaggio. Restano però ancora lontanissimi dagli Stati Uniti, con praticamente tutto il Messico da attraversare.
La sera dell’11 ottobre, decine di persone avevano cominciato a radunarsi al terminal dei bus di San Pedro Pula, non sapendo esattamente cosa si sarebbero trovati davanti e cosa avrebbero dovuto affrontare. Pochi mesi prima, a marzo, una carovana di migranti che era riuscita ad arrivare fino alla California aveva ottenuto grandissime attenzioni dai media: molte delle persone che si erano ritrovate al terminal di San Pedro Pula sapevano solo che volevano provarci anche loro. I primi che arrivarono trovarono poche decine di persone, qualche ora dopo erano già in centinaia e al momento della partenza la carovana era formata da più di 2.000 persone. Era probabilmente già la più grande di sempre, e da allora ha continuato a crescere.
Arrivare illegalmente negli Stati Uniti dall’Honduras può costare normalmente anche più di 10.000 dollari. Bisogna pagare un trafficante che organizzi i viaggi e si occupi di attraversare i confini col Guatemala, il Messico e il Texas o la California. C’è anche chi viaggia da solo, esponendosi al rischio di essere derubato, rapito o violentato. Negli ultimi anni sono diventate quindi sempre più frequenti carovane di centinaia di persone che si mettono in marcia insieme e a piedi provano ad attraversare i più di 2.500 chilometri che li separano dal confine degli Stati Uniti: costa meno che affidarsi a un trafficante ed è più sicuro che viaggiare da soli. Un migrante da solo si può incarcerare o respingere o minacciare o uccidere con molta più facilità di migliaia di migranti tutti insieme.
Come nascano queste carovane non è chiarissimo. C’è chi le racconta come totalmente spontanee, chi come organizzate da gruppi di attivisti o associazioni di qualunque tipo per mettere in imbarazzo il governo dell’Honduras. La verità è probabilmente un insieme di queste cose: volontà di emigrare negli Stati Uniti, organizzazione di piccoli gruppi e forme di attivismo. «Tutti vogliono sapere chi è il colpevole, chi c’è dietro tutto questo», ha detto ai giornali Irineo Mujica, direttore di una ong che si occupa di migranti, «ma nessuno ha la forza per organizzare così tante persone. Nessuno può organizzare un esodo».
La carovana partita il 12 ottobre era stata pubblicizzata anche con un volantino che girava su Facebook e dava appuntamento a tutti alle 8 di mattina al terminal dei bus per iniziare la “Caminata del migrante”. Il volantino era stato postato dall’attivista ed ex parlamentare honduregno Bartolo Fuentes, che il governo dell’Honduras considera il principale responsabile per la partenza della carovana. ... Già da settembre, ha raccontato, giravano su WhatsApp decine di messaggi per fare la stessa cosa. Nei giorni prima della partenza, la carovana era stata inoltre raccontata da giornali e televisioni e messaggi di vario tipo giravano ormai su tutti i social network. A quel punto, dire se ci fosse o meno un qualche tipo di organizzazione dietro la marcia era impossibile, e forse ormai irrilevante.
... Normalmente le carovane che partono dall’Honduras diventano più esigue man mano che il viaggio prosegue – qualcuno si stanca, qualcuno si ferma in Messico – ma in questo caso finora le cose sono andate in modo opposto. Più di 5.000 persone si sono aggiunte alla carovana da quando è partita dal terminal dei bus di San Pedro Pula: ma non bisogna pensare a un singolo enorme gruppo di persone che viaggia insieme, perché ormai la carovana si è spezzata in gruppi più piccoli di qualche centinaio di persone che viaggiano a qualche ora – o giorno – di distanza tra loro.
Le frecce rosse indicano il viaggio dei migranti dall’Honduras attraverso il Guatemala, da est a ovest, per evitare le zone più impervie e pericolose. Ciudad Hidalgo, dove i migranti hanno provato ad entrare in Messico, si trova nel punto più occidentale del confine tra Messico e Guatemala.
La carovana per ora è riuscita ad attraversare tutto il Guatemala, da sud a nord e da est a ovest, per raggiungere il confine del Messico a Ciudad Hidalgo. Lì ci sono stati i primi veri problemi, ma nonostante i tentativi di fermarli da parte della polizia di frontiera messicana, quasi tutti i migranti sono riusciti ad entrare in Messico. Da dove sono ora, a Huixtla, mancano ancora più di 1.800 chilometri al primo posto utile per provare ad entrare negli Stati Uniti: ma il viaggio potrebbe diventare molto più lungo se i migranti volessero provare a raggiungere la California, in cui entrare potrebbe essere più facile che in Texas o in Arizona. Lungo il percorso ricevono aiuto dalle autorità e dalle persone, comprano acqua e cibo dove possono, marciano occupando intere carreggiate su strade e autostrade. Quando si fermano, allestiscono campi improvvisati in parchi o aiuole dove si fermano per la notte o per qualche ora.
Il presidente statunitense Donald Trump ha accusato la carovana di essere un pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti, perché tra i migranti – ha detto – ci sarebbero anche potenziali terroristi mediorientali. ...
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domenica 7 ottobre 2018

A sabato! con Racconti americani

Prepariamoci ad una nuova settimana con il prossimo appuntamento con Racconti americani. Sabato 13 ottobre sarò ospite del bellissimo locale Di Noi Tre di Alessandria, inizio ore 19. 
A proposito, ringrazio per la collaborazione Libraccio di Alessandria e la splendida – e cara amica – Mrs Wolf. Come vi ho già detto, non sarò da solo! Con me ci sarà l’autore della copertina, Andrea Denegri, con il quale dialogherò durante la serata, e saremo accompagnati musicalmente dal duo 106 AstroFolk, ergo il fighissimo Marcello Milanese and friend. La serata sarà introdotta da Ivan Ottolini.

Ora vi lascio con qualche riga proprio del libro che presenterò sabato, il racconto è Animali di strada, buona lettura!

Ero ubriaco marcio e disteso a terra ma la testa mi girava che era un piacere. Conoscevo il mondo che mi circondava ma non sarei mai riuscito ad affrontarlo. Sputai un po’ di saliva per terra ma riuscii a non vomitare. Mi addormentai e iniziai a sognare. Sognai di una rana che mi diceva cose strane, penso fossero nomi di località, anzi lo erano. Perché la rana, oltre a dirmi il nome delle località, le localizzava. Così, il primo nome che mi disse fu Beaver Lick, Kentucky, poi aggiunse Burnt Corn, Alabama. E di seguito arrivarono Goobertown, Arkansas; Horneytown, Nord Carolina; Idiotville, Oregon; Satan's kingdom, Connecticut; Sweet Lips, Tennessee e per finire Toad Suck, Arkansas. Mi risvegliai di soprassalto, un conato di vomito si prese possesso della mia gola, vomitai tanto di quel Buffalo Trace che non sapevo come cazzo avessi fatto a berne tanto. Mi spostai, ma solo un po’ e mi riaddormentai. Mi spostai talmente poco che mi riaddormentai sul mio vomito. L’odore era nauseabondo, nessun essere umano mi avrebbe accettato in quelle condizioni. Provavo una pessima sensazione ad addormentarmi sul vomito, anche perché la t-shirt mi si era alzata fino all’ombelico e così la mia pancia poggiava direttamente sul mio rigetto. Forse vomitai un’altra volta. Ritornò la rana, iniziò a canticchiare -la la la, cra cra… ciao, coglione- mi misi a ridere, almeno nel sonno, chissà cosa feci nella realtà. Riprese a cantare e, mi pare, a sorridere -la la la, cra cra… ciao, coglione- e poi iniziò a darmi suggerimenti su cosa avrei dovuto bere -il Buffalo Trace ti fa male, lo sai. Dovevi darti ad un più modesto JackDaniels’ oppure con il più nobile dei whisky, il Pappy Van Winkle, la la la, cra cra… ciao, coglione!- Non capivo più se stavo ancora dormendo o se ero sveglio, mi sembrava di essere disteso su di un piano inclinato e mi misi a rotolare sulla strada, mi segnai la faccia e le mani con l’asfalto. Iniziai a perdere sangue dalle piccole ferite che mi procurai. Sembravo un corn dog, pronto per essere servito.
...

venerdì 5 ottobre 2018

Di ciclismo e di libri

Come ho già scritto, sto scrivendo degli altri racconti "americani" in questi mesi e uno di questi parla di ciclismo. O meglio, parla di quella squisita persona, si fa per dire, che è Armstrong, ovviamente mi riferisco alla sua carriera sportiva. Nel privato sarà sicuramente una persona dolce e amorevole. Nel racconto, come gli altri del prossimo libro tratta di personalità complicate, parlo di ciò che c'era dietro al ciclista texano che era molto di più di un gruppo, la sua squadra, di persone che si dopavano. Una di queste è stata per un breve periodo anche Floyd Landis, anch'egli vincitore di un Tour e dopo pochi giorni squalificato,di cui oggi vi do qualche news. L'articolo completo lo trovate qui: cicloweb.it/landistornanelciclismo.
Il buon vecchio Floyd mi torna nel ciclismo tramite una sua azienda e grazie al suo ex amico Lance. Ecco qualche estratto.
FloydNel 2016 ha aperto una sua azienda, la Floyd’s of Leadville... In poco tempo è riuscito a farne un’impresa di successo, con una cinquantina di impiegati... Tale compagnia sarà, a partire dal 2019, un nome familiare nel mondo del ciclismo. Come rivelato dallo stesso Landis in un’intervista al Wall Street Journal, dal prossimo 1 gennaio nascerà la Floyd’s of Leadville Pro Cycling Team, formazione che almeno per la prima stagione sarà a livello Continental. - Non un top team - La squadra sarà di fatto la continuazione dell’attuale Silber Pro Cycling, compagine canadese che ha perso il patrocinatore ma che, grazie a Landis, continuerà ad esistere. 
Come ha fatto Landis ad intraprendere questo passo? Grazie a Lance Armstrong. Nello scorso aprile, come noto, il texano ha patteggiato nel processo che lo vedeva incriminato per falso, dovendo così indennizzare Floyd Landis. Il quale, dopo aver tolto l’onorario destinato ai legali, si è ritrovato con circa 750 mila dollari. La sua scelta è stata quindi di investirli nel primo amore, il ciclismo.

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mercoledì 3 ottobre 2018

Vittoria italica sugli ebook

Post di metà settimana dove parlerò ancora di libri, più precisamente di ebook. Sempre a proposito di libri, il mese scorso scrissi, o meglio, commentai, sull'inutilità di pubblicare tanto in Italia in questo post: maurofornaro.blogspot.com/sullevenditedilibri.
Ma veniamo a noi, l'articolo che cito oggi lo potete leggere completo qui: ilsecoloxix/ebook. Piccola grande vittoria dell'Italia per quanto riguarda gli ebook, notizia di ieri quella che l'Iva al 15% verrà abolita e potrà essere portata al 5% e, in alcuni casi, addirittura a 0. Come si legge... L’Europa alla fine trova l’intesa su una questione che si trascina da più di tre anni e mezzo, quando l’Italia da sola ha iniziato a chiedere il cambio delle regole Ue, e che era rimasta ferma in Consiglio da maggio, quando l’intesa era stata trovata ma oggetto di veti di Paesi dell’Est.
I ministri economici dei Ventotto riuniti a Lussemburgo hanno finalmente potuto dare il via libera alla riforma del regime fiscale per i libri in formato elettronico. Finora la regola voleva un’aliquota minima del 15% per gli ebook e una del 5% per i libri di carta. Adesso chi vorrà potrà equiparare i prodotti e imporre una stessa base imponibile di imposta. Addirittura tariffe ridotte sugli e-book (meno del 5% di Iva) o tariffe a tasso zero potranno essere praticata da quegli Stati membri che attualmente già prevedono analogo regime per le pubblicazioni fisiche. Le nuove regole si immediatamente in via provvisoria, in attesa della riforma del sistema Iva a livello Ue, su cui la Commissione europea sta lavorando.
Era stata proprio l'Italia qualche anno fa, opera del ministro Franceschini, a imporre entro i nostri confini un'aliquota bassa per gli ebook, secondo i principi che un libro è sempre un libro. Da questa scelta... ha sfidato l’Europa, rischiando procedure d’infrazione aver rotto le righe. Invece il risultato è aver costretto i partner europei ad affrontare la questione, e convincerli a adeguare la legislazione comunitaria ai tempi e alle nuove tecnologie.
L’accordo sull’equiparazione delle aliquote Iva per libri cartacei ed elettronici era stato raggiunto in sede Ecofin già a maggio, ma prima Repubblica Ceca e poi Romania ne hanno impedito il via libera. I due Paesi hanno apposto il veto per l’incapacità di trovare un accordo sul regime di inversione contabile, il meccanismo per cui l’obbligo dell’imposizione fiscale viene traslato dal venditore all’acquirente. Nell’impossibilità di trovare un accordo su questo dossier, gli Stati membri hanno tenuto in ostaggio il consiglio dei Ministri economici bloccando il via libera all’accordo sugli ebook. Oggi le resistenze vengono meno, e il libro elettronico è un libro come gli altri, a tutti gli effetti.
«La riduzione dell’aliquota Iva sulla stampa digitale promuoverà l’accesso dei cittadini europei alla stampa di contenuti su tutte le piattaforme, che svolgono un ruolo così cruciale nella democrazia europea», commenta Carlo Perrone, presidente dell’Associazione europea degli editori (Enpa), organizzazione internazionale che rappresenta gli editori di giornali e new media su tutte le piattaforme. A suo giudizio la possibilità di ridurre l’aliquota Iva sulle pubblicazioni elettroniche per gli Stati membri che lo vorranno, «incoraggerà gli editori a continuare gli alti investimenti in contenuti di qualità che consentono ai cittadini di costruire un’opinione informata quando riferiscono su argomenti cruciali per la società e favoriscono il dibattito democratico».
Soddisfatto anche il presidente dell’Associazione degli editori di riviste europee (Emma), Associazione europea dei media di riviste, Xavier Bouckaert. Con la decisione maturata in sede Ecofin «l’Ue ha inviato un messaggio forte, rimuovendo un grosso ostacolo all’ulteriore sviluppo del mercato della stampa digitale in Europa».
Di «decisione lungimirante» parla infine Rudy Vanschoonbeek, presidente della Federazione degli editori europei (Fep), che con «immenso piacere» saluta «la fine della ingiustificata discriminazione fiscale tra pubblicazioni in diversi formati».
Personalmente penso che si debba essere soddisfatti, che si leggano o meno gli ebook, io per primo non sono un lettore in tal senso. Però, lasciatemelo dire, la cultura con l'Iva al 4% è una gran soddisfazione.