venerdì 27 settembre 2019

Niente trucchi da quattro soldi #3

Fonte:web
Terzo appuntamento con Carver e con il suo  Niente trucchi da quattro soldi. Oggi il buon Raymond dà qualche consiglio ai giovani scrittori... In primo luogo gli direi che devono scrivere. Non possono limitarsi a parlare di scrittura. Devono essere pronti a scrivere come se fosse una questione di vita o di morte, ed essere capaci e disposti a seguire quella strada fino in fondo.
E questa è la differenza tra chi scrive sui social, per diletto, per sfogo e un vero scrittore. E vi ricordo che lo scrittore che sta scrivendo questo post a novembre uscirà con la sua ultima raccolta di poesie, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.



mercoledì 25 settembre 2019

Mi piace tanto

Piace tanto anche a me...
Questa poesia è tratta da In quanti siamo rimasti in questo caffè. E non dimenticare che a novembre uscirà la mia ultima raccolta di poesie, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.

Tra poco inizierà
a piovere.
Avrei voglia di muovermi
dentro di te
e riempirti
di vita,
vorrei scorrere come
fa un buon vino
nell’otre.

Ormai fuori
la pioggia scorre
e bagna tutto.
Il cielo ingravida la terra.

martedì 24 settembre 2019

Niente trucchi da quattro soldi #2

Fonte: web
Come vi avevo detto, ho ripreso in mano il libro di Carver, Niente trucchi da quattro soldi, dove lo scrittore americano racconta e commenta il mestiere della scrittura. Ve lo avevo preannunciato che lo avrei citato spesso. Oggi vi riporto queste parole sullo scrivere e farlo in maniera concreta... Non vado in giro tutto il giorno con una serie di storie che mi ronzano per la testa. Ma quando mi siedo a lavorare ho qualcosa in mente e di solito non perdo tanto tempo. Vado dritto al sodo.
Spero di scrivere anche io in maniera concreta e dritta al punto. Me lo direte voi, quando a novembre uscirà la mia ultima raccolta di poesie, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.

giovedì 19 settembre 2019

Le dimensioni dei libri

Vi siete mai chiesti perché i libri hanno la forma di libro? Beh, in questo articolo, che riporto in parte, ilpost.it/dimensionilibri, se ne parla.
Come si legge nell'articolo... «Chiunque abbia mai provato a organizzare gli scaffali della libreria sa che i libri non hanno tutti le stesse dimensioni. Anche quelli che appartengono alla stessa categoria (che siano tascabili per il mercato di massa o rilegati) possono essere incredibilmente diversi, cosa che rende molto difficile creare uno scaffale perfettamente ordinato e allineato. Nonostante questa molteplicità di dimensioni, quasi tutti i libri hanno una stessa proporzione». Quasi tutti i libri infatti sono dei rettangoli più alti che larghi, con un rapporto che mantiene più o meno la stessa proporzione di 5:8 tra larghezza e altezza... le proporzioni rettangolari dei libri non sono un’invenzione della stampa moderna e che anche quelli più antichi hanno proporzioni simili, anche se erano spesso un po’ più alti e grandi dei nostri. Le ragioni si devono principalmente alla storia della stampa, alle proporzioni matematiche e soprattutto all’anatomia del lettore.
...Leggiamo per righe: se sono troppo lunghe ci perdiamo, se sono troppo brevi perdiamo il filo. In The Elements of Typographic Style il tipografo Robert Bringhurst sostiene che la lunghezza di una riga dovrebbe essere compresa tra i 45 e i 75 caratteri; l’ideale sarebbe 66. Per lo stesso motivo le pubblicazioni molto più grandi, come giornali e riviste, hanno le pagine suddivise in colonne. Inoltre leggiamo i libri tenendoli in mano e per questo le dimensioni di un libro sono simili a quelle delle nostre mani; i primi libri erano molto più grandi perché venivano appoggiati su un leggìo...Il formato del codice fu vincente anche per molte altre ragioni: poteva essere appoggiato a un tavolo per prendere appunti, era più facile da maneggiare perché sfogliare è più semplice di srotolare; conteneva più testo perché si scriveva su tutte le facciate delle pagine; favorì una maggiore chiarezza nella scrittura, permetteva di inserire indici, note e numerazioni alle pagine e di trovare un passo al volo conoscendo il numero della pagina. Infine era più facile da conservare e archiviare. «L’uomo che inventò i libri piccoli si chiamava Aldo Manuzio, un grande editore e tipografo attivo a Venezia alla fine del Quattrocento che intuì l’esistenza di un pubblico pronto a utilizzare i libri in modo diverso da quello dominante fino ad allora, lettori meno orientati allo studio e più al piacere, affamati di storie da leggere ovunque e in qualunque posizione, non solo seduti al tavolo come gli eruditi, ma anche sprofondati in poltrona, sdraiati in un prato e, soprattutto, di notte a letto. Intuì, cioè, che la maneggiabilità e trasportabilità dei libri era una variabile funzionale importante, e che un formato ridotto sarebbe stato decisivo per allargarne l’utilizzo e, quindi, la vendita. Ma per attrarre il pubblico dei nuovi ricchi che gravitava intorno alle corti – lo stesso pubblico a cui si rivolse, per esempio, Ludovico Ariosto quando scrisse Orlando furioso – i libri dovevano essere concepiti come piccoli gioielli. Manuzio fece, cioè, un’operazione simile a quella che mezzo millennio più tardi Steve Jobs avrebbe fatto con gli iPhone».

A proposito di proporzioni, questa è la copertina del mio ultimo libro, proporzioni? 2/3. Come sarà il prossimo? Ancora non lo so ma ricorda che uscirà a novembre e sarà una raccolta poesie, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.

domenica 15 settembre 2019

Di ogni storia

ricordi solo la sua conclusione... dice il buon Niccolò Fabi.
Nel mio prossimo libro ci sarà anche questo, la fine. 
Ricorda, in uscita a novembre la raccolta poesie, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.

martedì 10 settembre 2019

Niente trucchi da quattro soldi #1

Ieri ho ripreso in mano il libro di Carver, Niente trucchi da quattro soldi, dove il grande scrittore americano racconta e commenta il mestiere della scrittura. 
Riflessioni interessanti, lo citerò spesso questo libro nelle prossime settimane, come questa... Il giovane scrittore deve amare la scrittura. Amare l'atto di scrivere, il suono della macchina da scrivere, l'odore dell'inchiostro, tutto. E deve farne un mondo tutto suo e di nessun altro.
Fonte: web
Tutto mio, e di nessun altro, sarà il libro in uscita a novembre, una raccolta di poesie, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.

domenica 8 settembre 2019

Non sono il diavolo

Non ho voglia di dire nulla in particolare. Se non rilassarmi e pensare al fatto che sono sereno, finalmente. Sono l'unica persona di cui non posso fare a meno. Anche perché, quelle che non ci sono più, evidentemente stanno bene senza di me e io sto bene senza di loro. Io non sono il diavolo e voi non siete perfetti. Ho perso del tempo? No, anzi. Lo rifarei? Sì. Vaffanculo? Pure.


Per capire meglio questo mio post, ricordati che a novembre uscirà la mia ultima raccolta, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.

sabato 7 settembre 2019

I poeti

Le persone insegnano a vivere ai poeti, mentre loro scrivono. Persi nella disperazione e nella sofferenza, si sentono dire che non sono persone speciali, che tutti soffrono. I poeti scrivono, mentre gli altri impartiscono lezioni di vita. I poeti sono visti come lebbrosi, malati immaginari di una malattia che non è vera. Le persone vedono con riluttanza i poeti, mentre loro scrivono. I poeti scrivono poesie, che poi diventeranno libri, che le persone compreranno per capire meglio il male di vivere.


Se vuoi capire meglio i poeti, o comunque provare a capirli, ricordati che a novembre uscirà la mia ultima raccolta, Veramente pensate di capire i poeti, per Edizioni del Faro.

domenica 1 settembre 2019

La mia mente più serena

In questo periodo ascolto molto questa musica, ho bisogno di concentrarmi e "liberare" la mente. Ho bisogno di indossare la mia mente più serena. Perché? Per stare meglio e perché sto ultimando la mia raccolta di poesie, Veramente pensate di capire i poeti, in uscita a novembre.