giovedì 29 dicembre 2011

Auguri 2012

Quello che mi aspetto per l'anno nuovo non è un mondo migliore, un mondo meglio di questo non è possibile. Non voglio sogni, non voglio promesse.  Desidererei soltanto un po' più di trasparenza e verità. Vorrei sapere, da chi di dovere, il perché siamo in questa situazione di merda. Perché, anche se passano gli anni e aumentano le conoscenze, continuano le ingiustizie. Vorrei i PERCHE' sulle mille stragi di Stato. Vorrei i PERCHE' delle elite al potere. Vorrei i PERCHE' sul mettere in secondo piano le persone, a vantaggio dell'economia. Vorrei i PERCHE' delle guerre inutili. Vorrei i PERCHE' sulle persone idiote e ignobili che continuano a sedere sulle sedie che contano. Vorrei i PERCHE' sulla morte del senso dell'intelligenza. Vorrei i PERCHE' sul mondo che segue gli interessi di pochissimi a svantaggio dei tanti. Vorrei i PERCHE' sulle masse che continuano a respirare e non a vivere con coscienza e senso critico. Spero che mio figlio/a cresca come suo padre, almeno da questo punto di vista. Vorrei sapere perché abbiamo tutti la sensazione che si stia arrivando all'ultimo giro di questa cazzo di giostra chiamata mondo. Non sono domande superficiali e puerili le mie, perché le motivazioni che ci danno sulle decisioni "per il nostro bene" sono sempre le stesse. Anzi, le stesse ma rafforzate, ogni giorno di più, da un senso di ingiustizia sempre maggiore. Vorrei elencare altri mille perché ma non c'è più tempo. 
L'anno nuovo ormai sta per arrivare e il mio animo guevarista mi porterà a lottare ancora. La fatica di non pensare a volte si paga.

giovedì 22 dicembre 2011

La banalità del bene

Visto che ne ho parlato anche ieri sera al reading a Favaro Veneto, direi che leggere l'articolo "La banalità del bene" di Gino Strada (www.ilmale.net), potrebbe essere utile. Anzi, molto utile, visto che siamo a Natale e dobbiamo essere tutti più buoni. Forse è per questo che non stiamo bombardando la Siria, mentre la Libia non ha avuto lo stesso trattamento. Ci manca coerenza perfino in guerra...

Che cosa fareste con 50mila euro?

La Nato sa bene come spenderli: è il costo di una sola bomba GBU-31, una delle decine di bombe che ogni notte vengono sganciate in Afghanistan.
Anche Emergency sa bene come spenderli: negli scorsi mesi, con quei soldi, abbiamo costruito e equipaggiato due posti di primo soccorso nel sud dell’Afghanistan, che lavorano a pieno ritmo per curare le vittime di attentati, combattimenti e bombe GBU 31.
E sapete quanto abbiamo speso, in quel Paese, negli ultimi dieci anni? Quello che l’Italia spende in 60 ore diguerra. Una guerra schifosa, una guerra che non abbiamo nemmeno il coraggio di chiamare con il suo nome. Una guerra che i cittadini sono stati costretti a finanziare: ci hanno sfilato i soldi dalle tasche, usando le nostre tasse per tenere l’Italia in guerra, alla faccia dell’articolo 11 della nostra Costituzione. Una guerra che, ci hanno detto, avrebbe portato pace, democrazia, diritti. Balle. Come è meglio spendere 50mila euro, per distruggere o per curare?
Noi non abbiamo dubbi. Dal 1999 lavoriamo in Afghanistan, dove abbiamo curato più di due milioni di persone.
Nei nostri Centri chirurgici per vittime di guerra, i feriti continuano ad aumentare ogni anno. Zone sempre piú ampie del Paese sfuggono a ogni controllo del governo centrale. In dieci anni, secondo le Nazioni Unite, è diminuita l’aspettativa di vita dei cittadini afghani, mentre il resto è aumentato: i feriti, i mutilati, l’analfabetismo, la mortalità materna, quella infantile.
Dove sono i diritti? Dov’è la pace? Dov’è la democrazia?
E che cosa sarebbe successo, invece, se i soldi che ci hanno rubato per fare la guerra fossero stati investiti in ospedali, scuole, strade, posti di lavoro? Forse avrebbero portato, questa volta per davvero, la pace, la democrazia, i diritti.
Ma la guerra, e lo sperpero dei nostri soldi, non è solo un problema “di là”, oltre l’oceano. È anche qui. Voi come spendereste 14 miliardi di euro?
L’Italia lo sa bene: con i soldi delle nostre tasse, compra 131 cacciabombardieri. Chissà come si intende far fruttare l’investimento. Chissà chi abbiamo intenzione di bombardare.
Anche Emergency saprebbe come spendere quella immensa massa di soldi: ospedali pubblici puliti e efficienti. Scuole pubbliche di qualità. Pensioni dignitose. Posti di lavoro per i precari. Banale, eh?
Molto banale, lo ammetto.Ma sono sicuro che i cittadini italiani, tra un cacciabombardiere e un ospedale, tra un missile subacqueo e un insegnante di sostegno, tra un mortaio e un asilo nido, sceglierebbero la banalità.

giovedì 15 dicembre 2011

Una complessa semplicità, con Alessia Bressanin e Massimo Danieli

Il prossimo appuntamento con le presentazioni del mio libro, "Una complessa semplicità" - ed. Uni Service €11, è per il giorno 21 dicembre al Circolo Culturale Fonderia di Favaro Veneto, via Altinia 9. Tutte le info le trovate nel profilo Facebook del circolo.
Il 14 gennaio, saremo alla Libreria Pangea di Padova, via S. Martino e Solferino 106. Le info saranno disponibili direttamente nel sito della libreria: www.libreriapangea.com.

Vi ricordo anche dove trovare il libro: alla libreria Edicolé di Padova, via San Francesco 19 e alla libreria Al Capitello di Venezia, Cannaregio 3762. Ovviamente è reperibile anche via internet, alcuni siti: www.unilibro.it
e www.uni-service.it.
Nel caso non sappiate cosa regalare per Natale, secondo me fareste un figurone regalando, oltre al mio libro, pure un cd di Massimo Danieli (facebook.com/macydanieli) e un quadro di Alessia Bressanin (www.alessiabressanin.com) ... Si diventa più belli e buoni e si riduce lo spread tra l'ignoranza villica leghista e l'intelligenza (media) umana. Fidatevi!

lunedì 12 dicembre 2011

La poesia di una foto

Oggi non scriverò nulla. Vi invito semplicemente a vedere il blog di una amica, Anna Molin:  annamolinimmagine.blogspot.com. Le foto che fa sono bellissime. Domenica ha postato anche una mia poesia. Cercate il post "Scrittura", una volta trovato, guardate la foto dei tre tavoli. Degna rappresentazione della società attuale. Il mondo nel 2011 ha la stessa umanità di quella foto. I veri umani non sono quelli che lo fanno, il mondo, i veri umani sono quelli che lo guardano da fuori. Scrittori, poeti, fotografi e sognatori.

sabato 10 dicembre 2011

Pensieri dopo le domande di Dario

Vivere con me, caro Dario, non è facile ma di sicuro molto originale. Le riflessioni durante quest'ultima serata potrebbero essere riassunte in questa canzone di Simon and Garfunkel, The Boxer

Io sono solo un povero ragazzo
sebbene abbia raccontato raramente la mia storia
ho buttato al vento la mia resistenza
per una tasca piena di chiacchiere come le promesse
solo bugie e bidoni
perché un uomo ascolta solo quello che vuole sentire
e trascura il rimanente
Quando ho lasciato la mia casa e la mia famiglia
ero poco più di un ragazzo
in compagnia di sconosciuti
timoroso nella quiete di una stazione ferroviaria
tenendomi basso, cercando i quartieri più poveri
dove va la gente disagiata
cercando i luoghi che solo loro possono conoscere
Lie la lie
Chiedendo solo la paga di un lavoratore
io arrivai cercando una occupazione
ma non ebbi alcuna offerta
soltanto un "vieni-qui-dai" dalle puttane sulla Settima Av.
Lo affermo, ci sono momenti nei quali ero così solo
Che cercai conforto là
Lie la lie
Ora io sto togliendomi i miei vestiti pesanti
Vorrei essere andato via
essere a casa
dove gli inverni di N.Y. City non mi fanno sanguinare
Mi portano a casa
Nello spiazzo c’è un pugile
e un lottatore con il suo commercio
e lui ha con sé un ricordo
per ciascun guantone che l’ha buttato al tappeto
o ferito fino a farlo gridare
con la sua rabbia e la sua vergogna
"Abbandono, abbandono!"
ma il lottatore rimane ancora la’
Lie la lie



domenica 4 dicembre 2011

Settimana della pesantezza umana

Nell'era dei processi economici e dell'equità, termine troppo spesso usato da chi ha il coltello dalla parte del manico, se vengono meno anche i rapporti umani, posso affermare che non sopporto più nessuno. Ora farò semplicemente il mio dovere. Tutti "gli altri" rientrano nel mio processo economico e per questo verranno sfruttati, con una certa equità.