lunedì 28 ottobre 2019

Qualche consiglio di scrittura da Ernest

Buongiorno.
Oggi vi do qualche consiglio. Anzi, veramente ve lo dà uno dei miei papà artistici: Ernest Hemingway. A proposito, l'articolo completo lo potete trovare qui: sulromanzo.it/consiglidiscritturadihemingway.

Come si legge nell'articolo...
Scrivere non è attività facile, anzi. Lo posso confermare! E di certo è ancora più difficile perché si concretizza in totale solitudine: lo scrittore, la carta, il computer (sempre che non scriva a mano) e nient’altro. Mi permetto anche io di darvi un consiglio: non smettete mai di scrivere a mano. E' fondamentale per riuscire a tenere il contatto con il cuore. Non sempre è possibile, ma deve essere un must. Ma intanto, questi sono i consigli di scrittura di zio Ernest:
1. «Tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che sai».
2. «Fermati sempre quando stai procedendo bene e non pensarci o non preoccupartene fino a quando non inizierai a scrivere il giorno dopo. In questo modo il tuo subconscio ci lavorerà su tutto il tempo. Ma se ci pensi consciamente o te ne preoccupi troppo finirai con uccidere il tutto e il tuo cervello si stancherà prima ancora di cominciare».
3. «Ho deciso che scriverò una storia su tutto ciò che ho conosciuto».
4. «La mia formazione implicava il non bere dopo cena né prima di scrivere né mentre scrivevo».
5. «Non scrivere troppo in un’unica sessione… Non spomparti troppo. Lascia sempre un po’ di lavoro per il giorno dopo… Quando stai ancora procedendo bene e giungi a un punto interessante e sai ciò che accadrà in seguito, è giunto il momento di fermarti».
6. «Dimentica la tua tragedia personale. Siamo tutti dispiaciuti fin dall’inizio e soprattutto devi sentirti un inferno prima di poter scrivere seriamente. Ma quando provi quel dannato dolore, usalo – non barare. Sii il più fedele possibile verso di esso come uno scienziato – ma non pensare che qualsiasi cosa sia importante solo perché succede a te… Non sei un personaggio tragico. Nemmeno io lo sono. Tutto ciò che siamo è essere scrittori e quello che dovremmo fare è scrivere».
7. «Scrivi la storia migliore che puoi e scrivila meglio che puoi».
8. «Non preoccuparti. Hai sempre scritto e scriverai anche adesso».
Fonte: web

giovedì 24 ottobre 2019

Si legge un po' di più

Buongiorno.
In attesa dell'uscita del mio libro, mi faccio un po' di male, ma meno rispetto al passato, e leggo un interessante articolo sul rapporto dello stato dell'editoria in Italia nel 2018. 

Come si legge nell'articolo...
Nel 2018 sono usciti quasi 79mila nuovi libri, prodotti da quasi 5mila diverse case editrici, e oggi i lettori italiani possono scegliere in un catalogo di 1,2 milioni di opere in commercio.
Risultati positivi per il numero di imprese attive (+1,4%), il numero di titoli pubblicati (+9,8%) e quello dei titoli commercialmente vivi (+10,1%) che sono oltre 1,2 milioni. Un numero, quest’ultimo, in progressivo aumento (era pari a 360mila nel 2000) e che esprime la potenzialità di avere un buon catalogo – essenza stessa del lavoro dell’editore – da valorizzare al meglio negli store online.
La lettura risulta sostanzialmente stabile, ma diminuisce, in media, il tempo che le viene dedicato, soprattutto dalle fasce più giovani della popolazione.
Quante sono le case editrici?
Cresce il numero delle case editrici attive: sono 4.972 quelle che hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno (+1,4% rispetto al 2017). Rispetto al 2010 sono attive sul mercato 825 nuove case editrici che devono cercare di posizionare il loro marchio e il loro progetto editoriale in libreria, nella distribuzione e presso segmenti più o meno specializzati di lettori.
Aumenta il numero di titoli pubblicati. Nel 2018 le case editrici italiane hanno pubblicato 78.875 titoli (novità e nuove edizioni di varia adulti e ragazzi oltre ai titoli educativi, che sono 4.180; sono esclusi gli ebook), in crescita rispetto al 2017.
La crescita del numero di titoli pubblicati è il prodotto delle minori barriere all’accesso nella parte editoriale del processo: dallo scouting alla traduzione, all’impaginazione fino alla stampa. Lo sviluppo del print on demand, sempre più integrato nella filiera distributiva, permette di produrre piccoli stock utili anche per titoli a bassa rotazione o di ristampare just in time il titolo richiesto dalla libreria.
Cresce la produzione in tutti i macrogeneri – All’interno della varia (74.695 novità), crescono tutti i generi, dalla fiction italiana e straniera (+6,0% compresa la narrativa Young Adult) e alla non fiction generale (+13,1%), specialistica (+15,8%), pratica (manualistica: +6,3%); i libri per ragazzi, dopo la battuta d’arresto del 2016 e il +13,7% del 2017, segnano un +5,9%.
Il lettore trova oggi a sua disposizione più titoli (di piccoli come di grandi editori), prezzi e formati diversi tra cui scegliere rispetto a quanto non avveniva anni fa.
Un ruolo importante nel mantenimento di un catalogo di titoli “vivi” lo si deve da un lato agli store di e-commerce, dall’altro alle nuove tecnologie di stampa digitale.
Si conferma il calo della produzione di titoli di ebook. Nel 2018 ne sono stati pubblicati 51.397. Per il secondo anno consecutivo, si assiste a una riduzione del numero di titoli, dopo i circa 81mila del 2016.
Nel 2018 il calo è del -17,2%, che segue il -15,9% del 2017. Risulta rilevante il peso della produzione di ebook in self publishing, visto che le prime venti piattaforme hanno proposto 11.698 titoli, pari al 22,8% della produzione complessiva.
...Nel 2018 il mercato del libro (nuovo di varia ed educativo, ebook e digitale, usato, export e diritti ecc.) registra un segno più, con un rallentamento rispetto al 2017 e dopo tre anni consecutivi positivi con tassi di crescita progressivamente crescenti.
Il valore complessivo del mercato, comprensivo della stima AIE di Amazon e dell’usato, è pari a 3,170miliardi di euro, in crescita del +2,1% rispetto al 2017.
...I prezzi dei libri sono ancora inferiori rispetto ai valori del 2010. Il prezzo medio di copertina (non ponderato e alla produzione) tra 2017 e 2018 è stato di 19,48 euro, con +3,8% rispetto al 2017. Un valore che continua a essere di oltre 2 euro inferiore a quello del 2010 (21,6 euro).
La lettura continua a mostrare segni negativi ma più attenuati rispetto al calo subito tra il 2011 e il 2014. Secondo l’Osservatorio Aie sulla lettura e i consumi culturali, nel 2018 ha letto almeno un libro, un ebook o un audiolibro nei dodici mesi precedenti il 62% della popolazione nella fascia 15-75 anni di età, pari a circa 28,2 milioni di persone. Questa percentuale risulta pari al 60% se si considera unicamente la lettura di libri.
Tra i cinque maggiori mercati editoriali europei, l’Italia è il Paese con il più basso indice di lettura di libri tra la popolazione adulta. Ci collochiamo infatti al diciannovesimo posto nell’Unione Europea per i tassi di lettura (e all’ultimo posto per il livello di competenze di lettura). Quasi la metà (il 41%) di chi dichiara di aver letto non arriva a tre libri l’anno e solo il 17% ha letto almeno un libro al mese.
Basso è anche il tempo che in media viene dedicato alla lettura: solo il 9% nel 2019 ha letto più di un’ora continuativa al giorno. Un aspetto più preoccupante è ciò che avviene nelle fasce giovani della popolazione, considerate da sempre le più attente alla lettura e che si collocano, con l’87%, ai vertici della classifica per numero di lettori. Solo il 5% di loro ha però dedicato alla lettura almeno un’ora continuativa al giorno nel 2017: una percentuale che scende all’1% nel 2019.
La lettura nelle fasce più giovani si fa quindi sempre più frammentaria e interstiziale. Si preferiscono storie brevi o contraddistinte da trame e personaggi forti e facilmente riconoscibili, ritmi narrativi veloci e l’immagine rispetto alla parola scritta.
Il nostro Paese si colloca all’ultimo posto per il livello di comprensione dei testi. Solo il 24,8% della popolazione ha adeguate competenze nella comprensione e nell’analisi dei testi. Questo si riflette nei bassi indici di lettura e consente di comprendere le difficoltà che una parte della popolazione ha nell’interpretare i processi di trasformazione sociale, nell’accedere al mercato del lavoro e nel collegare tra loro informazioni che provengono da fonti e canali diversi.
Il device preferito per la lettura in digitale è lo smartphone. Il libro non è più, da anni, l’unico supporto attraverso cui si accede alla lettura di un contenuto, sia esso narrativo, divulgativo, di informazione, per lo studio o per affrontare problemi pratici della quotidianità.
Nel 2018, se da una parte il 60% della popolazione dichiara di leggere attraverso i libri, dall’altra il 24% ha letto un ebook e il 7% ha “letto” ascoltando un audiolibro. Tra gli strumenti dedicati alla lettura digitale, lo smartphone è quello largamente preferito per accedere ai contenuti editoriali, sia nel caso di testi (in crescita dal 61% delle indicazioni del 2017 al 65% del 2018), sia per l’ascolto di audiolibri (dal 67% del 2017 al 75% del 2018).
In calo l’e-reader, che passa dal 54% nel 2017 al 47% nel 2018.
La libreria si conferma come principale canale attraverso cui gli italiani comprano libri da leggere, anche se perde dieci punti percentuali in un decennio (69% delle vendite nel 2018 contro il 79% nel 2007).
Ancora fino al 2009 l’e-commerce del libro fisico di varia (adulti e ragazzi) non superava, o superava di poco, il 3% del mercato. Oggi invece la sua quota raggiunge il 24% del totale. Parallelamente, il banco libri della Gdo scende dal 18% del 2009 al 7% del 2018.
All’interno delle librerie fisiche assistiamo poi a uno spostamento dalle librerie a conduzione familiare a quelle di catena o che attraverso la formula del franchising sono riconducibili a insegne della distribuzione o editoriali.
Le librerie di catena dal 36,5% passano a coprire nel 2018 il 45,0% delle vendite nei canali trade, mentre quelle indipendenti passano dal 42,5% al 24,0%.
Nei primi otto mesi dell’anno, i dati di andamento dei canali trade (librerie, librerie online compresa stima di Amazon, grande distribuzione organizzata) dell’editoria di varia (nuova) adulti e ragazzi registrano una crescita del +5% a valore rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Con una novità importante: la crescita, dopo quasi 8 anni, delle copie, con un +4%. Entrambe le percentuali di crescita lasciano intravedere un consolidamento più accentuato del 2019 rispetto al 2018.
Insomma, aiutate l'editoria italiana a risorgere, magari partendo dal mio prossimo libro... 😉😎


Fonte: web

martedì 22 ottobre 2019

Bisogna parlare un po' di tutto, anche di...

...morte. 
Nel mio prossimo libro, Veramente pensate di capire i poeti?, parlerò anche di morte. Perché ritengo che la morte faccia parte della nostra esistenza, anche quando non è necessariamente imminente o un pericolo attuale. Bisognerebbe avere meno paura di parlare della morte per essere veramente vivi.
Come dice il protagonista del libro L'ultima stagione, di Robertson: La morte è come una montagna, un'entità enorme, e non devo scusarmi della sua enormità. Per di più, non è la morte la trama che lega le parole che ho scritto. Un elemento non è una spiegazione.

Ph. Deborah Bencini
Veramente pensate di capire i poeti? sarà in vendita dall' 8 novembre, nelle librerie anche online, direttamente nel sito dell'editore: www.edizionidelfaro.it, o durante le presentazioni, in questo caso con dedica😉.

venerdì 18 ottobre 2019

La libertà... nei libri

Nei giorni scorsi una lettrice mi ha ricordato queste parole, tratte da Racconti americaniIl sapore della libertà è la paura. Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla.
Penso che ogni scrittore, ogni poeta, ogni narratore, debba un po' perdersi nelle proprie paure, per cercare anche, ma non solo, la libertà che si insegue scrivendo parole, pagine, capitoli, libri. Forse la vera libertà è quella che abbiamo dentro di noi, e che ogni scrittore cerca, disperatamente ogni giorno. 
Ph. Deborah Bencini



Veramente pensate di capire i poeti? sarà in vendita dall' 8 novembre, nelle librerie anche online, direttamente nel sito dell'editore: www.edizionidelfaro.it, o durante le presentazioni, in questo caso con dedica😉.

martedì 15 ottobre 2019

Qualche news per un nuovo libro

Buongiorno, ho sonno.
Non vi posterò una poesia strappalacrime, vi parlerò del mio prossimo libro. L'uscita della mia raccolta di poesie si fa sempre più imminente e così in queste settimane sto lavorando alla lettura della bozza, ma non solo. La foto di copertina sarà curata dalla cara amica e bravissima fotografa, Deborah Bencini. Lavoro alacremente, con qualche bestemmia qua e là, anche alle presentazioni. Vi posso già dire che il 29 novembre sarò ospite nella mia amata Bologna, il 30 sarò a casa, a Piove di Sacco, mentre il 6 dicembre ritornerò in un altro luogo che amo molto: Cento. Ma tante altre novità sono in arrivo...
Ph. Deborah Bencini
Veramente pensate di capire i poeti sarà in vendita dall' 8 novembre, nelle librerie anche online, direttamente nel sito dell'editore: www.edizionidelfaro.it, o durante le presentazioni. 

giovedì 10 ottobre 2019

Niente trucchi da quattro soldi #4

Altro appuntamento con Carver e con le sue chicche tratte da Niente trucchi da quattro soldi
Visto che tra poco settimane uscirà una mia raccolta di poesie, ecco cosa pensa il vecchio Raymond della poesia. E, vi dirò, la penso come lui. Fondamentalmente, non mi interessa molto la poesia che parla solo di frutta e belle scenografie. Mi interessa la poesia che affronta questioni più ampie, questioni di vita e di morte, ecco, e il problema di come comportarsi a questo mondo, di come andare avanti a dispetto di tutto quello che ci accade. 
Dimenticavo, il libro in uscita l'8 novembre, si intitolerà Veramente pensate di capire i poeti?, per Edizioni del Faro.

giovedì 3 ottobre 2019

Giornata da killer...

Ieri leggendo un articolo sulla passione degli americani per i serial killer, l'articolo è questo ed è vecchiotto: internazionale.it/serialkiller, ho appresso che secondo le stime della Società americana di psichiatria, dal 3 al 5 per cento degli uomini americani sono sociopatici. E direi che qualcuno ricopre pure cariche particolarmente importanti... Nel mio libro che uscirà in primavera, di racconti, parlerò soltanto di personalità complicate e pericolose, alcuni protagonisti dei racconti saranno proprio serial killer. Ma intanto godiamoci questo video, direi adattissimo alla giornata piovoso e triste della pianura padana.

martedì 1 ottobre 2019

In Italia si legge poco... strano!

Buongiorno, oggi parleremo di chi legge, e dei molti che non lo fanno, ma non tanto in Italia, cosa di cui me ne sono occupato molto in passato, quanto in Europa e in America. L'articolo di riferimento, e completo, lo trovate qui: giornaledellalibreria.it/letturaineuropaenordamerica.

La prima parte dell'articolo è interessantissima ma preferisco partire da qui... Il primo elemento che emerge è il posizionamento del nostro Paese nella parte finale della classifica del tasso di lettura in Europa. L’Osservatorio sulle nuove forme di consumo editoriale, realizzato dall'AIE in collaborazione con Pepe Research, ha stimato un tasso di lettura in Italia nella popolazione 15-75 anni del 60% nel 2018.
Il fatto che in Europa ci collochiamo in fondo al ranking della lettura è correlato con un altro dato: la bassa percentuale di popolazione italiana in possesso di titoli di studio superiori e in particolare di laurea.
Eurostat, in un’indagine del 2018, indicava che la media Ue28 di popolazione (30-34 anni) in possesso di un titolo di formazione terziaria aveva raggiunto il 40,7% (26,3% nel 2002). Vistose però le eccezioni: tra i 28 Paesi dell’Ue il nostro è fanalino di coda con il 27,8% di laureati (nel 2002, 13,1%), precedendo solo la Romania (24,6%). E siamo anche tra i Paesi che contano più abbandoni degli studi (il 14,5% abbandona dopo il primo ciclo della secondaria), dopo Spagna (17,9%), Malta (17,5%) e Romania (16,4%). Certamente una crescita c’è stata ed è ancora più significativa per le donne: se nel 2002 risultava laureato il 24,5% della popolazione femminile nella fascia d’età 30-34 anni, nel 2018 questa percentuale è diventata del 45,8%. Un aumento che vede grandi differenze all’interno dell’Europa e correlazioni con gli indici di lettura di libri. Nei Paesi nordici oggi praticamente un giovane su due risulta laureato; in Irlanda la quota raggiunge il 56,3%, in Olanda il 49,4%, in Danimarca il 49,1%, nel Regno Unito il 48,8%, in Francia il 46,2% e in Spagna il 42,4%, in Germania il 34,9%. A chiudere, come abbiamo anticipato, Italia (27,8%) e Romania (24,6%).
Per avere un quadro delle abitudini di lettura nei principali Paesi facciamo un viaggio virtuale per scoprire gli ultimi dati disponibili sulla lettura, spesso non relativi allo stesso anno. Far crescere il numero di lettori carta/digitale, rendere abituale questa pratica e indirettamente le varie forme di acquisto significa avere non solo un mercato più ampio per tutti gli attori della filiera, ma anche più stabile, meno soggetto a fenomeni stagionali o editoriali del momento. È questo il focus centrale attorno a cui le politiche industriali del settore dovranno focalizzarsi e declinarsi nei prossimi anni. Secondo i dati resi noti da diverse associazioni di categoria e istituti di ricerca, la Norvegia e la Francia si collocano tra i Paesi più interessati alla lettura al mondo, soprattutto per quanto riguarda i libri «cartacei», mentre è il Canada a registrare la percentuale più alta di lettori digitali. In tutte le realtà analizzate sono soprattutto le donne a dimostrarsi maggiormente interessate alla lettura, con percentuali che variano anche di molto da Paese a Paese. Nonostante la crescita del settore digitale degli ultimi anni, il libro di carta mantiene ovunque il proprio primato tra i formati preferiti dal pubblico, soprattutto quando la lettura è vissuta come momento di svago e di crescita personale.
Secondo l’indagine sulla lettura realizzata dal Centre National du Livre e da Ipsos,nel 2018 l’88% dei francesi di età superiore ai 15 anni si dichiara lettore di libri (+4% rispetto al 2017). È interessante però osservare la differenza tra la percezione della lettura e l’effettiva pratica del leggere.  Questo studio, realizzato su un campione di 1.000 persone, si è spinto infatti a indicare all’intervistato le diverse tipologie di libro da considerare nel rispondere alla domanda sulla lettura, comprendendo libri di cucina, bricolage, giardinaggio, guide turistiche e testi professionali. Dopo questa specifica è stato il 92% degli intervistati a dichiarare di aver letto almeno un libro nei dodici mesi precedenti. Una percentuale forse sovradimensionata, ma che dà comunque un’idea del divario che tuttora esiste con il nostro Paese. Un altro elemento che emerge dall’indagine è la forte crescita della lettura di e-book: il 24% delle persone ha letto almeno un e-book nel 2017, con un +5% rispetto al 2015. Se andiamo più nel dettaglio, possiamo osservare che sono soprattutto i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni – instancabili lettori soprattutto di manga, fumetti e di science fiction – a trainare la crescita (+9% rispetto al 2017), insieme alle persone con più di 65 anni (+7%, sempre rispetto al 2017).
Un’indagine dell’istituto Ipsos MMI, realizzata su un campione di 1.000 persone con più di 15 anni, ha rilevato che nel 2015 (ma la percentuale sembra sia restata comunque stabile anche negli anni successivi) nove norvegesi su dieci hanno letto almeno un libro: una percentuale che si è mantenuta pressoché stabile negli ultimi anni. In media un norvegese legge 15 libri l’anno e il 40% della popolazione legge più di 10 libri l’anno. I norvegesi però sono ancora molto affezionati al libro cartaceo, visto che «solo» il 15% ha letto almeno un e-book nel 2015.
Il 67,2% degli spagnoli di età superiore ai 14 anni ha letto un libro «almeno una volta al trimestre nel 2018», con una crescita dell’1,4% rispetto al 2017. Un dato che comprende sia la lettura nel tempo libero, che quella a fini di studio (esclusi i testi scolastici) o lavoro. Se si considerano soltanto le persone che dichiarano di leggere libri nel tempo libero si registra un aumento superiore, pari a un +2,1% tra 2017 e 2018, con una percentuale complessiva del 61,8%. In altri termini, il 38,2% degli spagnoli non legge libri «mai o quasi mai» nel tempo libero. Il livello di istruzione influisce sensibilmente sulle abitudini di lettura, ma negli ultimi cinque anni si sono registrati alcuni cambiamenti. Se da un lato si dichiara lettore l’82,8% della popolazione laureata, tendenzialmente più propensa alla lettura – una percentuale ben superiore alla media e in aumento rispetto all’80,7% del 2017 – dall’altro lato si assiste a un incremento della lettura anche nelle fasce caratterizzate da più bassi livelli di istruzione... L’ultima indagine sulla lettura in Germania, relativa al 2017 e realizzata dall’Institut für Demoskopie Allensbach su un campione di 25 mila persone di età superiore ai 14 anni, indica una percentuale di persone «interessate» alla lettura del 66% (in calo rispetto al 68,7% del 2014). Se andiamo più nel dettaglio, è il 60,1% dei tedeschi a leggere almeno una volta al mese e il 42,3% a farlo almeno una volta alla settimana... Nel Regno Unito, in Belgio e in Svezia la lettura è un’abitudine molto diffusa tra la popolazione. È l’86% degli inglesi (dato 2013, relativo a un campione di 1.500 persone di età superiore ai 18 anni) e l’85% dei belgi (dato 2019, su un campione di 1.000 persone di età compresa tra i 15 e i 65 anni) a dichiararsi lettore, contro il 73,5% degli svedesi (dato 2014, rilevato su un campione di 11 mila persone con più di 16 anni di età). In calo invece la già bassa percentuale di lettura in Polonia, che nel 2015 si è attestata al 36,9%.
Un po’ superiore il tasso di lettura in Grecia, che sconta una difficile uscita dalla gravissima crisi che l’ha colpita negli anni passati. L’istituto di ricerca Qed Market Research, in collaborazione con il quotidiano  «Το Βήμα» (To Vima), ha stimato che nel 2018 il 44% dei greci ha letto almeno un libro. Una percentuale che sale al 51% se consideriamo soltanto gli abitanti della capitale Atene. Leggermente uperiore infine il risultato della Croazia, relativo però al 2016: il 53% della popolazione, secondo un sondaggio di Gfk Croatia, ha letto almeno un libro, con un aumento del 6% rispetto al 2015.
Dal confronto dei risultati delle indagini sulle abitudini di lettura nella popolazione con più di 18 anni negli Stati Uniti e in Canada si può osservare come siano i canadesi i lettori più assidui: il 78% degli intervistati nel 2019 ha letto almeno un libro, un e-book o un audiolibro nei dodici mesi precedenti, contro il 76% degli statunitensi (ma il dato è fermo al 2017). In Canada però l’andamento che emerge analizzando i risultati degli ultimi 5 anni è rappresentato da un calo ripetuto anno dopo anno: nel 2014 era l’88% a dichiarare di aver letto un libro, un e-book o un audiolibro, nel 2015 l’84%, nel 2016 l’83%, nel 2017 l’82% e nel 2018 l’81%. Un’indagine di Booknet Canada realizzata nel 2018 ha rilevato che il 52% della popolazione ha letto almeno un e-book nell’ultimo anno (in crescita rispetto al 48% rilevato nel 2017). Una percentuale nettamente maggiore rispetto al 26% rilevato negli Stati Uniti. Secondo il Pew Research Center, la percentuale di lettura negli Stati Uniti invece è comunque cresciuta rispetto a quella del 2016 (73%), ma è in calo rispetto al 2011, quando a leggere almeno un libro era quasi l’80%.
Le conclusioni da trarre sono evidenti. Dal confronto dei risultati relativi al nostro Paese con quelli stranieri emerge innanzitutto l’importanza di continuare a investire in attività di promozione della lettura che consentano di rendere ancora più diffusa l’abitudine di leggere... In secondo luogo, i dati presentati sono un’ulteriore conferma che le sfide che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni non saranno di sostituzione di un formato con un altro ma consisteranno in un mix carta/digitale sulla base delle specifiche scelte e degli interessi dei lettori.
Fonte: web