venerdì 30 maggio 2014

Hemingway a Bassano

Visto che oggi il giro arriva sul mio amato Monte Grappa e che la tappa inizia a Bassano del Grappa, altro luogo a cui sono molto affezionato, vi ricordo che lo zio Ernest ha parlato anche di quelle zone nei suoi scritti. Non si è "limitato" a parlare di Padova, Mestre e del basso Piave. 
Il racconto "La scomparsa di Pickles McCarty", fu scritto da Hemingway durante le vacanze estive in Michigan nel 1919. Si tratta della storia di un fantomatico pugile italo - americano che nel 1918 decide di rientrare, clandestinamente, in Italia per arruolarsi tra gli Arditi. Nel racconto si fa riferimento a eventi militari realmente accaduti tra il maggio e l'ottobre 1918 in Veneto. Hemingway fu probabilmente informato di quei fatti dagli stessi protagonisti, visto che negli stessi mesi, non ancora ventenne, fu anch' egli a Bassano.

giovedì 29 maggio 2014

Due settimane fa

Posto la mia ultima poesia, anche questa come quella di qualche settimana ispirata da un'amica.
Se vi avanza un po' di tempo condividete i miei post e comprate i miei libri. Grazie!



Due settimane fa
il primo maggio
lavoravo.
Una settimana stressante e solitaria.
Dopo il lavoro dovevo prendere la macchina e tornare in Veneto.
Come se tornare a casa bastasse per essere un’altra persona
rispetto a quello che ero in Friuli.

Parto
mi sale l’emicrania
la testa inizia a girarmi
e ci vedo poco.
Sudo, alterno momenti di caldo assurdo
a momenti in cui sudo freddo.
Ormai sono in auto e metto in moto.
Riesco comunque a imboccare  la tangenziale
per prendere l’autostrada.
Accendo la radio
e metto la musica ad alto volume
per stare attento e non perdere di vista le altre auto.
Passa un po’ di tempo e arrivo al casello, per uscire
mi fermo e credo di dover entrare,
mi metto a prendere a pugni la macchinetta
non vedo un cazzo di buco da dove dovrebbe uscire il biglietto.
Mentre dalla mia bocca escono bestemmie come se piovesse.
Ma dovevo uscire, non entrare.
Dieci secondi di amnesia temporanea.
Poi ritorna il sole. O forse smette di piovere per un po’.

Ora rido. Ora.

martedì 27 maggio 2014

Oggi scrivo io

Oggi vi presento un concorso letterario che mi vedrà impegnato in qualità di giurato. Sto parlando della 2° edizione del concorso letterario "Oggi scrivo io", organizzata dallo scrittore Fabrizio Carollo, in collaborazione con l'assessorato alla cultura del comune di Monzuno (BO) ed il giallista Sergio Pozzi.
Partecipate numerosi e scrivete cose interessanti che altrimenti mi addormento... Allego locandina e regolamento, avete ancora pochi giorni per iscrivervi!

domenica 25 maggio 2014

La scrittura è una cosa seria

Buon terzo anno, mio blog!
Riporto qui sotto il primo post che ho pubblicato, giusto tre anni fa. Lo condivido ancora in toto. Aggiungo il fatto che il cambiamento deve partire dalle nostre teste, si fa politica ogni santo giorno, anche scegliendo un libro. Comprare la biografia dei One Direction non è come leggere un libro di Rigoni Stern. Ginsberg diceva più o meno questo: "vedo finestre illuminate ma non essere umani da guardare." Meditate.
La letteratura è una cosa seria, come bere, dormire o andare al bagno. Cose semplici e naturali ma anche fondamentali per un uomo. Chi scrive, non si chiede il perché di questa sua attività. Chi scrive, lo fa e basta! E' il più grande mezzo di evoluzione dell'essere umano che, però, molto spesso non sa trarne i benefici.
La letteratura è il mio ossigeno, questo blog farà lo stesso rumore di una foglia che muore. Nulla cambierà, ma nulla sarà più come prima.

sabato 24 maggio 2014

Europee #13

Ultimo post sulle europee, anche perché domani si vota e quindi non c'è più tempo! La poesia di oggi è di uno dei miei più cari amici, Bukowski, ed è tratta da Ce l'hanno tutti con me. 
Il problema, come sempre, sono le persone. Non il sistema democratico.


DEMOCRAZIA


il problema, naturalmente, non sta nel Sistema
    Democratico,
sta nelle 
parti vive che formano il Sistema Democratico.
prendi la prima persona che incontri per strada,
moltiplica
lei o 
lui per
3 o 4 o 30 o 40 milioni
e capirai 
immediatamente
perché le cose continuano a non funzionare
per la maggior parte di
noi.

mi piacerebbe avere una cura per i pezzi di scacchi
che chiamiamo Umanità...

abbiamo subito un numero imprecisato di cure
politiche

e rimaniamo tutti
abbastanza stupidi di sperare
che la cura in arrivo
ORA
guarirà quasi tutto.

amici cittadini,
il problema non è mai stato il Sistema
Democratico, il problema siete

voi.

mercoledì 21 maggio 2014

A proposito di librerie...


In questa mattina ancora fresca ma già soleggiata, vi invito ad immergervi in queste librerie. L'articolo completo lo trovate qui: libreriamo/libreriesegretenewyork.
Dopo circa 24 ore di inutili tentativi... Ho problemi con la connessione, andate a vedervi l'articolo direttamente dal link qui sopra. Non riesco a caricarlo qui e le bestemmie hanno ormai superato il numero dei libri!

lunedì 19 maggio 2014

Europee #12

Mentre vedo un paio di leaders politici in tv penso a due geni, le cui citazioni riporto qui sotto, e ritengo che dovrei riprendere a leggere come un tempo. Sto trascurando ciò a cui tengo di più, e non c'è solo la letteratura.
Domenica lavorerò.


"Se votare facesse qualche differenza non ce lo farebbero fare" Mark Twain

"Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri e traditori, non è vittima! E' complice!" George Orwell
Orwell:“Un popolo che elegge corrotti,impostori, ladri e traditori, non è vittima.
Read more at http://twicsy.com/i/z5UgJd#mEVXZ1rHgqYwi6vJ.99
Orwell:“Un popolo che elegge corrotti,impostori, ladri e traditori, non è vittima.
Read more at http://twicsy.com/i/z5UgJd#mEVXZ1rHgqYwi6v


venerdì 16 maggio 2014

Ricordi bolognesi

Tra circa due mesi sarò ancora ospite della rassegna letteraria e gastronomica "I giovedì del libro", presso il ristorante Gustavino & Passalacqua di Monzuno (BO).
L'anno scorso, assieme alla poetessa Miriam Bruni, ci siamo raccontati attraverso le  nostre liriche, parlando di poesie ma anche di cultura e di come la figura del poeta sia vista nel contesto sociale attuale.

Posto il video della serata e vi consiglio di assistere a tutta la rassegna che inizierà tra poche settimane, organizzata da persone fantastiche.

Igiovedìdellibro/Monzuno2013

mercoledì 14 maggio 2014

Lansdale e il Texas orientale

Riporto una bella intervista Lansdale. Come sempre, il grande scrittore americano sa essere interessante, anche quando non parla di letteratura. L'intervista l'ho trovata qui: www.linkiesta.it.


Il Texas orientale ha assunto i contorni di un luogo mitico, popolato da eroi pieni di paura ma cocciuti e orgogliosi come pochi, che il dolore lo sentono eccome, ma ci sono abituati, che si ricuciono da soli, che hanno una donna — o un uomo — che è sempre un problema, ma ogni volta un problema diverso. Il Texas orientale è materia da mostri giganteschi che sembrano usciti da un apocalisse nucleare. Mischiati tra loro e vomitatori di pop-corn a fiumi. Il Texas orientale è un universo a parte, a leggere Joe R. Lansdale. Un universo in espansione, in arricchimento costante. Fedele a se stesso ma che può cambiare da un momento all’altro, così, senza preavviso.
«Finché ci sarò io, esisterà quell’universo» mi dice con un’espressione a metà tra il rassicurante e il beffardo, con la voce che sale e scende di tono e un accento così marcato da sembrare caricaturale. «Non so dirti fino a che punto si evolverà, perché quando smetterà di farlo io sarò morto. Ma fuori dal mio personale universo mitico c’è un mondo reale, che vive, si muove e influenza la mia fantasia per forza di cose. La cambia, la modella, la aggiusta adattandola al passare del tempo». Ho incontrato Lansdale a Torino, dove si trovava per ritirare il “Premio Autore Straniero” del Mondello , quest’anno assegnato dal giudice monocratico Niccolò Ammaniti, che riconosce nel Lansdale del Drive-in il suo modello. Prima dell’appuntamento avevo il cuore in gola, perché oltre la genuina modestia e la cordialità con la quale mi ha accolto, sapevo che mi sarei trovato davanti una leggenda vivente e un autore straordinariamente prolifico, con più di quarant’anni di attività alle spalle e senza nessuna intenzione di fermarsi.
La notte del drive-in (Einaudi, 2004)«Scrivo un libro dietro l’altro, smetto di scrivere il primo e attacco col secondo. Mentre sono alle prese con un romanzo mi faccio assorbire completamente dalle atmosfere e dal mondo che sto dipingendo, ma appena ho finito mi sento trascinare da un’altra suggestione e allora mi ci butto a capofitto. Sono praticamente uno scrittore perpetuo. Quando ho finito di scrivere La notte del drive-in, per esempio, mi sono buttato subito in Freddo a luglio e per terminarli entrambi ci sono voluti poco più di quattro mesi» e poi ride con la bocca che tira di lato, portandosi dietro tutto l’immaginario texano che può stare in un essere umano.
La saga di Hap e Leonard — assieme a tutto quello che ha scritto intorno, perché a voler ben vedere è come se pescasse storie da uno spazio ben delimitato, poco importa chi siano i protagonisti — è un miracolo letterario e la più sincera testimonianza di onestà intellettuale che si possa trovare. È azione pura, senza giri di parole, senza fronzoli appoggiati alla prosa per imbellettarla. Lansdale non ha paura di scrivere di scazzottate epiche, sesso e armi da fuoco, e lo fa con una lingua diretta, pulita, comprensibile. «Non sapevo che quella di Hap e Leonard — incominciata nel 1990 con Una stagione selvaggia e attiva fino a Devil Red, del 2011 — sarebbe diventata una serie. Ho scritto il primo e doveva essere finita lì, poi, qualche anno dopo, ecco che l’ispirazione torna a parlarmi. Hap e Leonard sono sempre lì, solo che qualche volta vanno in vacanza. Ora l’ispirazione è tornata, ne sto scrivendo uno nuovo», cosa che dovrebbe riempire di gioia qualsiasi lettore coscienzioso. Ci sono oggetti che esplodono, case che bruciano, biscotti alla vaniglia e quasi sempre almeno un temporale. I romanzi di Lansdale sono la prova del riscatto della letteratura di genere, anche se ancora non so bene dire di che genere si tratti. Forse l’unico modo per definirlo è semplicemente con il nome del suo creatore, che è un autore di culto anche se lui dice di no, «sono solo uno scrittore».
Una stagione selvaggia (Einaudi, 2006)È il profilo di un autore instancabile che fonda la sua scrittura sugli effetti speciali, le arti marziali, le ossa rotte e una cura patologica dei particolari. «Coltivo un sacco di interessi da quando ero piccolo: amo la storia, lo studio della mitologia e l’archeologia. Sono cose che mi accompagnano sempre. Poi lascio che sia quello per cui nutro un passione a guidarmi, non so cosa entrerà nel libro che sto scrivendo, finché non ci sto effettivamente lavorando e anche allora, chi può dire se ci metterò qualcosa di nuovo o se ripeterò le mie ossessioni». E poi ci sono le arti marziali, «è un amore che mi accompagna da quando avevo undici anni ed è in costante evoluzione. Ho imparato l’economia delle mosse. Quando sei giovane cerchi la sensazione di potenza che ti dà il combattimento, poi cresci e impari a gestire la fatica. Invecchiando impari a mettere tutto questo assieme e a evitare sprechi. Puoi prevedere le mosse degli avversari e darti il tempo di costruire la tua risposta in maniera conveniente (raccontando questo mi ha dato una dimostrazione pratica senza alzarsi dalla sedia, di seguito c’è la prova sonora, ndr). La scrittura è più o meno la stessa cosa, all’inizio non sapevo come sfruttare al massimo i mezzi che avevo, lavoravo con foga per sgrezzare una materia primordiale. Ora sono capace di non sprecare energie, riesco a ragionare più lucidamente. È un processo importante, che ti conferisce disciplina e chiarezza, ed è infinito».
I personaggi di Lansdale sono del genere a cui è facile affezionarsi, così umani e contemporaneamente distanti dall’umanità tout-court. È gente che se ne va in giro a bordo di macchinoni cigolanti, che odia per ragioni nobili e si innamora perdutamente. Ma sono anche personaggi pescati dalla letteratura per ragazzi, catapultati nell’orrore più oscuro e poi in una dimensione onirica tra autobus volanti e aeroplanini giocattolo, talmente motivati da ribaltare la situazione. Sono personaggi che ritornano, che diventano familiari, che nel corso di quasi venticinque anni di pubblicazione seriale — nel caso di Hap e Leonard, un po’ meno nel caso del Drive-in — fanno cose come smettere di fumare e piangere per la perdita di un fidanzato. Morire anche, nel caso. «Che giorno è? Perché di solito al mercoledì sono fan di Hap e Leonard e al giovedì del ciclo del Drive in, negli altri giorni alterno gli altri miei libri». In una costante altalena tra la realtà più devota e la fantasia più sfrenata, in un ambiente che è più o meno sempre lo stesso. «Del mio Texas avranno scritto in moltissimi probabilmente, ma in modo diverso. Il fatto è che il Texas porta con se un infinito apparato di miti, un intreccio di racconti più o meno verificabili e di stereotipi, e io cerco di aggiungerne di nuovi. Leggenda sopra leggenda alla fine ci si allontana abbastanza dalla realtà da inventare qualcosa di nuovo. Però le situazioni più fuori di testa che trovi nei miei libri sono tutte vere, roba che non sarei mai riuscito a inventarmi».
Joe R Lansdale (Einaudi)Nel corso della sua carriera, Joe Lansdale ha scritto più di quaranta romanzi e moltissimi racconti — il primo dei quali è stato pubblciato nel 1972 — ha partecipato alla stesura di sceneggiature per cartoni animati, film ed è stato attivissimo nella scrittura per fumetti. «Adoro i fumetti, sono la ragione principale per la quale ho iniziato a scrivere. Credo che il fumetto sia la forma di scrittura più sottovalutata. Ha un potenziale enorme, dipinge una una realtà più grande e più colorata. Semplicemente varia. Non sono paragonabili ai film, o ai libri, sono una cosa a sé, con un’identità definita». Ora stanno girando un film tratto da Freddo a luglio e da anni si parla di qualcosa con come protagonisti Hap Collins e Leonard Pine, ma della serie tv tratta dalla sua saga più famosa non si sa nulla e Joe è scettico.
Pensare alla scrittura di Lansdale è come cercare di pensare alle origini del mondo: si possono fare supposizioni, ma difficilmente si arriverà a spiegarla fino in fondo. Ha il gusto delle copertine pulp degli anni Novanta, sfacciatamente invitanti e incredibilmente accurate. Colorata, stringente, bruciante e distruttiva. È tutto assieme quello che dovrebbe essere la scrittura di intrattenimento e nasce da una penna raffinata, esperta, infinita.

martedì 13 maggio 2014

Maschi ubriachi

Una mia poesia scritta ieri sera. Da una idea di un'amica.



Maschi ubriachi
ovunque.
A fatica salgo sul treno,
in mezzo a spintoni e sguardi poco
rassicuranti.
Mi sembra quasi che tutti vogliano
palpeggiarmi.
Mi si avvicina una ragazzo,
avrà qualche anno meno di me.
Supera di poco i 30 anni.
E’ ubriaco, anche lui.
Ha l’alito vinoso ma una faccia rassicurante.
Mi sfiora la testa con la mano.
Abbastanza dolcemente,
nonostante il suo tasso alcolico.
Ci perdiamo di vista
per qualche istante
per poi ritrovarci
seduti 
uno di fronte all’altro.
Parliamo per un po’ di letteratura,
Checov, Verga, Goethe.
Di come la vita sia bella proprio perché
va vissuta, giorno dopo giorno.
Parliamo per una buona ora,
poi arriva la sua fermata.
O meglio, lei è sempre stata lì.
Siamo noi che arriviamo alla stazione.
Lei è come la felicità, è sempre lì che ci aspetta.
Guardo fuori dal finestrino, ha iniziato a piovere.
Una serena tristezza si impossessa di me.
Lui si alza dal suo posto e mi dice che non ci vedremo più.
Si china verso di me un po’ goffamente
e mi bacia dolcemente una guancia.
Mi dico che gli uomini sono più dolci e più veri
quando il loro cuore è libero
e la loro anima ubriaca.

Chiudo gli occhi e sento
la pioggia che aumenta di intensità.
Segretamente spero che stia ubriacando il mondo.

lunedì 12 maggio 2014

Europee #11

Ritorno con qualche riflessione sulla politica italiana e, soprattutto, sugli italiani.
Queste poesie sono tratte da La fatica di non pensare, Edizioni del Faro.




Fare politica in Italia

Il problema viene risolto
producendo l’IPOTESI
e deducendone le conseguenze.
 









Sul perché ci va bene questa classe politica

La pigrizia mentale rende le verità apparenti



verità assolute.






Un vero esempio di democrazia (ovvero, che furbi sti romani!)

I giudici quindi


incoronarono


il cadavere di


Arrachione


e proclamarono


vincitore


il morto.