lunedì 30 settembre 2013

Come far amare la lettura ai bambini

Per tutti quelli impegnati nel mestiere del genitore, un piccolo consiglio per far leggere i propri figli. L'articolo è apparso su libreriamo.it e lo riporto in parte, la versione completa è questa: libreriamo.it/10consiglidilettura.

Da tempo la lettura si è imposta come uno dei più importanti strumenti di educazione. La lettura diventa così una delle prime cose che deve essere insegnata ad un bambino. Nonostante questo, non deve essere vista soltanto come un mero strumento indispensabile per l’apprendimento. Quando viene insegnato a leggere ai bambini, è necessario riuscire ad insegnar loro anche ad amare la lettura. L’amore per la lettura proviene in primo luogo dalla casa, dalla famiglia, e ciò richiede uno sforzo non indifferente da parte dei genitori. In un recente articolo apparso sul blog Babble sono stati indicati dieci utili consigli non solo per insegnare ai bambini ma soprattutto a mantenere questa passione anche con il passare del tempo.
1. INCOMINCIARE A LEGGERE AI PROPRI FIGLI MOLTO PRESTO -  E’ utile incominciare a leggere al bambino una favola tutte le sere prima della nanna sin dai primi giorni di vita. Se si comincia da subito a far entrare nella routine della nanna la lettura, esattamente come il lavare i denti e l’ indossare il pigiama, diventerà per lui un momento  naturale, e non vedrà l’ora di farlo.
2. COME INSEGNARE A LEGGERE AL BAMBINO – Un libro molto utile consigliato a tutte le mamme ed i papà è  “Teach Your Child to Read in 100 Easy Lessons” di Siegfried Engelmann, Phyllis Haddox ed Elaine Bruner. Qui vengono suggeriti molti modi su come insegnare a leggere, ma soprattutto a non scoraggiarsi se i risultati non sono immediatamente quelli sperati.
3. SCEGLIERE IL LIBRO GIUSTO – Spesso si rimane sconcertati da alcuni libri che si trovano sugli scaffali di alcune librerie: talvolta si tratta di testi scritti male, con una punteggiatura errata, o che sono terribilmente noiosi. Il primo modo per far amare la lettura ai propri bambini è quello di scegliere con cura ed estrema attenzione i libri da leggere. I criteri di selezione da mettere in atto sono molti, ma bisogna innanzitutto partire dall’età del bambino. In base a questa, si opterà per un libro con più immagini e meno testo, o testi con un determinato numero di pagine per lettori già più “esperti”. Importante è anche l’osservazione della trama, anche per quanto concerne il cosiddetto “happy ending”. Sino ad una certa età è auspicabile infatti che i bambini associno il lieto fine alla storia per poter maggiormente apprezzare il rito della lettura.
4. DIVENTARE PARTE ATTIVA DELLA STORIA – E’ molto importante, quando il bambino è ancora piuttosto piccolo, che senta l’entusiasmo del genitore nel raccontargli la storia, percependo l’emozione attraverso le parole che gli vengono lette. Se ad esempio  la trama prevede suspance, bisogna rallentare il ritmo della lettura, di modo da far sì che si crei la giusta atmosfera di attesa. Se invece la storia è triste, bisogna abbassare la voce e assumere un atteggiamento  malinconico. Se invece il tono della storia è allegro, questo deve  ben trasparire dal modo in cui il testo viene letto ed interpretato. In questo modo la lettura diventerà molto più coinvolgente per i bambini.  
5. DEDICARE ALLA LETTURA IL TEMPO ADEGUATO – Quando si legge e si termina una pagina non bisognerebbe subito voltarla e procedere oltre. E’ utile che gli occhi del bambino abbiano tempo di osservare la pagina, così da comprendere meglio quanto letto sino a quel momento. Esattamente come quando si sfoglia una rivista non si leggono soltanto gli articoli ma si osservano le figure e quanto altro presente nella pagina per comprenderne meglio il contenuto, così avviene anche per i libri, e questo deve essere da subito trasmesso ed insegnato ai piccoli lettori. Un altro espediente molto efficace è quello di coinvolgere direttamente i bambini nella lettura, invitandoli a completare alcune frasi con parole intuibili dal contesto o dalle immagini che corredano le pagine.
6. PROPORRE DOMANDE DI COMPRENSIONE – Al termine della lettura è molto utile lavorare sulla comprensione del testo, chiedendo ad esempio quale sia stata la parte preferita del libro appena concluso, il personaggio più simpatico e quello più antipatico, o quale sia il loro pensiero riguardo al finale. Le domande aiutano a migliorare la comprensione ma anche ad iniziare una riflessione più intima su loro stessi, ad esempio attraverso domande sul perché quel determinato libro abbia suscitato in loro determinate emozioni. Aiuterà inoltre il bambino a capire meglio quali siano i suoi gusti in fatto di lettura e quindi ad orientarsi nelle scelte letterarie future.
7. PARLARE DI LIBRI – Attorno al tavolo all’ora di cena un ottimo argomento di conversazione potrebbero essere proprio i libri. Potrebbe essere utile intavolare un discorso sul testo che il bambino sta leggendo in quel momento. Questa azione gli permetterà di sentirsi maggiormente al centro dell’attenzione e quindi di essere invogliato a leggere altri libri in futuro.
8. ESSERE PAZIENTI – Bisogna essere consapevoli del fatto che ciascun bambino impara in modi e tempi diversi. Spesso si rischia di commettere l’errore di confrontarsi con i genitori di altri bambini della stessa età e fare paragoni su tempi e modalità di apprendimento. Ciascun bambino impiega il proprio tempo nell’apprendere e nel far sue determinate dinamiche, per cui bisogna essere capaci di prendere il suo ritmo, senza sottoporlo a stress ma al contrario incoraggiarlo e complimentarsi con lui per ogni piccolo traguardo raggiunto.
9. PROPORRE SEMPRE LIBRI NUOVI – Se si ha nelle vicinanze una biblioteca o una libreria, potrebbe essere buona cosa farci un salto periodicamente, di modo da proporre sugli scaffali di casa testi sempre nuovi, che possano suscitare l’interesse dei piccoli lettori. Potrebbe essere inoltre auspicabile regalare ai propri figli libri durante le ricorrenze, a Natale o al compleanno, o come premio per un particolare traguardo raggiunto.
10. DARE IL BUON ESEMPIO – In ogni momento libero a casa bisognerebbe riuscire a dare il buon esempio ai propri figli, sedendosi alla scrivania o sul divano in compagnia di un buon libro o di una rivista interessante.  

venerdì 27 settembre 2013

Ho dato il tuo nome

Oggi posto una poesia che il sito prosaepoesia.net ha pubblicato questa settimana, l'opera è tratta da La fatica di non pensare (edizionidelfaro.it/lafaticadinonpensare).
Vi chiedo cortesemente di mettere il vostro I LIKE e di condividere la poesia nei social. Se poi vi avanza un po' di tempo fatevi follewer di questo blog. Gracias


Ho dato
il tuo nome
al mio sogno più bello.
Aprii gli occhi:
mi sorridesti,
non era un sogno.

mercoledì 25 settembre 2013

La fatica d'essere scrittore #1

Oggi inauguro una nuova rubrica di interviste. La cadenza dipenderà molto dal mio stato umorale... Intervisterò scrittori, da qui il nome della rubrica, senza escludere ogni tanto qualche altro artista. Oggi inizio con Fabrizio Carollo, scrittore ma non solo, bolognese.



Dico sempre a chi mi chiede del perché scrivo che non potrei  fare altro, se non lo facessi non sarei me stesso.  Sarei  un’altra persona. Ti senti di condividere  questa affermazione anche per quello che fai tu?
Sottoscrivo incondizionatamente la tua affermazione. Per quello che mi riguarda, la scrittura è una estensione del mio essere, una sorta di linfa che fa evolvere continuamente cuore ed anima. Ho sempre amato scrivere e non credo di essere presuntuoso nel dire che, per me è sempre stato un dono. Ovviamente, ho fatto la mia brava gavetta anche nella scrittura, sperimentando, sbagliando e migliorando negli anni fino a trovare un mio stile ed un mio genere, però non potrei mai fare a meno di scrivere ed è qualcosa che mi viene naturalmente (Mai fatta la malacopia di un tema!). Inoltre, la scrittura mi ha aiutato a vincere una grande timidezza e mi ha fatto conoscere tanti nuovi amici e mi ha dato la possibilità di realizzare parecchi sogni, che pensavo rimanessero per sempre nel classico cassetto! Sì...certamente, senza la scrittura sarei stato completamente diverso e non mi sarebbe piaciuto quel Fabrizio.
L’Italia è un museo a cielo aperto, l’Italia è il luogo di grandi scrittori e musicisti, di grandi registi e grandi attori. E si potrebbe continuare all’infinito. Da uomo di cultura quale sei, non trovi che a volte tutte queste affermazioni sembrino una presa in giro vista la difficoltà di “fare cultura” nel nostro paese?
Il nostro paese è una miniera di Cultura ed Arte, con la C e la A maiuscole. L’elenco delle personalità che hanno dato e danno al nostro paese, in termini culturali, è veramente sconfinato! Però, la cultura è sempre stata bistrattata, umiliata ed a volte esiliata dalle stesse persone che dovrebbero portarla in auge nelle città e nei comuni. Io trovo che fare cultura in Italia sia veramente difficile ma il fatto che da noi vi siano numerosissimi talenti in tutti i settori è anche indice di un grande potere delle nostre terre. Paradossalmente, anche il fatto che la cultura italiana non sia così valorizzata, porta anche gli artisti ad essere più gelosi delle loro opere e c’è anche una sorta di “circolo” degli uomini di cultura, all’interno del quale si hanno bellissime sensazioni. Si parla, si scambiano opinioni e ci si intende, emozionandosi e capendo che è anche bello sapere che forse non tutti possono capire le nostre sensazioni, altrimenti si scadrebbe nella monotonia. In parole povere, è bello essere pochi all’interno del nostro mondo, diverso da ognuno di noi ma comunque simile. Certo, la cultura dovrebbe essere più valorizzata, più pubblicizzata nel nostro paese, specialmente per quello che riguarda i talenti emergenti ma non dimentichiamo che la cultura può anche trovarsi all’interno di un bar, di un circolo, in qualsiasi luogo. Sta a noi saperla identificare e lasciarci rapire da essa.
Sono del parere che un vero artista con la sua opera debba darti un pugno nello stomaco senza perdere la tenerezza. Senza queste condizioni abbiamo prodotti culturali e non cultura vera e propria. Sei d’accordo?
L’arte, per definizione, DEVE essere gioiosa e triste al tempo stesso. Deve accarezzarti e percuoterti brutalmente ed io cerco, in quello che scrivo, di comunicare questo non facile contrasto. Come hai detto giustamente, senza questa tempesta emotiva, avremmo banali prodotti culturali come usciti da una catena di montaggio: magari esteticamente bellissimi ma privi di personalità e senza il potere di catturare l’attenzione e le emozioni di chi ne viene a contatto.
Mi spieghi perché senza libri saresti una persona diversa?
Come detto prima, credo che sarei più chiuso e meno maturo di quanto non sia adesso. Certo, il percorso è ancora molto lungo ed insidioso ma senza la scrittura non sarei stato in grado di evolvermi come persona in sé. Ogni volta che scrivo, scopro una parte nuova di me, nel bene o nel male. Inoltre, scrivere è stata una valvola di sfogo importantissima nei momenti peggiori della mia vita. Piuttosto che prendere a pugni una parete è meglio creare una buona storia, no?
Ti ringrazio per la tua disponibilità, prima dei tuoi saluti però, fatti un po’ di sana pubblicità.
Sto ancora revisionando il mio quarto libro, che sarà anche il mio primo romanzo. Una sorta di omaggio al mondo vampiresco anni ottanta e devo confessare che mi sono divertito molto a scriverlo. Forse la trama è più lineare rispetto ai miei precedenti lavori ma penso che potrà piacere ai lettori che già mi hanno apprezzato e che possa conquistarne di nuovi. Molta azione, l’eterna lotta del bene contro il male, qualche sorpresa e un bel po’ di violenza fumettistica, com’è ormai mia abitudine! Spero di farlo uscire a fine anno. In autunno, inoltre, sarà sulla web tv C-100 per la conduzione della nuova stagione della mia rubrica di interviste “Un autore nella Cultura” e vi terrò compagnia fino a Natale con tantissime novità. Proseguono anche le mie collaborazioni giornalistiche ed il mio percorso fotografico che mi ha catturato per caso ma che mi coinvolge sempre di più, trovandolo incredibilmente sconfinato e ricco di potenzialità e nuove sfide. A questo proposito, ben due mostre in programma: una paesaggistica e l’altra….FANTASMAGORICA, eheheh! Non svelerò di più! Grazie a voi per la bella intervista!

lunedì 23 settembre 2013

A Silvio

Dopo che tutti hanno detto la loro sul video di Silvio, vi invito a leggere questo articolo di Giannini (m.giannini@repubblica.it) che condivido in pieno. Giannini dimostra che il vecchio e ormai impotente (politicamente, si capisce) leader, sta in piedi solo modificando la realtà. E se non fosse che milioni di italiani gli danno ancora retta solo per comodità, perché la sua idea di Stato è quella di una azienda dove "dovete lasciarmi lavorare e non rompetemi i coglioni", sarebbe già nel dimenticatoio. Ma milioni di italiani amano questa idea di "Stato". Discorso diverso va fatto per il PD e per tutti i suoi milioni di elettori! Demonizzano da venti anni Berlusconi, sono ancora vivi, politicamente, solo perché c'è ancora lui, continuano a farci governi assieme. Ma che Italia nuova volete? Sono al governo con fascisti ed evasori fiscali, corruttori e pseudo mafiosi ma poi il 25 aprile vi emozionate quando sentite cantare Bella ciao. Il PD è un cancro per l'Italia. Ha ragione Grillo, siete tutti uguali!
Buona lettura!

Il video-messaggio di Berlusconi non è solo un concentrato di dolori personali e di rancori collettivi. Come sempre, i suoi sedici minuti di "discorso alla nazione" racchiudono anche una micidiale sequenza di falsità. Dalla ricostruzione delle sue vicende politiche alla "narrazione" delle sue vicissitudini giudiziarie, la menzogna domina la scena e scandisce il plot della fiction berlusconiana. La menzogna, ancora una volta, è "instrumentum regni" del Cavaliere, utile a sovvertire il senso e a generare il consenso.
Nel triste, solitario e finale comizio televisivo, registrato come nel 1994 nella location di Villa San Martino, si possono contare almeno sei bugie, che vanno dal bilancio della crisi economica al rilancio della "moderata" Forza Italia. Omissioni della realtà, manomissioni della verità: vale la pena di ripercorrerle una per una, con una esegesi testuale e contro-fattuale, per capire ancora una volta i meccanismi che fanno funzionare la "macchina" del potere berlusconiano.
1) La crisi economica senza precedenti
Dice il Cavaliere agli italiani: "Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi economica senza precedenti, in una depressione che uccide le aziende, che toglie lavoro ai giovani, che angoscia i genitori, che minaccia il nostro benessere... Il peso dello Stato, delle tasse, della spesa pubblica è eccessivo: occorre imboccare la strada maestra del liberalismo...".
Berlusconi parla come un passante, non come il presidente del Consiglio che solo dal 2001 ad oggi ha governato il Paese per ben otto anni. I risultati economici dei suoi due governi sono stati rovinosi. Lo dice Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, nelle Considerazioni finali del maggio 2012 (il governo Berlusconi è caduto nel novembre 2011): "Le condizioni economiche si deteriorano da un anno. La produuzione industriale, che aveva a stento recuperato nel secondo trimestre dello scorso anno,... è da allora caduta del 5%. Il Pil è diminuito dalla scorsa estate per tre trimestri consecutivi, con una perdita complessiva di 1,5 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione è salito, da luglio, da poco più dell'8 a quasi il 10%, fra i giovani con meno di 25 anni dal 28 al 36%". Quanto alle tasse, la pressione fiscale è sempre aumentata durante i governi del Cavaliere: dal 40,6 al 41,4% tra il 1994 e il 1996, dal 40,5 al 41,7% tra il 2001 e il 2006 e dal 42,7 al 44,8% tra il 2008 e il 2011.
2) La magistratura "contropotere irresponsabile"
L'attacco più veemente, come al solito, è contro le toghe: "Siamo diventati un Paese in cui non vi è più la certezza del diritto, siamo diventati una democrazia dimezzata alla mercè di una magistratura politicizzata che, unica tra le magistrature dei Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità... si è trasformata da Ordine dello Stato in un Contropotere in grado di condizionare il potere legislativo e il potere esecutivo e si è data come missione quella di realizzare la via giudiziaria al socialismo".
A quali "fonti" abbia attinto il Cavaliere è un vero mistero. La Costituzione prevede che "i giudici rispondono soltanto alla legge" (articolo 101), che spettano al Csm "secondo le norme dell'ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati (articolo 105), ma che "il ministro della Giustizia ha facoltà di promuovere l'azione disciplinare" e che il pm "gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull'ordinamento giudiziario" (articolo 107). Com'è evidente, la magistratura è un "organo dello Stato", che gode di autonomia secondo il principio della separazione dei poteri, ma non della "totale irresponsabilità" lamentata dallo Statista di Arcore: risponde alle leggi, come avviene in tutti i "Paesi civili". Quanto al "Contropotere" che condiziona "il potere legislativo e il potere esecutivo", il Ventennio berlusconiano dimostra l'esatto contrario: con 18 leggi ad personam sulla giustizia su un totale di 37 fatte approvare a forza dal Parlamento, è stato Berlusconi a usare il potere esecutivo per imporre al legislativo un vincolo al giudiziario. Infine, la "missione di realizzare la via giudiziaria al socialismo" è un inedito assoluto del Cavaliere: qualche solerte azzeccagarbugli deve avergli spacciato come documento di Magistratura Democratica un vecchio dispaccio di Andrej Vishinsky, procuratore dell'Unione Sovietica degli anni '30.
3) La caduta del primo governo del 1994
Per sostenere la tesi del "complotto politico" e della "Guerra dei Vent'anni" dichiarata contro di lui dai giudici rossi, Berlusconi risale ai tempi di Mani Pulite, alla sua discesa in campo e al suo primo trionfo elettorale del '94: "Immediatamente, i Pm e i giudici legati alla sinistra e in particolare quelli di Md si scatenarono contro di me e mi inviarono un avviso di garanzia accusandomi di un reato da cui sarei stato assolto, con formula piena, sette anni dopo".
È la famosa leggenda dell'avviso di garanzia recapitato all'allora premier dal Pool di Milano durante il vertice Onu sulla criminalità a Napoli. Fatto vero, che si verifica il 22 novembre 1994. in relazione all'inchiesta sulle tangenti alla Guardia di Finanza. Ma il primo governo del Polo non cade affatto per questo: si sfarina a causa della lotta fratricida sulla riforma Dini, che porta la Lega di Bossi a decidere il ribaltone e Berlusconi ad aprire la crisi il 22 dicembre, con un durissimo discorso alla Camera in cui accusa l'ex alleato Senatur di "rapina elettorale". Quanto all'esito di quel processo sulle tangenti alla Guardia di Finanza, non è vero che il Cavaliere viene "assolto, con formula piena, sette anni dopo". Intanto in quel processo, nel 2001, viene condannato Salvatore Sciascia, dirigente Fininvest, che le tangenti le ha pagate. Berlusconi viene assolto su tre capi d'imputazione, ma per un quarto se la cava grazie all'"insufficienza probatoria". Non solo: nella sentenza di condanna definitiva per David Mills la Cassazione accerta che l'avvocato inglese fu corrotto "per testimoniare il falso nel processo sulle tangenti alla Gdf", favorendo così l'assoluzione dell'ex premier.
4) Cinquanta processi, quarantuno assoluzioni
È un classico della vulgata berlusconiana: "Mi sono stati rovesciati addosso 50 processi che hanno infangato la mia immagine... ed ora, dopo 41 processi che si sono conclusi, loro malgrado, senza alcuna condanna, si illudono di estromettermi dalla politica con una sentenza che è politica ed è mostruosa... sottraendomi da ultimo al mio giudice naturale, cioè a una delle sezioni ordinarie della Cassazione che mi avevano già assolto, la seconda e la terza, due volte...".
Il vero numero dei processi di Berlusconi non è 50, come dice ora, né meno che mai 106, come sparò nel novembre 2009. I suoi processi sono finora 18. Quelli conclusi sono 14 (di questi uno è una condanna definitiva per frode fiscale, quello sui diritti tv Mediaset, e solo un altro è un'assoluzione con formula piena; quanto al resto, 2 sono assoluzioni con "formula dubitativa", e 10 sono assoluzioni dovute all'effetto delle leggi ad personam, tra legge Cirielli sulla prescrizione e depenalizzazione del falso in bilancio). Quelli ancora in corso sono 4: due di questi si sono conclusi con una condanna in primo grado (nastri Unipol e Ruby 1) mentre per altri 2 il procedimento è solo agli inizi (Ruby 2 e compravendita dei senatori a Napoli). Quanto alla condanna definitiva sui diritti tv Mediaset, la sentenza non è politica, poiché si riferisce a fatti che precedono la discesa in campo, e non c'è stata alcuna sottrazione al "giudice naturale": l'assegnazione alla "Sezione feriale" della Cassazione, invece che alle sezioni seconda e terza, rientra nella normale applicazione della legge e della prassi. La procedura d'urgenza nella discussione delle cause è prevista dall'articolo 169 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale e dal "decreto organizzativo" varato dalla stessa Corte nel 2012.
5) L'evasione inesistente sui diritti tv
Sulla condanna nel processo Mediaset il Cavaliere si difende così: "Sono riusciti a condannarmi per una presunta ma inesistente evasione dello zero virgola... Io non ho commesso alcun reato, io sono assolutamente innocente...".
L'evasione fiscale, con la quale il gruppo Mediaset ha creato fondi neri necessari al pagamento di tangenti, non è affatto "inesistente". Secondo i giudici, che l'hanno confermato in tre gradi di giudizio, la frode fiscale effettivamente sanzionata si riferisce al biennio 2002/2003, ed ammonta a 7 milioni di euro. Ma quella originariamente contestata era pari a 370 milioni di dollari, perché risaliva indietro fino agli anni '80. Se questa imputazione è caduta è solo grazie, ancora una volta, alle leggi ad personam, che hanno fatto cadere le accuse di appropriazione indebita e di falso in bilancio. Ma la frode fiscale, ormai, è "res iudicata". Se questo è un innocente.
6) Forza Italia partito della tolleranza
Il mesto finale da Caimano attinge all'antico repertorio azzurro: "Forza Italia difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita e della famiglia, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari...".
Sul "valore della famiglia" come caposaldo etico-morale dei valori forzisti, la sentenza di condanna in primo grado per prostituzione minorile patita dal Cavaliere per la vicenda di Ruby, la "nipote di Mubarak", sembra raccontare tutt'altra storia. E non si tratta di intrusione nella vita privata, ma del dovere di un uomo pubblico di rendere conto dei propri comportamenti, soprattutto quando questi rivelano l'abuso e la dismisura. Sulla "tolleranza verso gli avversari", a parte la sterminata letteratura sui "comunisti che coltivano l'odio e l'invidia sociale" e i numerosi "editti" emessi per cacciare dalla Rai i vari Biagi, Santoro e Luttazzi, fa fede una frase memorabile che proprio Berlusconi pronunciò il 6 aprile 2006, all'assemblea di Confcommercio: "Non credo che ci siano in giro così tanti coglioni che votano per la sinistra...". Questo perché, oggi come allora, Forza Italia è "il partito dei moderati". L'eterno ritorno. O, forse, l'eterno riposo.

sabato 21 settembre 2013

La Fatica riprende...

Dopo la pausa settembrina, a breve riprenderò la promozione de La fatica di non pensare - edizionidelfaro.it/lafaticadinonpensare. Alcune anticipazioni: sarò, probabilmente, ospite di un network bolognese tra ottobre e novembre. Mentre a dicembre sarò ospite in zona basso Piave. Sempre tra ottobre e novembre potrei presentare La fatica in provincia di Padova e in Friuli.
Vi terrò aggiornati, intanto leggetevi  un po' di materiale non ancora edito e la bellissima recensione che ha fatto Fabrizio Carollo (www.fabriziocarollo.it) per il portale www.bolognaplanet.it de La fatica.


 
 
 
LA FATICA DI NON PENSARE ma anche il mio precedente libro UNA COMPLESSA SEMPLICITA', si possono acquistare anche online, LA FATICA DI NON PENSARE è acquistabile anche in formato e-book, al prezzo di € 3,49.  Alcuni siti dove poterli acquistare: www.ibs.it, www.amazon.it, www.unilibro.it.
LA FATICA DI NON PENSARE  è acquistabile anche nel sito dell'editore, www.edizionidelfaro.it   o nelle librerie, codice isbn 9788865378663.
 
Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore.
F. De André

giovedì 19 settembre 2013

Ti manca sempre...

Anche oggi il sito prosaepoesia.net ha pubblicato una mia poesia, l'opera è tratta da La fatica di non pensare (edizionidelfaro.it/lafaticadinonpensare), che leggete qui sotto.
Vi chiedo cortesemente di mettere il vostro I LIKE e di condividere la poesia nei social. Se poi vi avanza un po' di tempo fatevi follewer di questo blog. Gracias.

Ti manca sempre mezzo metro
e te ne sei accorto.
Oggi volta mezzo metro
per  far un chilometro.
Siamo tutti capaci
ad essere quasi bravi,
io compreso.
Chi ha un lavoro
ma non prende quanto vorrebbe.
Forse per sfortuna o
più semplicemente perché
non ha talento.
Chi non ha un lavoro
e magari lo cerca
o magari no.
In questa mattina primaverile
cammino assieme a mezzo milione di persone
in questa grande città.
Osservo questo istinto
neuromotorio
che ci fa camminare.
In cerca
di qualcuno
o qualcosa
o nulla.
Magari solo per camminare.
E qualcuno ci riesce sempre meglio degli altri in quest’arte.
L’esperienza, già.
Anche in questo ne esci un po’ goffamente.
Ma preferisci pensare ad un valzer
sul bel Danubio blu,
a una bella musica andina.
Sei arrivato dove dovevi arrivare,
vedi già la scritta
e la bella insegna luminosa.
Ti manca proprio poco
giusto mezzo metro … hop!

martedì 17 settembre 2013

Snobismi letterari

Oggi vi propongo un articolo molto carino che ho visto su libreriamo.it, parla dei preconcetti degli snob delle lettura. Mi ci riconosco, almeno un po'...
Buona lettura!

 
Spesso i libri sono vittime dei pregiudizi di lettori che, convinti di avere gusti letterari sopraffini, guardano dall’alto in basso tutto ciò che non ritengono all’altezza della loro raffinata sensibilità. Sono gli snob del mondo della lettura, ahimè molto numerosi in questo campo. Lo snobismo non risparmia nessun genere e non guarda in faccia a nessun autore, che si tratti del romanziere Stephen King o del saggista Martin Amis. Ecco perché lo scrittore e giornalista inglese Matt Haig ha ritenuto utile raccogliere, in un post ubblicato sul suo blog, i trenta pregiudizi più diffusi da sfatare sulla lettura. Perché i libri non accettano alcun tipo di snobismo, che si tratti di un dramma shakespeariano o di un volume della trilogia delle “Cinquanta sfumature”. Qui di seguito riportiamo i primi quindici. Gli altri ve li riveleremo prossimamente...
 
1. Lo snobismo fa sì che le persone si preoccupino troppo di cosa leggere. E le persone preoccupate smettono di entusiasmarsi. 
 
2. Lo snobismo spesso fa scegliere libri sbagliati. Il pregiudizio diffuso è quello che la maggior parte delle persone desideri libri leggeri, e che solo pochi “esemplari”, ormai quasi in via d’estinzione, possano apprezzare libri di un certo calibro. 
 
3. Se qualcosa è popolare, non significa che non sia di qualità. Basti pensare al successo di Shakespeare e dei Beatles. 
 
4. Contrariamente a quanto si crede, i teenagers hanno molti più neuroni attivi degli adulti. 
 
5. Il fatto di essere in radio o sulle prime pagine del New York Times non rende automaticamente qualcosa migliore. 
 
6. Il libro molto spesso non è meglio del film. 
 
7. La meraviglia è universale. Non c’è uomo al mondo che sia entrato nella Cappella Sistina e non sia rimasto a bocca aperta alzando lo sguarda i suoi affreschi. Questo fa di Michelangelo un artista di basso livello?
 
8. Gli ebook valgono tanto quanto i libri cartacei, l’importante è il contenuto.
 
9. Lo snobismo finge di rivolgersi verso certi libri, ma in realtà è diretto verso le persone. Gli snob sminuiscono il gusto degli altri per sentirsi migliori di loro.
 
10. Spesso si abbandona un libro solo perché è catalogato in un genere considerato di serie B, non perché non piaccia il contenuto. Si tratta senza alcun dubbio di un atteggiamento razzista. 
 
11. Spesso si disprezza un libro a causa della classe sociale del suo autore. Virginia Woolf, che Matt Haig definisce “il santo patrono del libro snob”, quando lesse l’“Ulisse” lo definì un libro analfabeta scritto da “un uomo che lavora, e tutti sappiamo quanto i lavoratori siano angosciati”. 
 
12. Tu sei solo uno dei 7,000,000,000 di persone che popolano la Terra. Non potrai mai essere migliore di tutti loro, ma puoi essere felice di considerarti “uno di loro”. 
 
13. Le uniche persone che sono felici di essere “incomprese” sono quelle che non hanno nulla da dire. 
 
14. Credere che un libro sia migliore perché è difficile da capire è come credere che un edificio sia migliore perché non ha le porte. 
 
 15. Shakespeare non andò mai all’università. Ha anche raccontato barzellette (alcune brutte, è vero. Ma non lo si può criticare per averci provato). 
 
16. Trama non è una parolaccia. Una trama avvincente è un ingrediente fondamentale. La trama è il vecchio criminale che trova la redenzione. La trama è la ricerca della vittoria, o dell’amore. La trama è il desiderio di azione, che è sintomatico del pensare, del muoversi e dell’essere vivi. 
 
17. I blogger non hanno distrutto la critica letteraria. 
 
18. Ci può essere tanta bellezza in parole, frasi e capitoli brevi esattamente come in quelli lunghi. Peraltro, si sa che i passeri volano più alto dei pavoni. 
 
19. I premi letterari sono il risultato di sei persone che si riuniscono in una stanza e scendono a compromessi.
 
20. Il libro più osannato di un autore è spesso quello su cui lui ha lavorato meno duramente, di cui è meno orgoglioso.
 
21. Leggere un determinato libro non ti rende più intelligente, esattamente come bere assenzio non ti trasforma in Van Gogh. E’ come leggi, non tanto che cosa leggi, che fa la vera differenza. 
 
22. Non bisogna mai mortificare qualcuno perché non ha letto un libro. I libri sono fatti per guarire, non per ferire. 
 
23. Non ha senso vantarsi di amare solo i libri realistici. E’ come vantarsi di non avere immaginazione.
 
24. Solo perché un romanzo è poliziesco, non significa che l’autore l’abbia scritto unicamente per vendere e far soldi. Potrebbe semplicemente significare che gli piacciono le storie di detective e indagini.
 
25. La semplicità è un molto più difficile da ottenere della complessità. E’ per questo motivo che esistono gli editori. 
 
26. Amazon è il male. Sì, ok, abbiamo capito. Ma non bisogna essere snob con le persone che comprano su Amazon, visto che più o meno tutti facciamo la spesa al supermercato. 
 
27. Non continuiamo a ripetere quanto ci piaccia l’odore dei libri. E’ come dire che amiamo il suono del cioccolato. 
 
28. Se siete autori, non continuate a preoccuparvi del genere di libro che state scrivendo, o del tipo di persone che lo potrebbero leggere, altrimenti non riuscirete mai a liberare la fantasia e rimarrete come intrappolati in una sala dove non succede nulla. 
 
29. Il nodo focale della scrittura è quello di riuscire a comunicare con il mondo, con gli altri esseri umani. Siamo tutti lontani chilometri. Non abbiamo reali mezzi di connessione, ad esclusione del linguaggio. E la forma più profonda del linguaggio è la narrazione.
 
30. Le grandi storie fanno appello al nostro io più profondo. E’ per questo che le storie sono nemiche dello snobismo, e un libro snob è nemico del libro.   

domenica 15 settembre 2013

Applausi per Lukashenko...

In questa domenica autunnale vorrei concentrare la mia attenzione su un vero idiota: il dittatore (presidente) bioelorusso Lukashenko. Questa personcina, ennesimo capo dello stato imbarazzante che ci ha dato la caduta dell'URSS, ha recentemento vinto il 23esimo premio IG Nobel, riconoscimento assegnato dalla rivista umoristica di Harvard Annals of Improbable Research. Titolo che condivide  insieme alla sua polizia, per la repressione della pratica di "applaudire in pubblico" in Bielorussia. Due anni fa l'opposizione bielorussa ha inscenato proteste in varie città in cui la gente applaudiva per strada e la polizia ha arrestato decine di manifestanti per aver battuto le mani. Nel luglio 2011 un tribunale bielorusso ha multato un uomo con un braccio solo per avere preso parte a una di questa manifestazioni. La corte ho ha ritenuto colpevole di aver applaudito in un luogo pubblico e il fatto che l'uomo avesse applaudito è stato verificato dalle testimonianze in aula.
Detto questo, un mio ultimo pensiero va a quel presidente di una repubblica lontana, anch'egli ex comunista, che ha nominato Amato alla Corte Costituzionale. Il problema dell'idiozia è che non si concentra mai su una unica persona..
Lenin, mi manchi.

venerdì 13 settembre 2013

Alberghi, sei

Oggi posto una poesia che il sito prosaepoesia.net ha pubblicato questa settimana, l'opera è tratta da La fatica di non pensare (edizionidelfaro.it/lafaticadinonpensare), che leggete qui sotto.
Vi chiedo cortesemente di mettere il vostro I LIKE e di condividere la poesia nei social. Se poi vi avanza un po' di tempo fatevi follewer di questo blog. Gracias.



Storie di insofferenti cittadini
in un comune albergo di montagna.
Elena non è riuscita a dare i cinque esami che le mancavano
per laurearsi in filosofia,
è nervosa.
Stefania si pettina davanti allo specchio,
sorride.
Mario ha chiuso la sua agenzia di viaggi,
è disperato.
Stefania fuma una sigaretta,
pensa.
Filippo non ha potuto giocare a golf
perché pioveva,
è incazzato.
Stefania vede il sole
specchiarsi sulle montagne,
vive.

martedì 10 settembre 2013

Tokio 2020

Madrid è stata sconfitta a causa della crisi economica nazionale, Istanbul è stata sconfitta per la questione siriana e non solo, gli amici turchi devono ripassare alcune regole fondamentali della democrazia. Magari saranno in classe con i medici che hanno "curato" Cucchi...
Quindi le Olimpiadi si faranno a Tokio, e l'Italia festeggia, così Roma potrà essere candidata per il 2024. Ipotesi non stupida, anzi. I giochi olimpici saranno lontani dall'Europa per un po', così la candidatura romana potrebbe essere molto forte e favorita. Già Malagò e Letta hanno dichiarato che la candidatura sarà possibile. Poi un sindaco del nord dirà che anche Milano o Venezia potrebbero ospitare le olimpiadi, supportato dal leghista di turno che cerca visiblità, e un sindaco del sud dirà che un bel consorzio di città meridionali potrebbero tranquillamente ospitare i giochi olimpici... l'Italia!
Detto questo, vi invito a leggere un interessante articolo (ilfattoquotidiano/giappone/olimpiadi), di Pio d'Emilia @piodem, che parla dell'attuale situazione della centrale di Fukushima. Perché se le olimpiadi in Cina sono state tanto criticate, spesso in maniera patetica e bigotta, per via della violazione dei diritti umani, spero lo siano anche quelle di Tokio, perché la salute è un diritto umano!



domenica 8 settembre 2013

La signora

Ecco il mio ultimo racconto. Scritto e pubblicato! Potrebbe far parte del mio prossimo libro che sarà solo di racconti.


La “signora”

Premesso che le minacce che ha ricevuto e che sta ricevendo la signora Balocchi sono da condannare, non concordo molto con le Sue riflessioni, Signor Presidente. Non è vero che non c'è controllo nel nostro lavoro. Il problema, il vero problema, è che proprio la “signora” (la definisco così perché altri termini sarebbero oltraggiosi e degni di denuncia) è la responsabile dei controlli. Altra riflessione, se le affermazioni che ha fatto la Balocchi le avesse fatte l'ex responsabile, sarebbe stato accusato da certi nostri ambienti come un pazzo dittatore. Perché due pesi e due misure?
Le scrivo questa lettera, signor Presidente, per dirle che la signora Balocchi, seduta alla scrivania del responsabile del personale, scrivania che è diventata sua, visto che l’incarico lo ricopre da ormai otto anni e, se non ricordo male, caro Presidente, avevamo deciso insieme, tutti noi, lavoratori e azienda, che sarebbe stata una carica da ricoprire per un massimo di 24-36 mesi, non è degna di quel ruolo. Se non se lo ricorda, vada a vedersi i verbali della riunione in cui parlammo proprio di questo argomento. E che dire poi dell’assistente della “signora”, ancora tra virgolette per evitare una denuncia, quell’assistente sappiamo bene perché è lì. Ma evidentemente dovrebbe stare sul letto della responsabile e lasciare il suo posto a una persona veramente competente.  I numerosi problemi che abbiamo avuto in questi anni e che continuiamo ad avere, sono il frutto del comportamento dissennato della responsabile e del suo aiutante. Sì. aiutante, perché il termine assistente sarebbe un complimento per quella persona. Un ragazzino di 21 anni che ricopre una carica così importante solo perché è disposto a vendere il suo corpo a una matrona di 45 anni ma che ne dimostra 60. E poi lei e la sua AZIENDA, anche se questo termine mi sembra eccessivo, visto che non navigate in buone acque, suo padre era un vero IMPRENDITORE, lei al massimo potrebbe stare al posto dello schiavetto di quella battona. E non mi venga a dire che le  minacce di morte, di stupro, di sodomia, di tortura, avvivate a quel pezzo di troia non sono sacrosante. Accanto al testo spesso ci sono immagini e disegni. Fotomontaggi: il volto sorridente sul corpo di una donna violentata da un uomo di colore, il suo viso sul corpo di una donna sgozzata, il sangue che riempie un catino a terra. Centinaia di pagine stampate, migliaia di messaggi. E stesso discorso vale per il giovine schiavetto sessuale della vecchia bagascia. “A ciascuna minaccia corrisponde un nome e un cognome, un profilo Facebook”, questo ha detto la polizia. Ma io me e sbatto! E questi servitori dello Stato che dichiarano che “Le minacce - tutte a sfondo sessuale, promesse di morte violenta - si sono moltiplicate nel giro di poche settimane con il tipico effetto valanga che la Rete produce: al principio erano una decina, qualche sito le ha riprese e rilanciate, i siti più grandi le hanno richiamate dai siti più piccoli con la tecnica consueta: dichiarare in premessa l'intenzione di denunciare l'aggressione col risultato, in effetti, di divulgarla ad un pubblico sempre più ampio.”
A suo tempo, la signora dichiarava "Io non ho paura", mentre il suo zerbino se ne stava in silenzio a tremare,  “di aprire un fronte di battaglia, se necessario.” E si ostinava a definirci come un piccolo gruppo di fanatici. E continuava con frasi del tipo “Non posso denunciarli tutti individualmente: è un'arma spuntata, la giustizia cammina lentamente al cospetto della nostra incolumità, quando arriva la minaccia è già altrove, moltiplicata per mille. E poi non è una questione che riguarda solo me. Ci sono due temi di cui dobbiamo parlare a viso aperto. Il primo è che quando una donna riveste incarichi importanti si scatena contro di lei l'aggressione sessista: che sia apparentemente innocua, semplice gossip, o violenta, assume sempre la forma di minaccia sessuale, usa un lessico che parla di umiliazioni e di sottomissioni. E questa davvero è una questione grande, diffusa, collettiva. Non bisogna più aver paura di dire che è una cultura sotterranea in qualche forma condivisa. Io dico: un'emergenza, in Italia. Perché le donne muoiono per mano degli uomini ogni giorno, ed è in fondo considerata sempre una fatalità, un incidente, un raptus omicida. Se questo accade è anche - non solo, ma anche - perché chi poteva farlo non ha mai sollevato con vigore il tema al livello più alto, quello istituzionale. Dunque facciamolo, finalmente".
E poi continuava “La seconda questione è se possibile ancora più delicata, il mio ruolo di formatrice e responsabile di una brava persona come il mio assistente, viene tutti i giorni messo in grossa difficoltà e inficiato a causa delle numerose minacce da parte di alcune decine di “colleghi”, per non parlare dei reati commessi via web, io e il mio collaboratore siamo oggetto di due pagine denigratorie sui social network.”
Quante volte quella troia e il suo animaletto ci hanno detto “Abbiamo informato la polizia postale.” Sì, lo ripeto perché mi avete rotto i coglioni, tutti! Quei due idioti che non sanno fare il loro lavoro e pure lei e tutto il consiglio di amministrazione di questa merda di azienda. Glielo dico io che non avrei avuto problemi a rigare l’auto del mongoletto, sì potrei essere stato io, che si fa scopare dalla troia e non me ne frega un cazzo delle telecamere che lei ha installato in azienda. Io e il mio “gruppo”, lo chiamo così perché altri termini sarebbe troppo politici, non abbiamo paura, né di lei, né della polizia postale. Non prendo in considerazione quei due esseri, non sono persone degne di tal nome.
Concludo dicendole che le cose potrebbero mettersi a posto solo nel caso lei ci venga incontro. Potremmo scendere a compromessi in cambio di un qualche piacere. Ho individuato due possibili scelte, una “mancia” nei prossimi mesi, diciamo che un 100 euro al mese per me e per il mio “gruppo” (di circa venti persone) per i prossimi 3 mesi potrebbero bastare. L’altra nostra proposta è il darci qualche giorno di ferie in più rispetto a quelli già concordati. Potremmo decidere d’avere due giorni in più di ferie al mese per i prossimi quattro mesi.
Essendo noi delle persone oneste e tutto sommato ragionevoli, le diamo tutto il tempo che le servirà per decidere se e quale proposta accettare per porre fine a questa situazione fastidiosa e brutta per tutti. Soprattutto per noi onesti lavoratori ma anche per la sua rispettabile e storica Azienda.

giovedì 5 settembre 2013

Alberghi, cinque

Anche oggi il sito prosaepoesia.net ha pubblicato una mia poesia, tratta da La fatica di non pensare (edizionidelfaro.it/lafaticadinonpensare), che leggete qui sotto.
Vi chiedo cortesemente di mettere il vostro I LIKE e di condividere la poesia nei social. Se poi vi avanza un po' di tempo fatevi follewer di questo blog. Gracias.
 
 
 
Pietro guarda con la bocca
spalancata il tondo culo di Maria,
vorrebbe portarsela a letto.
Maria dimena il suo casto culo
pulendo le scale,
vorrebbe un bambino.
Pietro ha lasciato la moglie sei anni fa,
poi ha aperto l’albergo Sole.
Maria lavora dieci ore al giorno
all’albergo Sole,
per pagare il mutuo dell’auto.

mercoledì 4 settembre 2013

Post pungenti

In attesa di una poesia tratta da La fatica di non pensare, che verrà pubblicata domani dal sito prosaeposia, vi consiglio alcuni miei post dello scorso mese di agosto. Spero vi pungano un po' l'anima.
Quindi, riepilogando, oggi politica e sport, domani poesia!

lunedì 2 settembre 2013

La fatica su Bolognaplanet.it

Riporto integralmente la recensione (recensione/Fatica) de La fatica di non pensare, fatta da Fabrizio Carollo (www.fabriziocarollo.it) per il portale www.bolognaplanet.it.
Buona lettura!

“È meglio un albero spoglio di un uomo privo di felicità”

Una frase assoluta, quasi solenne ed eterna.Non sono mai stato un estimatore della poesia, lo ammetto senza vergognarmene.Ma questa frase impattante va spiegata attraverso i retroscena della mia giovinezza.Da ignorante in materia, ho sempre pensato che la poesia si riducesse a quella studiata a memoria a scuola: poesie di immortali autori del passato, dotate di un fascino unico e troppo potenti per essere proposte ad un pubblico così giovane.Da sempre, questo è stato il mio parere: poesie che sono vere opere d’arte, obbligate ad essere lette, studiate ed esaminate da ragazzi che non hanno ancora sviluppato la passione per un’arte così particolarmente intensa, almeno nella maggior parte dei casi.Difatti, la poesia viene spesso bistrattata dai giovani che dimenticano queste grandi opere subito dopo l’interrogazione programmata e bollano questa forma di espressione come qualcosa di noioso, di lungo e relegato ad un tempo passato, ad uso esclusivo degli adulti.Io non ho fatto eccezione a questo schema ed anche nel momento in cui mi sono avvicinato ed ho abbracciato la scrittura, ho sempre tenuto alla larga la poesia, temendo potesse ancora annoiarmi e convinto che non avrebbe mai potuto coinvolgermi o darmi emozioni intense come quelle donatemi dalla narrativa.Mi sbagliavo: timidamente ho mosso i primi passi nella poesia moderna ed ho così potuto farmi rapire da un universo emotivo assolutamente senza confini.Qualcosa di incredibilmente raffinato, delicato, triste e gioioso al tempo stesso. Ho potuto anche conoscere diversi rappresentanti della poesia di oggi e, grazie a loro ed alle loro opere sono entrato in una bolla di emozione che mi ha appassionato come non avrei mai pensato.Mauro Fornaro ed il suo ultimo lavoro letterario “La fatica di non pensare” (edizioni Del Faro) è un poeta davvero unico e completo.Le parole sono frutto di grande maestria e scorrono sinuosamente come un torrente nascente che scende lungo il fianco di un monte, con acque limpide all’interno di un contesto a volte aspro ma comunque sempre meraviglioso nel suo insieme.Fornaro prende delicatamente per mano il lettore e lo conduce nelle proprie emozioni, a volte scuotendolo brutalmente.Si scopre, durante l’attenta lettura, che anche il lettore ha molti punti in comune (spesso inconfessati) con l’uomo divenuto poeta...un poeta colmo di genuina umanità, desideroso di esplorare nuove emozioni, ricco di sogni ed entusiasmo per la vita.Forse, a volte, appare una’amara punta di disillusione nei componimenti, un pizzico di rancore verso un mondo che non è come ci immaginiamo e come vorremmo fosse ma anche questo aspetto affascina e coinvolge ed alla fine troviamo comunque più di un barlume di speranza che non demorde di fronte agli aspetti più difficili della vita.Interessante ed accurata anche la ricerca della realtà americana e degli spazi sconfinati di un contesto che offre grande ispirazione e dove ognuno può essere qualcuno.Ma c’è anche una dura critica alla nostra società ed ai suoi aspetti più cupi, il tutto condito da sussurrata dolcezza ed un omaggio all’immortale Charles Bukowsky.Un ottimo esempio di poesia, quindi. Il modo migliore per affacciarsi a questo mondo anche per un neofita.L’unico rimpianto di questa bellissima raccolta di un poeta maturo e tormentato è che termina troppo presto, lasciando la voglia di leggere ancora altre poesie e la trepidante attesa di un nuovo volume, della prossima raccolta.
 
“Ho dato il tuo nome al mio sogno più bello. Aprii gli occhi: mi sorridesti, non era un sogno”

“La fatica di non pensare” e la poesia nella sua più pura accezione.