Buona lettura!
Spesso i libri sono vittime dei pregiudizi di lettori che,
convinti di avere gusti letterari sopraffini, guardano dall’alto in
basso tutto ciò che non ritengono all’altezza della loro raffinata
sensibilità. Sono gli snob del mondo della lettura, ahimè molto numerosi
in questo campo. Lo snobismo non risparmia nessun genere e non guarda
in faccia a nessun autore, che si tratti del romanziere Stephen King o
del saggista Martin Amis. Ecco perché lo scrittore e giornalista
inglese Matt Haig ha ritenuto utile raccogliere, in un post ubblicato
sul suo blog, i trenta pregiudizi più diffusi da sfatare sulla lettura.
Perché i libri non accettano alcun tipo di snobismo, che si tratti di
un dramma shakespeariano o di un volume della trilogia delle “Cinquanta
sfumature”. Qui di seguito riportiamo i primi quindici. Gli altri ve li
riveleremo prossimamente...
1. Lo snobismo fa sì che le persone si preoccupino troppo di cosa leggere. E le persone preoccupate smettono di entusiasmarsi.
2. Lo snobismo spesso fa scegliere libri sbagliati. Il pregiudizio
diffuso è quello che la maggior parte delle persone desideri libri
leggeri, e che solo pochi “esemplari”, ormai quasi in via d’estinzione,
possano apprezzare libri di un certo calibro.
3. Se qualcosa è popolare, non significa che non sia di qualità. Basti pensare al successo di Shakespeare e dei Beatles.
4. Contrariamente a quanto si crede, i teenagers hanno molti più neuroni attivi degli adulti.
5. Il fatto di essere in radio o sulle prime pagine del New York Times non rende automaticamente qualcosa migliore.
6. Il libro molto spesso non è meglio del film.
7. La meraviglia è universale. Non c’è uomo al mondo che sia entrato
nella Cappella Sistina e non sia rimasto a bocca aperta alzando lo
sguarda i suoi affreschi. Questo fa di Michelangelo un artista di basso
livello?
8. Gli ebook valgono tanto quanto i libri cartacei, l’importante è il contenuto.
9. Lo snobismo finge di rivolgersi verso certi libri, ma in realtà è
diretto verso le persone. Gli snob sminuiscono il gusto degli altri per
sentirsi migliori di loro.
10. Spesso si abbandona un libro solo perché è catalogato in un genere
considerato di serie B, non perché non piaccia il contenuto. Si tratta
senza alcun dubbio di un atteggiamento razzista.
11. Spesso si disprezza un libro a causa della classe sociale del suo
autore. Virginia Woolf, che Matt Haig definisce “il santo patrono del
libro snob”, quando lesse l’“Ulisse” lo definì un libro analfabeta
scritto da “un uomo che lavora, e tutti sappiamo quanto i lavoratori
siano angosciati”.
12. Tu sei solo uno dei 7,000,000,000 di persone che popolano la Terra.
Non potrai mai essere migliore di tutti loro, ma puoi essere felice di
considerarti “uno di loro”.
13. Le uniche persone che sono felici di essere “incomprese” sono quelle che non hanno nulla da dire.
14. Credere che un libro sia migliore perché è difficile da capire è
come credere che un edificio sia migliore perché non ha le porte.
15. Shakespeare non andò mai all’università. Ha anche raccontato
barzellette (alcune brutte, è vero. Ma non lo si può criticare per
averci provato).
16. Trama non è una parolaccia. Una trama avvincente è un ingrediente
fondamentale. La trama è il vecchio criminale che trova la redenzione.
La trama è la ricerca della vittoria, o dell’amore. La trama è il
desiderio di azione, che è sintomatico del pensare, del muoversi e
dell’essere vivi.
17. I blogger non hanno distrutto la critica letteraria.
18. Ci può essere tanta bellezza in parole, frasi e capitoli brevi
esattamente come in quelli lunghi. Peraltro, si sa che i passeri volano
più alto dei pavoni.
19. I premi letterari sono il risultato di sei persone che si riuniscono in una stanza e scendono a compromessi.
20. Il libro più osannato di un autore è spesso quello su cui lui ha lavorato meno duramente, di cui è meno orgoglioso.
21. Leggere un determinato libro non ti rende più intelligente,
esattamente come bere assenzio non ti trasforma in Van Gogh. E’ come
leggi, non tanto che cosa leggi, che fa la vera differenza.
22. Non bisogna mai mortificare qualcuno perché non ha letto un libro. I libri sono fatti per guarire, non per ferire.
23. Non ha senso vantarsi di amare solo i libri realistici. E’ come vantarsi di non avere immaginazione.
24. Solo perché un romanzo è poliziesco, non significa che l’autore
l’abbia scritto unicamente per vendere e far soldi. Potrebbe
semplicemente significare che gli piacciono le storie di detective e
indagini.
25. La semplicità è un molto più difficile da ottenere della complessità. E’ per questo motivo che esistono gli editori.
26. Amazon è il male. Sì, ok, abbiamo capito. Ma non bisogna essere snob
con le persone che comprano su Amazon, visto che più o meno tutti
facciamo la spesa al supermercato.
27. Non continuiamo a ripetere quanto ci piaccia l’odore dei libri. E’ come dire che amiamo il suono del cioccolato.
28. Se siete autori, non continuate a preoccuparvi del genere di libro
che state scrivendo, o del tipo di persone che lo potrebbero leggere,
altrimenti non riuscirete mai a liberare la fantasia e rimarrete come
intrappolati in una sala dove non succede nulla.
29. Il nodo focale della scrittura è quello di riuscire a comunicare con
il mondo, con gli altri esseri umani. Siamo tutti lontani chilometri.
Non abbiamo reali mezzi di connessione, ad esclusione del linguaggio. E
la forma più profonda del linguaggio è la narrazione.
30. Le grandi storie fanno appello al nostro io più profondo. E’ per
questo che le storie sono nemiche dello snobismo, e un libro snob è
nemico del libro.
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