Oggi inauguro una nuova rubrica di interviste. La cadenza dipenderà molto dal mio stato umorale... Intervisterò scrittori, da qui il nome della rubrica, senza escludere ogni tanto qualche altro artista. Oggi inizio con Fabrizio Carollo, scrittore ma non solo, bolognese.
Dico sempre a chi mi chiede del perché scrivo che non potrei fare altro, se non lo facessi non sarei me
stesso. Sarei un’altra persona. Ti senti di
condividere questa affermazione anche
per quello che fai tu?
Sottoscrivo incondizionatamente la tua affermazione. Per quello che mi
riguarda, la scrittura è una estensione del mio essere, una sorta di linfa che
fa evolvere continuamente cuore ed anima. Ho sempre amato scrivere e non credo
di essere presuntuoso nel dire che, per me è sempre stato un dono. Ovviamente,
ho fatto la mia brava gavetta anche nella scrittura, sperimentando, sbagliando
e migliorando negli anni fino a trovare un mio stile ed un mio genere, però non
potrei mai fare a meno di scrivere ed è qualcosa che mi viene naturalmente (Mai
fatta la malacopia di un tema!). Inoltre, la scrittura mi ha aiutato a vincere
una grande timidezza e mi ha fatto conoscere tanti nuovi amici e mi ha dato la
possibilità di realizzare parecchi sogni, che pensavo rimanessero per sempre
nel classico cassetto! Sì...certamente, senza la scrittura sarei stato
completamente diverso e non mi sarebbe piaciuto quel Fabrizio.
L’Italia è un museo a cielo aperto, l’Italia è il luogo di grandi
scrittori e musicisti, di grandi registi e grandi attori. E si potrebbe
continuare all’infinito. Da uomo di cultura quale sei, non trovi che a volte
tutte queste affermazioni sembrino una presa in giro vista la difficoltà di
“fare cultura” nel nostro paese?
Il nostro paese è una miniera di Cultura ed Arte, con la C e la A
maiuscole. L’elenco delle personalità che hanno dato e danno al nostro paese,
in termini culturali, è veramente sconfinato! Però, la cultura è sempre stata
bistrattata, umiliata ed a volte esiliata dalle stesse persone che dovrebbero
portarla in auge nelle città e nei comuni. Io trovo che fare cultura in Italia
sia veramente difficile ma il fatto che da noi vi siano numerosissimi talenti
in tutti i settori è anche indice di un grande potere delle nostre terre.
Paradossalmente, anche il fatto che la cultura italiana non sia così
valorizzata, porta anche gli artisti ad essere più gelosi delle loro opere e
c’è anche una sorta di “circolo” degli uomini di cultura, all’interno del quale
si hanno bellissime sensazioni. Si parla, si scambiano opinioni e ci si
intende, emozionandosi e capendo che è anche bello sapere che forse non tutti
possono capire le nostre sensazioni, altrimenti si scadrebbe nella monotonia.
In parole povere, è bello essere pochi all’interno del nostro mondo, diverso da
ognuno di noi ma comunque simile. Certo, la cultura dovrebbe essere più
valorizzata, più pubblicizzata nel nostro paese, specialmente per quello che
riguarda i talenti emergenti ma non dimentichiamo che la cultura può anche
trovarsi all’interno di un bar, di un circolo, in qualsiasi luogo. Sta a noi
saperla identificare e lasciarci rapire da essa.
Sono del parere che un vero artista con la sua opera debba darti un pugno
nello stomaco senza perdere la tenerezza. Senza queste condizioni abbiamo
prodotti culturali e non cultura vera e propria. Sei d’accordo?
L’arte, per definizione, DEVE essere gioiosa e triste al tempo stesso.
Deve accarezzarti e percuoterti brutalmente ed io cerco, in quello che scrivo,
di comunicare questo non facile contrasto. Come hai detto giustamente, senza
questa tempesta emotiva, avremmo banali prodotti culturali come usciti da una
catena di montaggio: magari esteticamente bellissimi ma privi di personalità e
senza il potere di catturare l’attenzione e le emozioni di chi ne viene a
contatto.
Mi spieghi perché senza libri saresti una persona diversa?
Come detto prima, credo che sarei più chiuso e meno maturo di quanto non
sia adesso. Certo, il percorso è ancora molto lungo ed insidioso ma senza la
scrittura non sarei stato in grado di evolvermi come persona in sé. Ogni volta
che scrivo, scopro una parte nuova di me, nel bene o nel male. Inoltre,
scrivere è stata una valvola di sfogo importantissima nei momenti peggiori
della mia vita. Piuttosto che prendere a pugni una parete è meglio creare una
buona storia, no?
Sto ancora revisionando il mio quarto libro, che sarà anche il mio primo
romanzo. Una sorta di omaggio al mondo vampiresco anni ottanta e devo
confessare che mi sono divertito molto a scriverlo. Forse la trama è più
lineare rispetto ai miei precedenti lavori ma penso che potrà piacere ai
lettori che già mi hanno apprezzato e che possa conquistarne di nuovi. Molta
azione, l’eterna lotta del bene contro il male, qualche sorpresa e un bel po’
di violenza fumettistica, com’è ormai mia abitudine! Spero di farlo uscire a
fine anno. In autunno, inoltre, sarà sulla web tv C-100 per la conduzione della
nuova stagione della mia rubrica di interviste “Un autore nella Cultura” e vi
terrò compagnia fino a Natale con tantissime novità. Proseguono anche le mie
collaborazioni giornalistiche ed il mio percorso fotografico che mi ha
catturato per caso ma che mi coinvolge sempre di più, trovandolo
incredibilmente sconfinato e ricco di potenzialità e nuove sfide. A questo
proposito, ben due mostre in programma: una paesaggistica e
l’altra….FANTASMAGORICA, eheheh! Non svelerò di più! Grazie a voi per la bella
intervista!
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