martedì 7 agosto 2012

Sogno olimpico

Alle olimpiadi di Atene del 2004 vince l'oro nei 100 m. Nel 2005 ai mondiali di Helsinki, conquista i 100 in 9"88 e i 200 in 20"04. Nel 2006 eguaglia il primato mondiale dei 100 metri. Nel 2012, ha vinto i mondiali Indoor nei 60 metri a Istanbul e il Bronzo alle olimpiadi di Londra. 
In carriera ha conquistato anche l'argento olimpico nella 4x100 (2004) e l'oro mondiale nei 60 al coperto (2003).
Questa è la storia di Justin Gatlin, atleta statunitense, che pochi giorni fa abbiamo visto arrivare dietro a Bolt e Blake a Londra. Questa è la storia sì, ma una parte della storia. Perché Gatlin, nella sua comunque splendida carriera può "annoverare" anche due squalifiche per doping, una per anfetamine (2 anni di squalifica, poi ridotti a 1) e una per positività al testosterone (8 anni di squalifica, poi ridotti a 4). Recentemente, John Fahey, presidente dell'agenzia mondiale antidoping (Wada - World Anti Doping Agency), è stato chiaro nella lettera aperta inviata a meno di tre settimane dal via dei Giochi Olimpici "Se sei un atleta dopato e vuoi gareggiare a Londra, ritirati dalla tua squadra olimpica. Il doping è un imbroglio, puro e semplice. Se gareggerai a Londra da dopato, ingannerai anche gli appassionati di tutto il mondo. I prossimi saranno i Giochi più controllati della storia. A Londra, la macchina antidoping prevede la cifra record di 6250 test, le possibilità di farla franca sono veramente minime". 
C'è da dire che nel 2009, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), con una regola aveva impedito agli atleti finiti nel mirino dell'antidoping di partecipare alla rassegna a cinque cerchi. Questa norma però, a seguito di un ricorso del Comitato Olimpico degli Stati Uniti, è stata cancellata lo scorso 30 aprile dal Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna che ha così spalancato nuovamente le porte delle Olimpiadi a tutti quegli sportivi che nel corso della loro carriera si sono resi protagonisti di comportamenti assai poco etici e sportivi. Quindi, non solo Gatlin ha potuto tranquillamente partecipare alle Olimpiadi, ma anche altri atleti, molti importanti, proprio come Gatlin.
Ora, dopo lo shock Schwazer, dovremmo fare una bella analisi di coscienza. Perché l'atleta altoatesino ha avuto un solo merito, quello di ammettare la positività subito. E, come capita sempre in Italia, fiumi di condanne e indignazione verso il marciatore. A ragione, non c'è dubbio. Ma allora, perché la baracca calcio sta ancora in piedi, dopo tutti gli scandali e di ogni genere? Un po' di colpe le hanno, come sempre, il CONI e Petrucci. Perché è facile prendersela con un atleta isolato ma far cadere il baraccone calcistico vorrebbe dire inimicarsi qualcuno di più importante di Schawer.
Alex deve pagare, come il CIO non dovrebbe permettere che certi atleti possano partecipare alle Olimpiadi, come il calcio (a certi livelli) dovrebbe essere escluso dalla vita culturale italiana. E' sempre una questione di scelte, il Comitato Olimpico USA, evidentemente "conta" molto, quindi il TAS ha accettato il ricorso. Ora, però, ricordatevi che non deve pagare solo Schwazer perché lo sport italiano sia più pulito. Ci sono vari tipi di doping, quello di assumere sostanze ne è un tipo. Quello di vendere le partite o fare buchi di bilancio, sono altri tipi. E' sempre e comunque un discorso culturale.

Info trovate su eurosport.it.

3 commenti:

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  2. Condivido ogni riga.
    E ribadisco. E' una questione culturale.
    Finchè la cultura del denaro e del potere è quella vincente, questo è uno dei risultati possibili.

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