Riporto integralmente un articolo apparso oggi sul Fatto (www.ilfattoquotidiano.it), dove il governatore lombardo Formigoni dà dimostrazione di chi sono i veri estremisti in Italia. Dichiarazioni come le sue, non lontane da quelle di un leader PD, SEL, FLI, e secondo me queste dichiarazioni ci starebbero bene in bocca a molti altri politici, sono la dimostrazine che la vecchia tradizione politico-culturale è la vera corrente estremista. Incolpare Grillo di destabilizzare il sistema politico italiano è come incolpare superman quando salva l'umanità. Continua a fare della politica una questione personale, parlando di attacchi a se stesso, senza preoccuparsi dei veri problemi del paese. Trovo assolutamente idiota (a essere buono, potrei dire ingenuo) credere a questi politici benpensanti e amici dell'umanità, grazie al loro essere fervidi credenti. Il vero problema è che quelli che si definiscono di sinistra sono esattamente uguali a lui, vecchio democristiano. Non cambia nulla e gli italiani sembrano non accorgesene.
Formigoni entra tra gli applausi. Sono le 19. E’ il suo dibattito e
il tema sarebbe il Futuro del Nord e della Lombardia. Il “celeste”
approfitta della platea per togliersi qualche sassolino dalle scarpe nei
confronti di stampa e magistratura. Ma prima di ogni cosa racconta del
suo incontro col Papa, tre mesi fa, a Milano. “Non
dissi a nessuno cosa mi avesse detto”, spiega Formigoni. “Oggi posso
rivelarlo: il santo padre mi disse di pregare ogni giorno per me”.
Lacrime, applausi. Il celeste alza i toni della voce, parla della sua
vicenda giudiziaria come se fosse archiviata e non appena aperta.
Accanto a lui, sul palco, Oscar Giannino, caro a Comunione e Liberazione quanto al Grande Oriente e alla massoneria (è sempre ospite d’onore al congresso del Goi ogni anno, sempre a Rimini), Lodovico Festa nella veste di moderatore e il direttore di Italia Oggi Pierluigi Magnaschi. Il papa, poi l’ennesimo attacco al Fatto Quotidiano:
“Il Fatto, insieme a Repubblica, Grillo e l’Italia dei Valori, sono il
braccio armato che vuole destabilizzare il sistema politico italiano e
mira al dissolvimento dello Stato che accusa anche in maniera vergognosa
per abbattere in questo Paese ogni esperienza di democrazia”. A fine
dibattito Formigoni, contro il Fatto, è stato ancora più forte:
“Confermo tutto quello che ho detto, anche che siete il braccio armato
che punta a destabilizzare il Paese”. Usiamo le armi? “Le parole sono
armi”.
“È evidente che c’è stato un attacco politico fortissimo contro di me”, dice. “Caduto il governo Berlusconi qualcuno il 20 novembre dalla Repubblica ha lanciato la parola d’ordine: abbattiamo Formigoni. È caduto Berlusconi, è caduta Milano,
abbattiamo Formigoni e ci libereremo del centro-destra. Come sempre,
non riuscendo a battermi politicamente, hanno tentato la via giudiziaria
e oggi capendo che non porterà a nulla, hanno cercato la via della
descrizione sbagliata di me, parlando di comportamenti assurdi che non
ho mai perseguito”. “Io mi sono difeso –prosegue- a differenza di altri.
So quello che ho fatto e quello che non ho fatto e nulla di quello che ho fatto è contrario alla legge.
Hanno tentato di dividermi dalla mia gente: dal Pdl, dalla Lega, da Cl,
ma sono riuscito, grazie al fatto che loro hanno capito le cose come
stanno, a tenerli compatti a me e oggi sono saldamente in sella alla
presidenza di Regione Lombardia”.
E sulle vacanze nel resort caraibico a sette stelle Formigoni non ha altro da dire che:
“Non le rifarei, anche se me le sono pagate per intero, perché in
questo momento rischiano di apparire come un’ostentazione”. Dunque le
accuse a lui rivolte –sostiene- sono false, ma di presentarsi dai
magistrati il governatore non ci pensa proprio, “perché –afferma- nel
momento in cui hanno ritenuto di esplicitare un’indagine contro di me ho detto loro: ‘Mostratemi le carte e allora verrò a rispondere senza problemi’”.
Il presidente della Lombardia – che a Rimini
ha cambiato alloggio – poi si pronuncia sulla possibilità di andare
alle urne prima del 2013. Lo fa dichiarando che il voto a novembre “è
una delle possibilità di cui si parla, indubbiamente. L’importante è
fare la riforma della legge elettorale. È chiaro che quando sarà
approvata, allora, un accordo tra i partiti può anticipare la chiusura
della legislatura”.
È un Formigoni che insiste a rivendicare un ruolo di primo piano al Meeting e a smentire altresì chi afferma che la sua popolarità sia in calo anche nella roccaforte ciellina:
l’accoglienza che ho ricevuto - afferma – “non è stata assolutamente
tiepida o fredda. La campagna di fango scatenata contro di me ha messo
in difficoltà alcuni amici, ma poi hanno capito tutti”.
L’intento
di Formigoni è chiaramente di smorzare i toni e comunicare serenità, ma
certo non è passato in silenzio l’articolo del settimanale Famiglia
cristiana che ha stigmatizzato l’adunanza ciellina per “omologazione e
mancanza di senso critico”.
“Per il meeting di Cl è tempo di cambiare. Applaudire il potere e non le idee, come ha ben scritto Famiglia Cristiana, non aiuta il Paese.
E oggi accogliere il presidente della Lombardia Formigoni come un
figliol prodigo segna un ulteriore distacco dalla realtà”. È quanto
afferma, in una nota, il senatore dell’Idv Stefano Pedica. “Se anche
Famiglia Cristiana arriva a contestare il Meeting – osserva Pedica –
allora vuol dire che è tutto da cambiare. Dire che la festa è prona al
potere, è un’accusa pesante che deve far riflettere gli esponenti di Cl.
I giovani che hanno partecipato all’edizione di quest’anno non credo
che porteranno con loro un ottimo ricordo. E oggi, con la presenza del
governatore Formigoni, si toccherà il livello più basso. Siamo al terzo
giorno di presenza di indagati, e non per furto di caramelle. Il Meeting
invece va riformato nelle idee, nei programmi e soprattutto nelle
facce, possibilmente pulite”.
A prendere le difese del meeting ci pensa Mario Mauro, presidente degli europarlamentari Pdl a Strasburgo,
il politico che ha affiancato Monti nella sua visita di domenica .
“L’attacco di Famiglia Cristiana al pubblico del meeting di Cl di Rimini
–ha detto ai microfoni della “Zanzara Estate”, su Radio 24- è
ingeneroso. Effettivamente l’articolo più che un articolo di valutazione
su un’esperienza ecclesiale appare un articolo con un taglio fortemente
politico”.
Ben diversa è l’analisi fatta da Lucio D’Ubaldo,
senatore e membro della direzione nazionale del Pd: “L’attacco al
meeting di Cl evidenzia un cambiamento di umore nel mondo cattolico. I
nodi vengono al pettine. Finito un lungo ciclo politico, bisogna
costruire una seria proposta per il Paese. Giustamente, dice Famiglia
Cristiana, le idee devono contare più degli interessi e del potere.
Invece –conclude D’Ubaldo- le dubbie coreografie di Rimini mascherano
l’inclinazione ai metodi del passato, mentre è in atto nella società un
confronto severo che richiede a tutti di aggiornare la sintassi della
politica con l’obiettivo -non ultimo- di arginare le spinte
all’opportunismo”.
Per il governatore della Lombardia non si
tratta di “sdraiarsi davanti ai potenti”. Gli applausi che il pubblico
di Cl riserva ai politici intervenuti alla kermesse sarebbero dovuti
solo “all’educazione” di quel gregge che lui, esponente di spicco dei
memores Domini, continua a spingere con orgoglio, nonostante sia
iscritto al registro degli indagati. Per Formigoni infatti questo 14 avviso di garanzia “finirà nel nulla” come gli altri 13, per cui occorre che “si tranquillizzino i moralizzatori un tanto al chilo”.
“Ho sempre detto –conclude pieno di certezza- che farò il governatore
fino al 2015 e parteciperò alle vicende politiche nazionali da
governatore”.
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