Buongiorno.
In attesa dell'uscita del mio libro, mi faccio un po' di male, ma meno rispetto al passato, e leggo un interessante articolo sul rapporto dello stato dell'editoria in Italia nel 2018.
Qui l'articolo completo: bookblister.com/rapportostatoeditoriaitalia.
Come si legge nell'articolo...
Nel 2018 sono usciti
quasi 79mila nuovi libri, prodotti da quasi 5mila diverse case
editrici, e oggi i lettori italiani possono scegliere in un catalogo di 1,2
milioni di opere in commercio.
Risultati positivi per il
numero di imprese attive (+1,4%), il numero di titoli pubblicati (+9,8%) e
quello dei titoli commercialmente vivi (+10,1%) che sono oltre 1,2 milioni. Un
numero, quest’ultimo, in progressivo aumento (era pari a 360mila nel 2000) e
che esprime la potenzialità di avere un buon catalogo – essenza stessa del
lavoro dell’editore – da valorizzare al meglio negli store online.
La lettura risulta
sostanzialmente stabile, ma diminuisce, in media, il tempo che le viene
dedicato, soprattutto dalle fasce più giovani della popolazione.
Quante sono le case editrici?
Cresce il numero delle case
editrici attive: sono 4.972 quelle che hanno pubblicato almeno un titolo nel
corso dell’anno (+1,4% rispetto al 2017). Rispetto al 2010 sono attive sul
mercato 825 nuove case editrici che devono cercare di posizionare il loro
marchio e il loro progetto editoriale in libreria, nella distribuzione e presso
segmenti più o meno specializzati di lettori.
Aumenta il numero di titoli
pubblicati. Nel 2018 le case editrici italiane hanno pubblicato 78.875 titoli
(novità e nuove edizioni di varia adulti e ragazzi oltre ai titoli educativi,
che sono 4.180; sono esclusi gli ebook), in crescita rispetto al 2017.
La crescita del numero di
titoli pubblicati è il prodotto delle minori barriere all’accesso nella parte
editoriale del processo: dallo scouting alla traduzione, all’impaginazione fino
alla stampa. Lo sviluppo del print on demand, sempre più integrato nella
filiera distributiva, permette di produrre piccoli stock utili anche per titoli
a bassa rotazione o di ristampare just in time il titolo richiesto dalla
libreria.
Cresce la produzione in tutti
i macrogeneri – All’interno della varia (74.695 novità), crescono tutti i
generi, dalla fiction italiana e straniera (+6,0% compresa la narrativa Young
Adult) e alla non fiction generale (+13,1%), specialistica (+15,8%), pratica
(manualistica: +6,3%); i libri per ragazzi, dopo la battuta d’arresto del 2016
e il +13,7% del 2017, segnano un +5,9%.
Il lettore trova oggi a sua
disposizione più titoli (di piccoli come di grandi editori), prezzi e formati
diversi tra cui scegliere rispetto a quanto non avveniva anni fa.
Un ruolo importante nel
mantenimento di un catalogo di titoli “vivi” lo si deve da un lato agli store
di e-commerce, dall’altro alle nuove tecnologie di stampa digitale.
Si conferma il calo della
produzione di titoli di ebook. Nel 2018 ne sono stati pubblicati 51.397. Per il
secondo anno consecutivo, si assiste a una riduzione del numero di titoli, dopo
i circa 81mila del 2016.
Nel 2018 il calo è del -17,2%,
che segue il -15,9% del 2017. Risulta rilevante il peso della produzione di
ebook in self publishing, visto che le prime venti piattaforme hanno proposto
11.698 titoli, pari al 22,8% della produzione complessiva.
...Nel 2018
il mercato del libro (nuovo di varia ed educativo, ebook e digitale, usato,
export e diritti ecc.) registra un segno più, con un rallentamento rispetto al
2017 e dopo tre anni consecutivi positivi con tassi di crescita
progressivamente crescenti.
Il valore complessivo del
mercato, comprensivo della stima AIE di Amazon e dell’usato, è pari a
3,170miliardi di euro, in crescita del +2,1% rispetto al 2017.
...I prezzi dei libri sono ancora
inferiori rispetto ai valori del 2010. Il prezzo medio di copertina (non
ponderato e alla produzione) tra 2017 e 2018 è stato di 19,48 euro, con +3,8%
rispetto al 2017. Un valore che continua a essere di oltre 2 euro inferiore a
quello del 2010 (21,6 euro).
La lettura continua a mostrare
segni negativi ma più attenuati rispetto al calo subito tra il 2011 e il 2014.
Secondo l’Osservatorio Aie sulla lettura e i consumi culturali, nel 2018 ha
letto almeno un libro, un ebook o un audiolibro nei dodici mesi precedenti il
62% della popolazione nella fascia 15-75 anni di età, pari a circa 28,2 milioni
di persone. Questa percentuale risulta pari al 60% se si considera unicamente
la lettura di libri.
Tra i cinque maggiori mercati
editoriali europei, l’Italia è il Paese con il più basso indice di lettura di
libri tra la popolazione adulta. Ci collochiamo infatti al diciannovesimo posto
nell’Unione Europea per i tassi di lettura (e all’ultimo posto per il livello
di competenze di lettura). Quasi la metà (il 41%) di chi dichiara di aver letto
non arriva a tre libri l’anno e solo il 17% ha letto almeno un libro al mese.
Basso è anche il tempo che in
media viene dedicato alla lettura: solo il 9% nel 2019 ha letto più di un’ora
continuativa al giorno. Un aspetto più preoccupante è ciò che avviene nelle
fasce giovani della popolazione, considerate da sempre le più attente alla
lettura e che si collocano, con l’87%, ai vertici della classifica per numero
di lettori. Solo il 5% di loro ha però dedicato alla lettura almeno un’ora continuativa
al giorno nel 2017: una percentuale che scende all’1% nel 2019.
La lettura nelle fasce più
giovani si fa quindi sempre più frammentaria e interstiziale. Si preferiscono
storie brevi o contraddistinte da trame e personaggi forti e facilmente riconoscibili,
ritmi narrativi veloci e l’immagine rispetto alla parola scritta.
Il nostro Paese si colloca
all’ultimo posto per il livello di comprensione dei testi. Solo il 24,8% della
popolazione ha adeguate competenze nella comprensione e nell’analisi dei testi.
Questo si riflette nei bassi indici di lettura e consente di comprendere le
difficoltà che una parte della popolazione ha nell’interpretare i processi di
trasformazione sociale, nell’accedere al mercato del lavoro e nel collegare tra
loro informazioni che provengono da fonti e canali diversi.
Il device preferito per la
lettura in digitale è lo smartphone. Il libro non è più, da anni, l’unico
supporto attraverso cui si accede alla lettura di un contenuto, sia esso
narrativo, divulgativo, di informazione, per lo studio o per affrontare
problemi pratici della quotidianità.
Nel 2018, se da una parte il
60% della popolazione dichiara di leggere attraverso i libri, dall’altra il 24%
ha letto un ebook e il 7% ha “letto” ascoltando un audiolibro. Tra gli
strumenti dedicati alla lettura digitale, lo smartphone è quello largamente
preferito per accedere ai contenuti editoriali, sia nel caso di testi (in
crescita dal 61% delle indicazioni del 2017 al 65% del 2018), sia per l’ascolto
di audiolibri (dal 67% del 2017 al 75% del 2018).
In calo l’e-reader, che passa
dal 54% nel 2017 al 47% nel 2018.
La libreria si conferma come
principale canale attraverso cui gli italiani comprano libri da leggere, anche
se perde dieci punti percentuali in un decennio (69% delle vendite nel 2018
contro il 79% nel 2007).
Ancora fino al 2009
l’e-commerce del libro fisico di varia (adulti e ragazzi) non superava, o
superava di poco, il 3% del mercato. Oggi invece la sua quota raggiunge il 24%
del totale. Parallelamente, il banco libri della Gdo scende dal 18% del 2009 al
7% del 2018.
All’interno delle librerie
fisiche assistiamo poi a uno spostamento dalle librerie a conduzione familiare
a quelle di catena o che attraverso la formula del franchising sono
riconducibili a insegne della distribuzione o editoriali.
Le librerie di catena dal
36,5% passano a coprire nel 2018 il 45,0% delle vendite nei canali trade,
mentre quelle indipendenti passano dal 42,5% al 24,0%.
Nei primi otto mesi dell’anno,
i dati di andamento dei canali trade (librerie, librerie online compresa stima
di Amazon, grande distribuzione organizzata) dell’editoria di varia (nuova) adulti
e ragazzi registrano una crescita del +5% a valore rispetto al corrispondente
periodo dell’anno precedente.
Con una novità importante: la
crescita, dopo quasi 8 anni, delle copie, con un +4%. Entrambe le percentuali
di crescita lasciano intravedere un consolidamento più accentuato del 2019
rispetto al 2018.
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