lunedì 5 settembre 2011

Mauro vs Traiano Boccalini = Ma senti questo!

Pensando alle prossime presentazioni del mio libro che, per mia grande fortuna, mi vedranno impegnato parecchio tra settembre e dicembre, penso anche al fatto che qualcuno dei presenti ai vari appuntamenti potrebbe pensare, a torto o a ragione, che quello che dico siano delle castronerie. Dite pure stronzate, se vi fa più comodo. Allora penso al fatto che nel mio prossimo libro potrebbe esserci proprio una poesia dal titolo "Ma senti questo!", non l'ho scritta per me ma forse sono legato a lei più di quello che possa pensare. La poesia è questa:
 
Traiano Boccalini
filosofo loretano,
mi parla dei mirabili artifizi
dei principi e dei tiranni,
con cui riescono a dominare
i sudditi.
Costringendoli,
ma pure spesso
convincendoli,
a dare anche
la vita
per i propri interessi.
Si badi bene,
gli interessi dei principi
e dei tiranni!

E poi mi parla
della degenerazione
della monarchia
come forma
di governo assoluto.
Avrebbe
indovinato tutto
se solo si fosse
ricordato di
inserire anche la
nostra Repubblica parlamentare
nei mirabili artifizi
e la Presidenza del
Consiglio dei Ministri
tra le forme di governo assoluto.


Forse entrambi l'abbiamo sparata troppo grossa, o forse la realtà non è come ce la vogliono far credere.  Che dite?

5 commenti:

  1. Cosa distingue la tirannia dalla democrazia?
    Immagino che se facessi questa domanda a un gruppo di persone fioccherebbero risposte le più disparate.

    O forse solo una: la libertà.

    Ma la democrazia di oggi, quella nostra, quella che sembra più sulla carta che nella realtà... ci lascia la nostra libertà?
    Vero, non ci sono i militari armati fuori dalla porta. Ma almeno riconoscerei il nemico. Ma basta questo per dire che siamo liberi?
    Oggi sono più sottili i metodi per chiudere la libertà all'interno di un dedalo di divieti ridicoli (non si mangia un kebab sulle panchine di un parco) e desideri fasulli, importati da chi ci consiglia come mangiare, vestire, guidare, comprare, dormire ecc...
    Ma la libertà, quella vera, non c'è più.
    E noi silenti pecoroni ci stiamo accontentando dell'erba che il prato ci passa.
    Bella poesia, Mauro.
    Credo che la realtà sia ben più triste di come ce la voglono far credere. Ciao.
    Ti aspetto al Barabba. Sai per cosa.

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  2. Sì, parlare troppo alla fine si rischia di fare solo la "solita fine" di chi critica. Direi che questa canzone http://youtu.be/zTzpeJpVYLA sia la risposta migliore.

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  3. Ah, ora però non ricordo più la canzone. Comunque il cantante è Fossati. Facile, no???...

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  4. In alternativa, consiglio "La decadenza". Ultimo singolo di Fossati. Direi che spiega tutto.

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