Ogni cosa che portiamo al termine con successo ci vede oltre che vittoriosi, anche sereni. Come sempre, sul carro salgono in molti. Anche quelli che non lo meritano. Anche quelli che hanno comunque un piede a terra, perchè "non si sa mai che abbia scelto il carro sbagliato". Francamente non me la sento di salire sul carro dei vincitori. Rimango sulla mia carriola, carica di me. Il PD ora urla e chiede le dimissioni. Gli altri partiti gli corrono appresso, affannosi e affannati per la pole position delle alleanze. Sarebbe meglio vedere queste ultime chiamate alle urne come un "Addio" al nostro primo Ministro e non certo come l'investitura dei partiti di opposizione verso un futuro da maggioranza parlamentare. Le vere campagne elettorali le hanno fatte i giovani e i militanti nei social network; nelle piazze, con le mille manifestazioni di questi anni. I partiti, quelli classici almeno, hanno fatto ben poco. E fino a poche settimane fa neanche sapevano se ieri e oggi sarebbero stati al mare a giocare a bocce con Gasparri e Calderoli o ai seggi per votare contro non si sa bene cosa, ma siccome le vuole Silvio, allora non va bene. Sono di ritorno da una cena di lavoro. Non particolarmente esaltante ma serena. Come quando vinci una partita, o una campagna elettorale, sei stanco ma soddisfatto. E la serenità d'avere fatto un ottimo lavoro ti dà lo stesso gusto di una rossa doppio malto.
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