Quello di Se volessi essere disturbato. Uscito un anno e mezzo fa, è venuto con me in giro per l'Italia, dandomi tante soddisfazioni, come a Reggio Calabria e Torino - tanto per fare qualche esempio -, e anche qualche delusione, come a Marghera. Ma d'altronde, la vita di un libro è proprio come la vita di una persona, fatta di alti e bassi ma sempre foriera di nuove possibilità per ripartire.
Mi risulta un po' difficile ringraziare tutti coloro che hanno contribuito ad aiutarmi nella promozione, ho paura di dimenticare qualcuno e non vorrei farlo sentire poco importante, anche se poco importante in realtà non lo è.
L'estate la passerò facendo qualche live del progetto di musica e letteratura americana American Ciacoe e lavorando su di una raccolta di poesie e un romanzo.
Vi auguro buon week end con l'ultima poesia che ho scritto per Mirca, la persona che mi ha aiutato a tirare fuori me stesso della melma dei miei dubbi e che spero di sposare presto.
I
Romani fabbricavano certi vasi fatti con una cera speciale,
questa
cera a volte era talmente pura e perfetta da far sembrare i vasi trasparenti
addirittura
da poter distinguere un oggetto,
come
ad esempio una collana preziosa, al loro interno.
Di quel vaso, fine e limpido, i romani dicevano "Come è bello,
Di quel vaso, fine e limpido, i romani dicevano "Come è bello,
sembra
che non ci sia nemmeno la cera. E' un vaso sine cera"
che
vuol dire senza cera.
Sine
Cera era un vaso finissimo, delicato, ma proteggeva e permetteva
la
visione di ciò che si trovava al suo interno.
Quel
vaso dovresti essere tu,
e
contenere
solo
cose preziose,
come
l’amore e la vita.
Proprio
tu,
come
quei vasi,
sei
straordinaria.
Mirca.
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