Ieri sera avevo preparato il post per oggi, che a questo punto leggerete domani o sabato, purtroppo però mi è venuto a trovare l'amore. L'ho portato fuori, in giardino, l'ho ucciso, seppellito e una volta tornato dentro, ho scritto questa poesia.
Il titolo è lo stesso del post.
Ph. Deborah Bencini |
La loro storia
era già passata
quando ancora
si guardavano
negli occhi.
Lei,
aveva paura
di essere
la parte più bella
di se stessa.
Lui,
era semplicemente
un poeta
viveva di
utopie.
La loro storia
si perse
una notte
d'inverno,
nell'umida
e sconfinata
pianura ,
marcì, putrefece
e annegò.
Morì due volte,
o forse mille,
o magari lui
se le sognò:
Lei,
la loro storia
e magari anche
la morte.
Si era perso,
nella melma
dei suoi pensieri,
nell'oscuro abisso
dell'anima.
Nelle paludi e nel fango,
dove i suoi desideri
vivevano in
vetuste palafitte.
Lei,
lo avrebbe pensato
ancora per un po',
il suo
avventuriero
dell'amore.
Lui,
si sarebbe sentito
sempre
più solo.
Prerogativa dei poeti
e degli abbandonati.
A distanza
di anni
ogni storia d'amore finita
è un addio definitivo.
Addio
l'unica parola
che ancora
condividevano.
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