domenica 1 marzo 2015

Andrà meglio... A Ponente

Oggi ripropongo un racconto che ho già postato lo scorso 10 febbraio, secondo me ha avuto poche letture, ne merita di più. Ci riprovo!


 Erano seduti uno di fronte all’altra, la camera dell’ospedale era vuota. Solo loro due. Come avrebbe detto lui, in quella stanza c’era quasi tutto il mondo. Anche l’ospedale era molto silenzioso, nonostante fosse orario di visita.
Si parlavano pazientemente e con calma, accarezzandosi a vicenda le mani. Erano dolci anche nell’essere tristi. Capita solo a che si ama. Lei più riflessiva e sicura, tranquillizzava lui sulla vita, “andrà tutto bene, la vita è meravigliosa”. Lui rideva e dimenava la sua anima. Abituato alla bulimia di emozioni, all’esplosione delle sue reazioni, stava imparando ad amare la vita. Iniziava a non avere più nemici. Ormai nella sua vita c’erano solo persone importanti, tutti gli altri non c’erano più.
Lei rideva sempre e trovava forze inaspettate da tutto, sembrava nata per sconfiggere le difficoltà della vita. Lui aveva la vita negli occhi. Rimasero insieme per un paio di ore. Non lo dissero ma sarebbero rimasti lì, abbracciati, per tutta la vita.
Ogni tanto guardavano fuori, stava scendendo la sera. Lui interruppe il silenzio. “Resteremo insieme per tutta la vita, come i nostri sogni quando volano ad abbracciare il  cielo”. Lei chinò la testa, i capelli le coprirono la faccia e una lacrima le solcò la guancia e velocemente andò a baciarle il sorriso. Una radiolina riempì il silenzio che assieme avevano creato, Elvis cantava because i love you too much baby. Tutto era rimasto fuori, tutti i problemi, le difficoltà. Soprattutto il passato. La felicità è accettare la vita, ora lo sapeva anche lui.

Stavano aspettando nella fila delle conseguenze, pazientemente e come due anime che nel perdersi si erano ritrovate. C’erano solo loro due. C’era il mondo.


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Quello che non ho è un orologio avanti per correre più in fretta e avervi più distanti.
Fabrizio De André

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