Oggi farò una vera e propria invettiva contro quelli che ne sanno più di me di basket. Praticamente il 95% delle persone con cui parlo quotidianamente. Perché tanto, cosa ci vorrà per allenare? Qualsiasi imbecille con un po' di tempo e di voglia potrebbe fare l'allenatore. Prendo spunto da questo articolo: internazionale.it/incompetenti&inconsapevoli, per dirvi che non è proprio così...
P.S. Difenderò spudoratamente la categoria degli allenatori, oggi divento il sindacalista di tutti gli allenatori, anche di quelli del calcio!
Si chiama effetto Dunning Kruger, dal nome dei due
ricercatori della Cornell university che l’hanno descritto nel 1999,
l’insidioso cortocircuito mentale che condanna chi è incompetente a non
accorgersi della propria incompetenza.
Ciò che di nuovo fanno David Dunning e Justin Kruger alla fine del novecento
è studiare e misurare sperimentalmente la propensione degli incompetenti a
sopravvalutarsi. La loro ricerca trae origine da un curioso fatto di cronaca:
la storia di McArthur Wheeler il quale, avendo appreso che l’invisibilità è un attributo del
succo di limone, se ne spalma un po’ e va a rapinare una banca. Questo è un vero idiota degno di questo secolo! Ma torniamo all'articolo. Dunning legge la notizia e pensa che, se Wheeler è troppo
stupido per fare il rapinatore, forse è anche troppo stupido per accorgersi di
essere troppo stupido. Così, trova un modo per misurare la capacità di
autovalutazione di gruppi di studenti in diverse aree, dal ragionamento logico
alla conoscenza della grammatica, e per correlare livello di competenza e
precisione nel valutare la qualità delle proprie prestazioni.
I risultati sono inequivocabili. Gli incompetenti tendono a
fare due cose in modo ricorrente: sovrastimare drammaticamente le proprie
prestazioni, sottovalutare il livello medio di prestazione dell’intero gruppo.
La propensione degli incompetenti all’errore è universale e tale da sfidare le
leggi più elementari della matematica... Per esempio, succede che quasi la metà (il 42 per cento) di un gruppo di
ingegneri possa stimare di far parte del 5 per cento costituito dai più bravi.
Oppure: l’88 per cento degli automobilisti americani ritiene di avere capacità
di guida superiori alla media... In sintesi: all’incompetenza spesso si accompagna la
supponenza, e gli incompetenti nutrono un’incondizionata fiducia nelle proprie
capacità. Non hanno percezione dei propri limiti e ignorano i propri errori.
Infine, fanno fatica a riconoscere la competenza altrui, e possono arrivare a
disprezzarla. La buona notizia è che con il progredire dell’apprendimento
l’illusorio senso di superiorità decresce rapidamente. Mica vero, la stragrande maggioranza dei genitori con cui ho a che fare, è sempre convinto di saperne più di me, anche dopo che i fatti non gli danno proprio ragione. Il guaio vero è che chi è incompetente non sente alcun
bisogno di apprendere di più, - Esatto: "Ho deciso che mio figlio merita di giocare perché è mio figlio e quindi il coach non capisce niente" - e tende ad accomodarsi in cima al suo vertiginoso
picco di fiducia e ignoranza, guardando il resto del mondo dall’alto in basso. Chiaro, se il ragazzo non diventa il nuovo Alberto Tomba o Valentino Rossi, la colpa è dell'allenatore. L’altro guaio è che nemmeno i più esperti tra gli esperti,
proprio perché hanno consapevolezza di quanto le cose possano essere
complicate, raggiungono mai il livello di fiducia nelle proprie capacità che
appartiene agli incompetenti. Tutto questo fa sì che l’effetto Dunning Kruger sia, oltre
che disarmante, difficilissimo da emendare. E ci sono due ulteriori
complicazioni. In primo luogo, esperti e inesperti usano dialogare (e
scontrarsi) su due diversi livelli: gli esperti entrano nel merito, mentre gli
inesperti, forti solo delle proprie certezze, tendono a mettere in discussione
la credibilità e l’autorevolezza dei loro interlocutori, mettendoli con ciò in
una posizione scomoda e sgradevole. E con questa riflessione potremmo chiudere baracca e burattini. Vi ricordo che, secondo il 99.9% delle persone che conosco, il mio non è un vero lavoro e chiunque potrebbe farlo.
In secondo luogo, le persone più esperte (e anche gli
studenti migliori) sono invece propensi a sottostimare le proprie conoscenze e
capacità. Se sanno qualcosa, o se qualcosa gli riesce facile, tendono a pensare
che per tutti sia così e a soffrire della sindrome dell'impostore:
il timore che le loro capacità, per quanto alte, non lo siano mai abbastanza.
Insomma: la sindrome dell’impostore è l’altra faccia
dell’effetto Dunning Kruger. Peccato che l’una danneggi gli esperti, e che
l’altro avvantaggi (almeno in termini di autostima, e fino a quando non provano
a rapinare una banca) gli inesperti.
Per carità, alle distorsioni del giudizio siamo esposti
tutti... Ma sapere che
gli errori di giudizio esistono, coltivare il dubbio e mantenere una dose di
equilibrio, di realismo e di umiltà ci aiuta a sbagliare un po’ meno, e
soprattutto a non impiccarci ai nostri errori.
E con questa ultima riflessione chiudo il discorso, fate quello che vi piace, tanto quegli incompetenti che vi rompono le palle oggi, domani le romperanno ad un altro allenatore. Un incompetente è per tutta la vita. 😘
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