Come ho già fatto con Hemingway, riporto un elenco di libri da leggere, consigliato questa volta da F. S. Fitzgerald, altro amico di American Ciacoe. Eccovi l'articolo integrale, pubblicato nel www.corriere.it/cultura.
Buona lettura!
Da Ibsen a Stendhal, passando per Proust e Wilde. In tutto, una ventina
di autori per una lista di 22 opere letterarie «essenziali». Almeno
secondo Francis Scott Fitzgerald, che nel 1936 ha stilato un elenco di
consigli per l’infermiera Dorothy Richardson. La lista (che non è stata
scritta di suo pugno, ma dettata alla donna) è stata pubblicata sul sito
dell’Università della Carolina del Sud.
LA LISTA - Fitzgerald nell’aprile
1936, a 40 anni, si trasferisce a Asheville dopo il ricovero della
moglie Zelda in un vicino centro per la cura dei suoi problemi
psichiatrici. Qualche mese dopo il suo arrivo a Grove Park Inn,
nell’estate del ’36, Scott si frattura la spalla nuotando nella piscina
dell’hotel e pare, secondo le ricostruzioni del sito dell’Università,
che abbia tentato il suicidio. Il personale dell’hotel, quindi, gli
affianca un’infermiera, la signora Dorothy Richardson. Tra i due nasce
un legame d’amicizia. Se lei si occupa di lui facendogli compagnia e
tenendolo lontano dall’alcol, lo scrittore ricambia cercando di affinare
la cultura dell’infermiera. E le detta una lista di libri, lista che
lei intitola: «Libri che Scott ritiene essenziali».
I LIBRI - Al primo posto c’è
«Nostra sorella Carrie» di Theodore Dreiser, seguono «Vita di Gesù» di
Ernest Renan e «Casa di bambola» di Henrik Ibsen. Poi vengono
«Winesbourg, Ohio» di Sherwood Anderson, «Il racconto delle vecchie» di
Arnold Bennett, «Il falcone maltese» di Dashiel Hammett, «Il rosso e il
nero» di Stendhal, i racconti di Guy de Maupassant. Al nono posto viene
un saggio, «»An outline of abnormal psychology edito da Gardner Murphy,
al decimo le novelle di Cechov in una edizione curata da Robert N.
Linscott, all’undicesimo la raccolta «The best american humorous short
stories» edito da Alexander Jessup. Poi, ecco «Vittoria» di Joseph
Conrad, «La rivolta degli angeli» di Anatole France, «Santuario» di
William Faulkner. Marcel Proust piaceva parecchio a Fitzgerald, tanto
che alla Richardson ne consiglia ben tre opere: «All’ombra delle
fanciulle in fiore», «I Guermantes», «Dalla parte di Swann». Infine ci
sono «Vento del Sud» di Norman Douglas, «Festa in giardino» di Katherine
Mansfield, «Guerra e Pace» di Leon Tolstoi. Dulcis in fundo, un
generico «tutti i poemi di John Keats e Percy Bysshe Shelley».
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