martedì 10 febbraio 2015

A Ponente

Ecco un racconto ancora caldo. Fatto e pubblicato.
Buona lettura!



Erano seduti uno di fronte all'altra, la camera dell'ospedale era vuota. Solo loro due. Che come avrebbe detto lui, in quella camera c'era quasi tutto il mondo. Anche l'ospedale era molto silenzioso, nonostante fosse orario di visita. 
Si parlavano pazientemente e con calma, accarezzandosi a vicenda le mani. Erano dolci anche nell'essere tristi. Capita solo a chi si ama. Lei, più riflessiva e sicura, tranquillizzava lui sulla vita. "Andrà tutto bene, la vita è meravigliosa". Lui rideva e dimenava la sua anima. Abituato alla bulimia di emozioni, all'esplosione delle sue reazioni, stava imparando ad amare la vita. Iniziava a non avere più nemici. Ormai nella sua vita c'erano solo persone importanti, tutti gli altri non c'erano più. 
Lei, rideva sempre e trovava forze inaspettate da tutto, lui aveva la vita negli occhi. Rimasero insieme per un paio di ore. Non se lo dissero ma sarebbero rimasti lì, abbracciati, per tutta la vita.
Ogni tanto guardavano fuori, stava scendendo la sera. Lui interruppe il silenzio, "Resteremo insieme per tutta la vita, come i nostri sogni quando volano ad abbracciare il cielo". Lei chinò la testa, i capelli le coprirono la faccia e una lacrima le solcò la guancia e velocemente andò a baciarle il sorriso. Un radiolina interruppe il silenzio che assieme avevano creato, Elvis cantava because i love you too much baby. Tutto era rimasto fuori, tutti i problemi, le difficoltà. Soprattutto il passato. La felicità è accettare la vita. 

Stavano aspettando, pazientemente e come due anime che nel perdersi si erano ritrovate, nella fila delle conseguenze. C'erano solo loro due. C'era il mondo.

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