Lunedì sera mi è capitato di parlare con un amico, eravamo al cinema, del ciclista Armstrong e del film, in prossima uscita, che parla proprio della sua epopea, dai trionfi al Tour all'ammissione d'essersi dopato. The Program (il titolo è più che mai adeguato) uscirà mercoledì prossimo, 23 settembre, se volete vedere il trailer cliccate qui: https://youtu.be/H3Oqj_GwB5A.
Piccola parentesi, l'attore protagonista del film, Ben Foster, si è dopato per capire gli effetti delle sostanze proibite nel corpo umano. Fonte: sportevai.it/filmarmstrong/benfoster
Ma ritorniamo alla chiacchierata con Caterino, il fulcro del mio ragionamento era che Armstrong è stato a capo di una cupola malavitosa e che, come sempre in questi casi, a parte colpire l'atleta dopato bisogna capire anche il ruolo delle persone che gli stavano vicino e comportarsi di conseguenza. Nel caso di Armstrong, compagni di squadra, manager, squadra e molti altri. Il caso Armstrong è il più eclatante, basti pensare che il Governo USA gli ha chiesto 100 milioni di dollari di risarcimento, da dare poi alla US Postal, servizio postale pubblico e main sponsor per molti anni di Armstrong. Fonte: tg3web.it/governousavsarmstrong
Per battere veramente il doping serve un cambiamento culturale, magari questa notizia può essere un buon passo: la WADA ha pubblicato una lista di 114 tra medici, preparatori e "santoni" che non possono lavorare con gli atleti. Vi allego il link dell'articolo ma non vi dico il numeri di italiani presenti nella lista, desolazione... repubblica.it//infrequentabili.
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