Quello che mi dà fastidio del Natale, dei giorni di festa più in generale, non è l'"obbligo" di festeggiare e di divertirsi. Lasciamo, ovviamente, stare le promesse da marinai di quei giorni. La cosa veramente fastidiosa è togliere la poesia a quei giorni, sostituita dalla classica ipocrisia cristiano-cattolica. Io non sono credente però amo passare i giorni di festa con le persone a cui voglio bene e dedicare un po' di tempo, cosa che io mediamente faccio poco. Quindi capirete il mio fastidio, chiamiamolo così, nei confronti delle persone che devono per forza avere certi atteggiamenti, gli unici socialmente accettati, in quei giorni.
Sarebbe d'accordo con me David Foster Wallace, che nel suo libro Una cosa divertente che non farò mai più, diceva (a proposito delle crociere ma il paragone regge): "... voi siete esonerati dalla fatica di costruire il sogno. Lo fa la pubblicità, insomma, non manipola la vostra capacità d'azione, né la ignora: semplicemente, la sostituisce."
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