mercoledì 3 agosto 2016

Sedentarietà

Visto che siamo in prossimità delle Olimpiadi, prendo spunto da un articolo de la repubblica.it, completo lo trovare qui: repubblica.it/inattivitafisica, per parlare di sport, o meglio, di mancanza di sport e più in generale di inattività fisica. 
Nell'articolo è specificato molto bene che, La parola d'ordine è muoversi molto. "Sarebbe necessario muoversi ogni giorno, ma fare anche sport e scegliere un'attività fisica aerobica almeno 4-5 volte a settimana... Inoltre sarebbe necessario nei più giovani scegliere anche un'attività fisica che, almeno due volte a settimana, riesca a migliorare la coordinazione motoria e il tono muscolare. Facendo i conti la cosa migliore sarebbero almeno un paio di ore di movimento quotidiano". Quindi, non solo fare sport ma farlo anche nella maniera giusta.
Ovvio che anche i media hanno un ruolo: Limitare Tv e Pc. Banditi quindi per gli esperti di Medicina dello Sport le attività sedentarie e le ore passate in poltrona o seduti. E in questa direzione anche i troppi compiti possono costituire un problema, perché lasciano poco spazio per l'esercizio fisico. Fra l'altro oggi i bambini sembrano più affascinati d computer, videogiochi e tv.  
Lo dico anche io e non sono il solo, anzi... Servono programmi nazionali. Dal 2012, anno delle Olimpiadi di Londra, progressi sono stati fatti nei programmi nazionali di sorveglianza, adozione di politiche nazionali e interventi per favorire l'esercizio fisico, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, ma si tratta di risultati ancora insufficienti e modesti secondo Lancet. Anche se l'80% dei paesi segnala di avere politiche e piani nazionali per il movimento, solo il 56% ha fatto degli interventi operativi.
Concludo con dei dati drammatici: Ogni anno ad esempio quasi 300mila nuovi casi di demenza potrebbero essere evitati se la gente facesse movimento, visto che l'attività fisica ha un effetto protettivo contro questo tipo di malattia. Un numero destinato ad aumentare, se non cambieranno le cose, visto il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale. Rimangono inoltre forti differenze tra i sessi, dovequello femminile si muove meno di quello maschile in 137 paesi su 146, e sugli anziani, che sono la fascia più a rischio di inattività. Di questo passo, conclude Lancet, l'obiettivo dell'Oms di ridurre l'inattività del 10% entro il 2025 non sarà raggiunto.

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