Visto che siamo in prossimità delle Olimpiadi, prendo spunto da un articolo de la repubblica.it, completo lo trovare qui: repubblica.it/inattivitafisica, per parlare di sport, o meglio, di mancanza di sport e più in generale di inattività fisica.
Nell'articolo è specificato molto bene che, La parola d'ordine è muoversi molto.
"Sarebbe necessario muoversi ogni giorno, ma fare anche sport e scegliere
un'attività fisica aerobica almeno 4-5 volte a settimana... Inoltre sarebbe necessario nei più giovani scegliere anche un'attività
fisica che, almeno due volte a settimana, riesca a migliorare la coordinazione
motoria e il tono muscolare. Facendo i conti la cosa migliore sarebbero almeno
un paio di ore di movimento quotidiano". Quindi, non solo fare sport ma farlo anche nella maniera giusta.
Ovvio che anche i media hanno un ruolo: Limitare Tv e Pc. Banditi quindi per gli esperti di Medicina dello Sport
le attività sedentarie e le ore passate in poltrona o seduti. E in questa
direzione anche i troppi compiti possono costituire un problema, perché
lasciano poco spazio per l'esercizio fisico. Fra l'altro oggi i bambini
sembrano più affascinati d computer, videogiochi e tv.
Lo dico anche io e non sono il solo, anzi... Servono programmi nazionali. Dal 2012, anno delle Olimpiadi di Londra,
progressi sono stati fatti nei programmi nazionali di sorveglianza, adozione di
politiche nazionali e interventi per favorire l'esercizio fisico, soprattutto
nei paesi a basso e medio reddito, ma si tratta di risultati ancora
insufficienti e modesti secondo Lancet. Anche se l'80% dei paesi segnala
di avere politiche e piani nazionali per il movimento, solo il 56% ha fatto
degli interventi operativi.
Concludo con dei dati drammatici: Ogni anno ad esempio quasi 300mila nuovi casi di demenza
potrebbero essere evitati se la gente facesse movimento, visto che l'attività
fisica ha un effetto protettivo contro questo tipo di malattia. Un numero
destinato ad aumentare, se non cambieranno le cose, visto il progressivo
invecchiamento della popolazione mondiale. Rimangono inoltre forti differenze
tra i sessi, dovequello femminile si muove meno di quello maschile in 137
paesi su 146, e sugli anziani, che sono la fascia più a rischio di inattività.
Di questo passo, conclude Lancet, l'obiettivo dell'Oms di ridurre l'inattività
del 10% entro il 2025 non sarà raggiunto.
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