martedì 28 marzo 2017

Quando il libro è non cartaceo

Visto che si parla spesso di libri cartacei e di libri elettronici, e visto che sono parte in causa, vi dico la mia e vi faccio leggere parte di un articolo che completo lo trovate qui: lastampa.it/librielettronicifrenanolalettura.
Sono a favore dei libri cartacei, se devo leggere un libro lo leggo cartaceo. Anche i miei libri, intendo quelli che ho scritto io, mi fanno un effetto diverso quando li posso toccare e quando invece li vedo scaricati come e-book. Se leggo su carta comprendo tot, se leggo su di uno schermo comprendo tot -.
In ogni caso, non sono contrario all' e-book, motivo? Ognuno deve leggere nella maniera che preferisce. 
Ora vi riporto l'articolo di cui vi ho accennato. Da uno studio dell’università Murdoch del Queensland, in Australia, si evince che i nativi digitali sono capaci di passare con disinvoltura dal tablet alla carta stampata, dalla saga fantasy in videogioco a quella cartonata. Ma leggere su carta stampata o su uno schermo non è la stessa cosa. Un’affermazione intuitiva, per chiunque abbia provato le due modalità: ma adesso dimostrata da uno studio fatto su mille bambini all’università Murdoch di Perth, in Australia, per cui quelli che leggono su iPad, computer e telefonini leggono meno. «Dare ai bambini congegni elettronici per leggere inibisce la lettura», è la conclusione della ricerca guidata da Margaret Merga del Dipartimento di Educazione dell’ateneo. 
Il motivo principale sarebbe il «media multitasking». «Leggere su congegni collegati in rete causa distrazione, invitando al salto continuo da una pagina all’altra...
Specialmente problematici in questo senso sono i telefonini, che molti teen ager usano anche per leggere, ma su cui sono continuamente interrotti da messaggi e avvisi social, Al progetto hanno partecipato 997 alunni degli ultimi tre anni delle elementari, ai quali è stato chiesto con che frequenza leggono libri nel tempo libero, se possiedono Kindles, iPad, o telefoni cellulari, e se li usano per leggere. «La frequenza di lettura è minore quando i bambini dispongono di un maggior numero di questi congegni»... 
In realtà forse i nativi digitali lo sapevano già senza bisogno della ricerca. Secondo un altro studio della stessa università infatti il 60% preferisce i libri «fisici» a quelli digitali un po’ perchè amano il senso di possesso, l’oggetto sullo scaffale, un po’ perchè preferiscono la sensazione di sfogliare le pagine...

3 commenti:

  1. Sicuramente rispetto alla mia generazione i ragazzi di oggi sono non solo "nativi digitali" ma anche "viventi digitali" in quanto sono nati in un epoca tecnologica e vivono attivamente tutte le cose positive che la tecnologia ha portato. Eppure i miei alunni (10/11 anni)mi chiedono con insistenza di arricchire la biblioteca di classe con libri sempre diversi e di andare in libreria a leggere insieme a loro un libro; questo mi fa pensare che non hanno ancora intenzione di perdere il contatto "fisico" con i libri. Leggere da uno schermo non è facile, richiede quella concentrazione che, come sottolinea l'articolo sopracitato, è sempre più difficile a causa di molteplici distrazioni. Certo, anche leggere un libro richiede attenzione ma nello stesso tempo ti da'la possibilità di sognare e,come ha scritto un mio alunno "...di andare con la fantasia in un luogo mai visitato, sconosciuto..".

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  2. E' vero, più che "nativi digitali" sono ormai dei "viventi digitali". Ma il problema non è questo, il vero problema è l'approccio degli adulti: da sconfitti in partenza. Con le solite scuse, "non vogliono leggere", "sono sempre al telefono", ecc. La verità è che le nostre generazioni danno poca importanza alla lettura in generale e questo si ripercuote sui minori.

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    1. L'adulto non dedica tempo alla lettura e di conseguenza tende a mettere in secondo piano le esigenze di quei bambini che invece vorrebbero leggere. Io mi domando, perché chiedono alla maestra di leggere e non alla mamma o al papà??La risposta è ovvia dopo avere letto i nostri commenti...

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