Tra una promozione e un'altra dei miei libri, continuo a leggere libri e articoli sul mondo americano. Una mia grande passione. Vi riporto parte di un articolo - completo lo trovate qui: internazionale/amish/tecnologia - che parla delle tecnologie e del loro rapporto con una comunità che della tradizione fa la propria filosofia di vita, gli Amish.
L'articolo inizia proprio dal classico stereotipo sugli amish, quelli che girano su calessi a cavalli e portano enormi barbe – dice che sono
fermi al settecento: se in quel secolo una tecnologia non era stata ancora
inventata, oggi non la usano – “Che cos’è clip clop, clip clop, bang bang,
clip clop?”. “Un amish che passa sparando”. Perciò è inquietante scoprire, come
ha scritto di recente il New York Times, che gli smartphone, i pc e altre macchine
controllate dai computer stanno entrando sempre più a far parte della vita
quotidiana delle loro comunità.
Esistono perfino panetterie amish
che accettano le carte di credito. Alla faccia della vostra fantasia –
d’accordo, la mia fantasia – di fuggire da questo mondo iperconnesso per
rifugiarsi in un’epoca più semplice. Se anche gli amish sono diventati dipendenti
dai clic e dai pagamenti senza contanti, che speranza c’è per noi?
Se non che, come fa notare Kevin Kelly nel suo
libro What technology wants, gli amish non sono mai stati nemici a
oltranza della modernità. “La loro vita è tutt’altro che antitecnologica”,
scrive. Andando a visitare le comunità amish, ha trovato radio a batteria,
fresatrici azionate da computer, pannelli solari, fertilizzanti chimici e
colture geneticamente modificate. Quello che caratterizza la posizione degli
amish nei confronti di qualsiasi invenzione non è il totale rifiuto, ma il
fatto che partono dal presupposto di non volerla o di non averne bisogno, e che
la adottano solo se è in linea con i loro valori.
...
Oggi come oggi, “tendiamo a dire
di sì automaticamente a qualsiasi novità”, osserva Kelly, mentre la “tendenza
automatica degli amish è dire di no”. Perciò le automobili non vanno bene
perché incoraggiano le persone ad allontanarsi invece di costruire una comunità
vicino a dove sono nate. Ma i portatili e gli smartphone vanno bene, per alcuni
amish, in certi contesti di lavoro – anche se mai a casa – perché ritengono che
i vantaggi offerti superino gli svantaggi.
Non intendo sostenere che
dovremmo adottare i valori degli amish, che sono perlopiù illiberali, e meno
che mai adottare il loro sistema per stabilire quali tecnologie sono
consentite, il che essenzialmente significherebbe lasciare la decisione ai
vescovi.
...
Non stiamo parlando di
missilistica (non so bene quale sia la posizione degli amish sui missili). Ma
la maggior parte di noi sembra essere intrappolata nel paradigma opposto: prima
o poi finiamo per adottare le novità semplicemente perché esistono.
Per applicare la filosofia di Newport, potreste fare un inventario delle tecnologie che usate e
valutarle una per una in base alla loro reale utilità, partendo dal presupposto
che se qualcosa non trova una giustificazione dovrebbe essere eliminata...
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