martedì 14 agosto 2018

L'asceta e il pavone

Eccomi con un inedito. Probabilmente finirà in un mio libro, chissà...
Non ve lo posto tutto, solo alcune parti. Se vi va, fatemi sapere cose ne pensate. Ve lo dico già, è da sistemare in alcuni passaggi.


Mister Seymour Roth, professore di teologia e storia delle religioni in alcuni atenei del nordest, Pennsylvania e West Virginia, scese dal treno a Fargo, la città più importante del Nord Dakota. Arrivò a Fargo per tenere una conferenza sull’ascetismo in una sede distaccata della North Dakota State University. Appena sceso venne avvicinato dal responsabile della comunicazione dell’università, Mister Bruce Brown, e da una donna, che si presentò come Tess Gall, la segretaria di Brown. Anche loro, come il professore Roth, erano vestiti da cattedratici, le varie sfumature di grigio lasciavano di tanto in tanto un po’ di spazio al marrone. Non ci furono molti convenevoli. Mister Brown ricordò a Roth che la conferenza avrebbe avuto inizio alle cinque del pomeriggio e che ora sarebbe stato accompagnato in albergo dove avrebbe potuto riposare e prepararsi alla conferenza. La signora Gall, senza molto interesse, ricordò al professore Roth che la conferenza aveva ricevuto molto interesse nei media locali e che già più di cento persone si erano prenotate un posto. Oltre a questo, aggiunse, circa una trentina dei migliori studenti dell’università erano stati invitati ad assistere all’evento. Il professore Roth rispose con un cenno di capo, anch’egli non sembrò molto interessato alle persone e alla loro voglia di sentirlo parlare. Un taxi li stava aspettando appena fuori dalla stazione, salirono tutti e tre e la signora Gall riprese la parola:
-La sua stanza è la 312, queste sono le chiavi. Abbiamo già prenotato un tavolo in una sala appartata del ristorante, con la sua sedia che dà la schiena alla sala, come chiesto da lei. Passerà Mister Brown a prenderla alle 16.25, l’albergo è a quindici minuti dall’università. Buon riposo.
Il professor Roth scese dal taxi e strinse la mano a Mister Brown, mentre per la signora Gall riservò un labiale che diceva “arrivederci” ma senza emettere alcun suono. Arrivò all’albergo e si diresse direttamente alla 312, lì si rinfrescò e poi scese per pranzo. Il tavolo era proprio come glielo aveva descritto la signora Gall, in una saletta appartata del ristorante. Oltre al suo c’erano altri 4 tavoli, la sua sedia dava la schiena a tutti e quattro i tavoli. Pasteggiò con delle verdure al vapore e un bicchiere d’acqua temperatura ambiente. Si portò in camera una tisana al finocchio e, dopo essersi steso sul letto, ripassò mentalmente la conferenza. Poi, dopo essersi lavato i denti, puntò la sveglia alle 15.56. Dopo essersi svegliato, si precipitò in bagno e si preparò. L’ultima cosa che fece prima di uscire dalla camera fu sistemarsi il riporto. Prese la valigetta, chiuse la porta e poi si avviò verso l’ascensore. Alle sedici e ventiquattro minuti era seduto su una sedia della hall.
Alle sedici e ventisei, con un minuto in ritardo, Mister Brown entrò nella hall dell’albergo e fece un cenno al professore Roth. Si salutarono con un cenno del capo.
Percorsero la breve strada che li separava dall’auto in silenzio, silenzio che poi si prolungò per tutto il tragitto percorso per arrivare all’università.
L’aula magna era stracolma, Mister Brown e il professore Roth entrarono alle sedici e cinquantuno e si sistemarono nei posti riservati a loro. C’era una terza sedia, che venne occupata dopo pochi istanti dal social media manager dell’ateneo, il quale fece una piccola intervista di pochi minuti al professore Roth.
Alle diciassette e zero quattro entrò il Preside, l’unica persona che ricevette delle vere e oneste attenzioni da parte del professore Roth. Si salutarono, commentarono la politica governativa e il professore Roth fece alcuni apprezzamenti sull’università del Nord Dakota.  
Il professore Roth si sedette, respirò profondamente e accese il telefono. Mister Brown lo presentò velocemente, come da accordi con Roth e poi gli lasciò la parola.
-Sappiamo tutti che il termine ascetismo deriva da "ascesi", dal greco antico, una parola che in origine significava esercizio, cioè l’allenamento di un atleta per il superamento di una prova, di una gara. L'ascetismo, originariamente riferito al Cristianesimo, si ritrova nella storia delle religioni come un fenomeno appartenente a diverse culture. Le pratiche ascetiche si propongono di conseguire una condizione di vita che, diversamente da quella ordinaria, realizzi superiori valori religiosi. L'ascesi comporta nell'uso prevalente una svalutazione della corporeità, realizzata tramite sacrifici, rinunce e mortificazioni della carne, al fine di raggiungere una superiore spiritualità, ma esiste anche un ascetismo che non contrappone il corpo allo spiriti e che si fonda su pratiche che mirano a sviluppare e controllare capacità fisiche. L'ascetismo "ultraterreno" si riferisce alle persone che si ritirano dal mondo al fine di vivere una vita ascetica, ciò include la figura del monaco che vive in una comunità monastica, così come quella dell'eremita che vive completamente isolato. L'ascetismo "terreno" invece si riferisce a persone che vivono vite ascetiche ma non si ritirano dal mondo. Ad esempio, alcuni studiosi sostengono che l'ascetismo "terreno" è specificamente indirizzato contro i piaceri terreni che distraggono le persone dalla loro chiamata, dalla loro vocazione. Tale ascetismo può accettare piaceri terreni che non distraggono. Ad esempio…
Venne interrotto da un pavone che, come altri esemplari popolavano i giardini dell’università. Il professore, quasi senza scomodarsi, disse:
-Il pavone, nome scientifico Pavo cristatus della famiglia Phasianidae è un uccello che emette un suono conosciuto come paululare. Il suo canto non è molto piacevole, anzi. Estremamente acuto e stridulo, viene emesso soprattutto durante la stagione degli amori per richiamare le femmine, così come la sua più famosa ruota.
Silenzio. I presenti che assiepavano la sala si guardarono tra di loro e, soddisfatti per essere presenti alla conferenza di uno che ne sapeva più delle loro nonne messe assieme, si lanciarono in un fragoroso applauso che durò più della grande depressione. Il moderatore, Mister Brown, nell’unico suo intervento a parte la presentazione iniziale, dovette dopo un po’ intervenire per riportare la calma e ad un clima consono al professore Roth.
- Dicevo, ad esempio i Quaccheri. Gli appartenenti a questa comunità, si sono storicamente opposti ad abiti dai colori chiari, ma che i Quaccheri ricchi hanno spesso ricavato il loro monotono vestiario da materiali costosi. Il colore era considerato fonte di distrazione, non invece il tessuto da cui il vestito era ricavato. I gruppi Amish usano criteri simili per decidere quali tecnologie moderne usare e quali evitare. [IL PROFESSORE CONTINUA IL SUO DISCORSO SULL'ASCETISMO, POI VIENE INTERROTTO ANCORA] 
- Dicevo, alcuni teologi cristiani, come Alessandrino e Origine, sostengono che attraverso la contemplazione mistica si  possa raggiunge l'unione con Dio e per questo scopo occorrono la meditazione, la preghiera ma anche pratiche di severe rinunce e di mortificazione della corporeità. Ma non dobbiamo scordare che nel cristianesimo delle origini l'ideale ascetico è del tutto assente. [IL PROFESSORE CONTINUA IL SUO DISCORSO SULL'ASCETISMO, POI VIENE INTERROTTO ANCORA] 
Il pavone, con un timing degno del migliore batterista sulla piazza, attaccò alla parola pietismo del professore, un acuto che a confronto Axl Rose sarebbe stato scambiato per Joe Cocker. Quell’ultima interruzione fu fatale, avrebbe voluto aggiungere che nella cultura orientale per quanto riguarda alcune forme di Teoismo e Buddhismo si può parlare di un ascetismo ateo o agnostico, che nello Zhuangzi, ovvero uno dei testi fondamentali del taoismo, si distingue il Tao dal concetto Dio creatore. Ma la sola cosa che fece fu quella di mandare il pavone dal Dio creatore, il famoso dio pavone. Si alzò con una scatto e in pochi secondi fu fuori dall’aula magna, si tolse velocemente la giacca e afferrò un’asta telescopica che gli capitò nel campo visivo proprio prima di uscire. Quell’ultimo pualulare del pavone lo mandò via di testa. Il materialismo violento, ebbe il sopravvento sugli anni passati a studiare e trasmettere i propri saperi.
Colpì il pavone con l’asta telescopica per una decina di volte, il pavone già dopo la quarta non si muoveva più.
Erano le diciassette e quarantotto, il professore Roth era madido di sudore, aveva la camicia fuori dai pantaloni e il riporto si era scomposto. Quei pochi capelli che aveva stavano svolazzando al vento. L’aula magna era ormai vuota. Le persone erano tutte assiepate in giardino a vedere le gesta del professore.
Mai nessun pavone in tutta la storia dell’umanità aveva avuto così tante attenzioni da così tante persone.

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