martedì 26 maggio 2020

Dove va l'editoria?

Buongiorno.
Eccomi con qualche altro dato, per niente bello, sulla situazione dell'editoria al tempo del Covid-19. I dati li ho presi da questi due articoli, sono dati ufficiali dell'Associazione Italiana Editori e molto freschi. Quindi, purtroppo, assolutamente veri. Completi li potete leggere qui: ansa.it/crisieditoria e qui: huffingtonpost.it/crisieditoria.

In questo anno nefasto 2020 si calcola che saranno 21 mila i titoli pubblicati in meno... 12.500 le novità in uscita bloccate, 44,5 milioni le copie che non saranno stampate e 2.900 i titoli in meno da tradurre.
Ad aprile erano il 70% gli editori che stavano attuando o programmando la cassa integrazione.
Per il periodo maggio-agosto è del 42% la percentuale di chi ha deciso di temporeggiare con le uscite, rimandandole ulteriormente. Si punta in modo particolare sull'ultima parte dell'anno... sperando in un recupero natalizio. 
Recenti studi dell’AIE, sostengono che ...il 94% delle case editrici teme danni molto gravi alla propria attività.
Ebook e audiolibri tengono: nel primo semestre dell'anno solo l'1% degli editori ha dichiarato di aver riprogrammato al ribasso le uscite dei libri in digitale. Il 10% quelle degli audiolibri.
I piccoli e medi editori rischiano di essere decimati: quasi un editore su dieci (9%) sta valutando la chiusura... un altro 21% la considera probabile. Si arriverebbe così al 30%.
A fine 2020 si stima che la riduzione dei titoli dei piccoli e medi editori sarà del 32%. Questo vuol dire 21.000 opere in meno, il 54% di tutte quelle che andranno perdute nel 2020.
Pesante il calo di fatturato: il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%, il 56% superiore al 50%, il 29% superiore al 70%.
Le librerie con il lockdown hanno avuto in dieci settimane 140 milioni di minor fatturato, pari a circa 45 milioni di euro di mancati utili lordi.
Fonte: web

La mia domanda è: lo Stato farà anche con la cultura quello che ha fatto con altri due comparti molto importanti, come lo sport di base e la sanità, cioè ignorare il "problema" e facendo credere che altre tematiche siano più importanti? 

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