martedì 27 ottobre 2020

Odio chi non parteggia

 Buongiorno.
Avevo smesso di parlare di politica nel mio blog, anche se i post politici "tirano" sempre più degli altri. Il post che ho pubblicato la scorsa settimana ha fatto da solo più letture, più del doppio, di tutti i post che ho fatto ad ottobre. Penso però che ci siano delle cose che non si possono non fare, cioè prendere posizione. Perché, come diceva Gramsci: Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

Quindi, anche oggi, sarò partigiano. Parlerò di sport, ma la "cultura" non se la vive meglio. A proposito, parlare di sport e di cultura è la stessa cosa. Smettetela di distinguere le due cose. Questo è ciò che si legge nella Treccani: cultura s. f. [dal lat. cultura, der. di colĕre «coltivare», part. pass. cultus; nel sign. 2, per influenza del ted. Kultur]. – 1. a. L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo…L’insieme delle conoscenze relative a una particolare disciplina… Quindi da ora, userò i due termini come fossero sinonimi, lo sono!

 Il ministro Di Maio, che si permette di dire che hanno chiuso le attività non essenziali, frase detta anche da Speranza e Conte anche se in momenti diversi, forse si dimentica che qualsiasi sia il lavoro che fa una persona, per quella persona il suo lavoro è essenziale. Che sia anche la prostituta! Il Paese non vive solo con certe attività, mentre altre servono solo da contorno. Il Paese va avanti con il lavoro di tutti.

Il ministro Spadafora, francamente poco a suo agio nel mondo dello sport, non ha un ruolo importante nel Governo. E' messo lì, a prendere insulti dall'intero mondo sportivo. E ci riesce bene, non conta nulla, non dice nulla da esperto. Ora si gingillerà perché ci regalerà quattro soldi. Forse, magari...

Il Premier ha il pelo sullo stomaco, tira dritto e non gliene frega niente di nessuno. Le industrie valgono, i centri commerciali valgono, la serie A di calcio vale, del resto si può fare a meno. Lo ha ammesso più volte che la popolazione è in sofferenza, ma una parte della popolazione è trattata meglio, molto meglio, di altra parte. Questo Governo, che dovrebbe avere una piccola, piccolissima, anima comunista, ha aumentato notevolmente le differenze tra la classi dei lavoratori. Hanno scoperto quest'anno che c'è chi vive di sport, perché sport dilettantistico vuol dire che chi lo pratica è un dilettante, nel senso che non percepisce, o ne percepisce poco, uno stipendio. Ci sono migliaia di persone di che lavorano h24 nel mondo dello sport. E sono pure stimati professionisti. La cultura in Italia non conta un cazzo, fa parte del tempo libero. E così, visto che di tempo libero ne ho molto in questo periodo, vi mando a ramengo. 

Foto: Kevin Senatore


Ultimo ma non ultimo, se lo Stato fa l'assistenzialista ora, in futuro non avrà soldi per investire in stadi, palestre, piscine, auditorium, centri culturali, ecc. Forse era meglio investire prima, visto che in sette mesi non avete investito in ospedali, trasporto e scuola. E negli anni ve ne siete sbattuti. Ah, dimenticavo: ANDATE A RAMENGO! E ricordatevi che senza cultura non si può vivere e le nuove generazioni ne risentiranno. Ritornateci, a RAMENGO!



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