Buongiorno.
Vi ripropongo il racconto - versione completa - che ho postato lo scorso sabato, tratto da 📚 Racconti americani 📚, libro che fa parte della #PromoNatale2020. Promozione che vale solo se acquistate i libri direttamente da me. Volete qualche info in più? Eccole: 💥 PromoNatale2020 💥.
Era un’assolata giornata di maggio, l’estate ormai alle porte, nonostante fossero solo le otto meno dieci del mattino il vento aveva già iniziato a seccargli la pelle. Ma non era infastidito, anzi. Capì di stare bene dal fatto che il suo animo era sereno come quella giornata. Fantastico quando l’uomo e la natura sono in sintonia.
Doveva andare da Austin, Texas ad Albuquerque, New Mexico. Ma aveva in testa una mezza idea di passare pure per Phoenix, Arizona e magari sarebbe arrivato fino a San Diego in California. In un certo senso, e con tempistiche e itinerario assolutamente adattati alle sue esigenze e comodità, stava ripercorrendo la rotta che un secolo prima avevano percorso gli Okies, con la semplice differenza che quei poveri disgraziati lasciarono le loro case e terre a causa della Dust Bowl ma anche per la crisi del ’29 e delle politiche poco lungimiranti del governo. Mentre lui, viaggiava per il gusto di viaggiare. Archibald non era certo sporco e insulso come un maiale, come quei disperati che scapparono dall’Oklahoma. Lui voleva semplicemente viaggiare, perché si sentiva lui il treno. Il mondo lo avrebbe semplicemente visto passare.
Una volta arrivato ad Albuquerque sarebbe andato un po’ in giro nella natura selvaggia. Voleva vedere un paio di vette al di sopra dei tremila metri, e magari qualche lepre fischiante e le tanto schive marmotte. Pecore selvatiche delle Montagne Rocciose, alci, cervi, capre delle nevi, piccoli roditori e svariati tipi di uccelli, con un po’ di fortuna avrebbe visto pure un orso nero e forse un puma. Ma anche la flora gli interessava vedere, camminando nella natura selvaggia avrebbe visto gli alberi comunemente presenti in New Mexico, come lo spruce, i pioppi tremuli e gli abeti.
Disegno di copertina: Andrea Denegri |
Il treno arrivò puntuale, Archibald salì sulla terza carrozza e occupò il suo posto. Il treno ripartì quasi subito. Archibald iniziò ad osservare il paesaggio che scorreva veloce ai suoi occhi.
Dopo pochi minuti si sedette vicino a lui un signore sui sessant’anni circa, dalla carnagione molto chiara. Vestito con un paio di jeans e una camicia a quadri, molto elegante anche se apparentemente nervoso ma forse era meglio dire stizzito. Sembrava elettrico e infastidito. Archibald si sforzò di non commettere nessun errore nel restare solo con la propria solitudine e silenzio, non voleva per nessun motivo che quel signore “particolare” attaccasse bottone. Archibald provò a cercare un libro nella borsa a mano, si ricordava di avere con sé Passaggio a Nord-Ovest e magari una qualche rivista ma le sue ricerche furono vane. Ora quello elettrico e infastidito era lui. Si sentiva un po’ stupido per quello che stava provando. Tutto sommato, stava avendo a che fare con un essere umano. Si chiese, perché essere così affascinato dalla natura e dalle sue bellezze e non voler parlare con un essere umano? Forse perché la natura si lascia vivere, mentre gli uomini vogliono vivere.
Il silenzio si interruppe improvvisamente, il passeggero guardò Archibald e lo salutò con un cenno della testa. Archibald disse -Salve- con un filo di voce.
-Come va?-
-Bene, grazie e lei?-
-Bene. E’ in giro per lavoro?-
-No, viaggio per passione-
-Beato lei. Io viaggio da parecchi anni per il nostro paese, soprattutto al sud, faccio parte di una organizzazione fondata a fine degli anni cinquanta, vogliamo portare un cambiamento culturale negli Stati Uniti, lottiamo per la nostra amata nazione. Siamo nati in Virginia, ma siamo sempre stati molto attivi, soprattutto al sud, dove c’è più bisogno di un nuovo ordine sociale ma da come stanno le cose, non è che al nord le cose vadano meglio, anzi. E probabilmente il discorso è adatto anche per l’ovest e l’est. Abbiamo attraversato momenti veramente difficili ma ora, con il nuovo corso politico, le cose dovrebbero cambiare. Noi siamo pronti e spero sia pronta anche l’America. Finalmente Dio ha ascoltato le nostre preghiere. E hanno poco da ridire quelle quattro star del cinema e della tv, oppure il paladino dei diritti umani, stiamo tornando un Grande Paese!-
Archibald non capì bene perché la vita a volte si presenta così sconclusionata. Cosa avrebbe dovuto dire a quel tizio? Capì il significato di quel delirio nazista, tanto da non doversi ripetere mentalmente il nome dei protagonisti del discorso del suo interlocutore, ma cosa avrebbe dovuto rispondere? Che era un coglione, xenofobo e razzista? Fuori dal mondo e dai tempi moderni? Avrebbe dovuto dargli del pazzo? Archibald, che era partito per quel viaggio sperando di perdersi nella bellezza della natura, stava drammaticamente naufragando di fronte all’assurdità umana. Guardò il suo interlocutore, gli sembrò di fare anche un mezzo sorrisetto, e non riuscì a dire nulla. In silenzio di fronte alla stupidità umana. Non seppe dire nulla. Raccolse velocemente le sue cose e tanto velocemente si alzò in direzione della porta della carrozza. In pochi secondi percorse la distanza che lo divideva dall’altra carrozza, mentre la apriva sentì quel signore sulla sessantina con la camicia a quadri dire -Non dica che non la avevo avvisata, il nuovo ordine mondiale sta cambiando. L’ America sta cambiando e di conseguenza il mondo.-
Archibald non sentì le ultime parole, aveva già chiuso la porta. Respirò profondamente e cercò con lo sguardo un posto libero e isolato. Lo trovò a metà carrozza, a qualche posto da un ragazzo orientale accompagnato ad una afroamericana. Ci mise un po’ a tranquillizzarsi ma alla fine raggiunse il suo obiettivo. Ora lo aspettavano solo Albuquerque e il New Mexico e poi forse Phoenix e la California. Aveva un disperato bisogno della natura selvaggia e delle Montagne Rocciose. Non voleva avere più angosce, né sentirsi più in colpa per la stupidità altrui. Non tutto nella vita può essere determinato dagli uomini, l’unica cosa che si disse fu che bisognerebbe imparare ad aspettare e non avere sempre un compito. Bisognerebbe imparare ad oziare, che non significa essere passivi. Ma avere un rapporto più rilassato con la vita, con il mondo.
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