domenica 4 novembre 2012

Pari opportunità

La cosa che più non capisco è la fiducia che ancora una parte degli italiani continua a dare ai "nostri" rappresentanti. Nel sito di Cittadinanzattiva (www.cittadinanzattiva.it) ho trovato la notizia, in realtà ripresa da Il Messaggero (www.ilmessaggero.it), dello stanziamento di 5.656.000 euro da parte della Camera per «favorire la mobilità» dei parlamentari nei prossimi tre anni. La  spiegazione di Montecitorio: «I deputati devono pur essere messi in condizione di andare a lavorare».
Evidentemente i mezzi pubblici a Roma non funzionano solo per i parlamentari, per tutti gli altri funzionano bene...
Quindi, ai deputati serve un parcheggio sempre a disposizione in piazza del Parlamento, riservato e gratuito, evitando così di prendere multe per sosta selvaggia e per ottimizzare la giornata lavorativa. Curioso il fatto che di soldi per le comodità dei nostri parlamentari ci siano sempre mentre  i trecentotrenta milioni di euro per l'assistenza alle persone gravemente autosufficienti potrebbero non esserci più. Almeno stando a quanto prevede il disegno di legge di stabilità attualmente all'esame della Camera. Risorse che hanno scatenato la protesta delle associazioni dei malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che sarebbero i più gravemente colpiti dalla rimodulazione prevista dal Governo. Anche per questo tutto il mondo politico sta facendo appelli per ripristinare la dotazione inizialmente prevista per il prossimo anno. Questa notizia l'ho ripresa del sito del Sole24ore (www.ilsole24ore.com).
Per cercare di capire meglio la questione bisogna partire dalla Finanziaria 2007. In quell'occasione il Governo Prodi e il Parlamento istituirono un Fondo per le non autosufficienze, che aveva a disposizione 100 milioni di euro per il 2007 e 200 milioni di euro sia per il 2008 che per il 2009. Negli anni successivi le dotazioni sono state riviste, non sempre in modo continuo e con conseguenti proteste.
La spending review di luglio (Dl 95/2012, articolo 23, comma 8) ha messo a disposizione del Fondo per gli interventi urgenti e indifferibili (creato con il decreto anti-crisi del febbraio 2009 e "gestito" dal ministero dell'Economia) una somma di 658 milioni di euro per il prossimo anno. Soldi da destinare su un doppio binario: il primo deciso da un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri tra varie finalità (dalle politiche giovanili alle professionalizzazione delle forze armate); il secondo e «in via prevalente» (come recita testualmente la norma) al finanziamento dell'assistenza domiciliare prioritariamente nei confronti delle persone gravemente non autosufficienti, inclusi i malati di sclerosi laterale amiotrofica. Quell'«in via prevalente» è stato interpretato dalle associazioni dei malati di Sla come la metà del budget, 330 milioni di euro. Ma è qui che interviene il disegno di legge di stabilità, che toglie 631,7 milioni al Fondo per gli interventi urgenti e indifferibili e va a creare un nuovo Fondo per gli interventi urgenti a cui destina 900 milioni di euro. Le finalità sono molte, come università, famiglie, giovani, sociale, ricostruzione dell'Aquila, ecc e quindi non c'è più un impegno specifico sul Fondo per le non autosufficienze. Da qui le associazioni dei malati di Sla e dei loro familiari chiedono un passo indietro o che venga ripristinato un apposito capitolo di spesa per le finalità di assistenza.  I ministri del Welfare, Elsa Fornero, e della Salute, Renato Balduzzi, hanno promesso di impegnarsi a trovare una soluzione, quindi trovare quei fondi?! Molte star della politica si sono schierata a favore del ripristino del finanziamento, il segretario Pdl Angelino Alfano, il leader dell'UDC Pierferdinando Casini e quello di SEL Nichi Vendola. Immagino abbiano impiegato poco tempo per contattare il Governo, a Roma per loro il parcheggio non è un problema...

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