giovedì 26 novembre 2015

Che cazzo avete da ridere?

Pensata in due giorni e scritta in mezz'ora. Imparate a conoscermi.
Notte...




Mi dicono che rido poco,
che dovrei ridere di più.
Ma loro non sanno che
ridere con me
è come entrarmi
nell’anima,
ridere con me
è un fatto intimo,
molto intimo.

Chissà se poi
tutti quelli
che mi dicono
che dovrei ridere di più
si perdono nelle tenebre
della notte
disperati
e pazzi di dolore
per la loro esistenza
che non va
come gli avevano fatto credere che
sarebbe andata.
Perché la vita è spesso
solo una grande rottura di palle.
La caldaia rotta, il lavoro sempre
più stressante,
i falsi amici che dimostrano di
essere effettivamente
falsi amici.
Non si trova mai parcheggio,
la gente è pazza per il terrorismo
e le malattie che vengono
dall’Africa.
Le religioni sono un business,
le banche trafficano in armi
e tutti sappiamo che
per quanto bella e soddisfacente
possa essere la vita,
alla fine torneremo ad essere polvere.
Che cazzo avete tutti da ridere?
Prendete Robin Williams
ha passato la sua intera esistenza
a far ridere gli altri
e poi si è ritrovato solo
a dover sconfiggere il demone della depressione.
Nessuno di voi, abituati ad avere sempre
il sorriso stampato in faccia,
che si sia accorto della sua solitudine, eh?
Bravi tutti a ridere sempre,
un po’ come scoreggiare  
ad ogni pensiero fatto.
La felicità non è ridere sempre.
La felicità, probabilmente,
non esiste.
Al massimo si può aspirare
serenità.

L’uomo più sereno è
quello depresso,
solitario e triste.
Amare non è essere felice,
amare è vivere.
Io vivo
e rido con chi cazzo mi pare.

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