Stoner alla fine non può non piacere, scritto con grande amore e ancora più talento da J.E. Williams, racconta con pacatezza e profondità la storia di un uomo che, in realtà, da raccontare non ha molto. Un libro dove a regnare è la storia e i suoi drammi, vedi le due guerre mondiali, e dove gli uomini giocano a recitare la felicità.
Queste parole mi hanno colpito molto:
... In gioventù l'aveva dato liberamente, senza pensarci; l'aveva dato a quella conoscenza che gli era stata rivelata - quanti anni prima? - da Archer Sloane. L'aveva dato a Edith, nei primi, ciechi, folli anni del corteggiamento e del matrimonio. E l'aveva dato a Katherine, come se fosse stata la prima volta. Stranamente, l'aveva dato a ogni momento della sua vita, e forse l'aveva dato più pienamente proprio quando non si rendeva conto di farlo. Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell'amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo!
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