lunedì 22 febbraio 2016

Per chi allena i giovani e odia, almeno in parte, gli atteggiamenti di una parte dei genitori

Qualche giorno fa ho letto, e postato su Facebook, una bella intervista dell'allenatore di calcio Prandelli. A parte la parentesi con la nazionale, non certo fortunata ma oggi non voglio commentare la sua carriera, è comunque un professionista che con i giovani ha basato la prima parte della sua carriera. Quindi le sue parole sono quelle di una persona competente e autorevole. Come si legge nell'articolo, Il vero problema non sono i bambini ma i genitori"... "Io i genitori ho provato ad 'allenarlì per otto mesi ma poi ho rinunciato: mettono troppe pressioni, quando invece bisogna sbagliare. Il bambino stesso è più attento a capire il proprio futuro, con l'assillo dei famigliari diventa tutto più difficile. E' vero che nelle difficoltà si forma il carattere ma è anche vero che in tal modo è più dura emergere. E poi la figura dell'allenatore è lì apposta per decidere sulle potenzialità del ragazzo. Le pressioni esterne non lo aiutano. Se non altro, aiutano a forgiare il tecnico. Già, aiutano a forgiare il tecnico se è abbastanza forte e supportato da una società seria, quest'ultima fortuna ce l'ho e penso anche la prima. Il vero problema sono i genitori che fanno da procuratori ai propri figli e vivono di emozioni superficiali e brevi. Basta un niente, un rimprovero o una "punizione" per minacciare tecnici e società e basta una mezza frase o un piccolo ed effimero successo per intravedere futuri scenari rosei. Lo dico con onestà, molti genitori superano il livello di pateticità, lo si vede nei loro occhi quando mi parlano, si nascondono dietro ad aggressività e rivendicazioni ma sono più insicuri e paurosi dei propri figli.
L'intervista completa la trovate qui: repubblica/prandelliilproblemadellegiovanili.

Concludo queste riflessioni autocitandomi, versi tratti dalla poesia "Sul perché se Steve Nash fosse italiano voterebbe PD" - Una complessa semplicità - Edizioni del Faro.

...
Quando le aspettative
verso la gara degli adulti
sono fuori misura,
le conseguenze ricadono sui bambini.

2 commenti:

  1. da un articolo di Gianni Mura su La Repubblica:
    "quand'era al Cittadella Glerean faceva filmare dal suo aiutante non la partita ma le tribune, poi commentava il filmato assieme ai genitori (...)
    Esperimento del Sassuolo: la squadra esordienti (2004) (come i nostri Esordienti del basket nota mia) gioca senza allenatore. E' un'altra strada per maturare in gruppo.(...) Funziona cos: l'allenatore allena tutti i giorni, tranne quello della partita, quando va in tribuna e non comunica con i giocatori. (...) I giocatori della prima squadra sono coinvolti. A turno vedono le partite e le commentano con i giovanissimi colleghi... "

    Mauro sarebbe bello poterlo applicare sperimentalmente in una nostra Esordienti o Under. Che dici tentiamo assieme in due realtà diverse?
    Loris Munaron

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  2. Direi proprio di sì. Ora penso a come fare.

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