giovedì 14 luglio 2016

Una mattina serena

E' praticamente autunno. Non mi sto lamentando, è una constatazione. Vi dirò, mi piace molto questo clima e dedicherò la mattinata alla scrittura. Andrò avanti col mio romanzo. A proposito, vi faccio leggere un pezzetto, molto piccolo. Meglio che niente...


Camminarono a passo svelto e servì un po’ di tempo perché arrivassero a trovare la tranquillità della natura. Parlarono ognuno del proprio lavoro e tutti e tre convennero sul fatto che in ogni ambiente lavorativo, a parte l’aspetto economico, sempre e comunque fondamentale, le cose imprescindibili sono l’onestà e la voglia di migliorare. Si dicevano che troppo spesso, come nello sport, troppe persone provavano a fare  i fenomeni senza in realtà esserlo. Nascondendo i propri limiti con superbia e arroganza. Talvolta il tutto si poteva riassumere con un solo termine, ignoranza. I tre amici sentivano gli anni passare e con essi sfumavano le illusioni sulla natura buona e dolce degli esseri umani. Come disse Charlie a conclusione del discorso – il buon selvaggio è la definizione di un mito basato sulla convinzione che l'essere umano in origine fosse un "animale" buono e pacifico. Solo successivamente corrotto dalla società e dal progresso, è diventato così malvagio, perdendo il suo carattere nobile. Quel “gentiluomo della natura” ora non c’è più. E’ andato a fare in culo e con lui anche la sua gentilezza, tutto il Romanticismo e quell’ illustre di Jean-Jacques Rousseau. 
Luciano ci aggiunse una bestemmia, che i tre amici sapevano volesse dire – Concordo con te e con l’analisi che hai appena fatto sulla natura umana.
Caterino non disse nulla, continuò a camminare in silenzio, ormai madido di sudore. 

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