lunedì 29 maggio 2017

La generazione perduta

Buongiorno.
Prendendo spunto da un interessante articolo che completo trovate qui: libreriamo.it/lagenerazioneperduta, per parlare della famosa "generazione perduta", frase coniata dalla scrittrice Stein e che disse a Hemingway.
Lo stesso Hemingway mise in epigrafe nel suo primo romanzo, Fiesta del '26, proprio la frase della sua collega.
La famosa generazione perduta è composta da quel gruppo di scrittori americani che ha raggiunto la maggiore età durante la grande guerra e di questo gruppo hanno fatto parte, oltre a Hemingway, anche Scott Fitzgerald, John Steinbeck, T. S. Eliot, John Dos Passos, Waldo Peirce, Isadora Duncan, Abraham Walkowitz, Alan Seeger, Erich Maria Remarque, Henry Miller, Ezra Pound e Sherwood Anderson. 
Come si legge nell'articolo: Le storie prodotte da questi scrittori in questo periodo di grande fermento culturale sono diventate alcuni dei capolavori della letteratura del Novecento. Non a caso è proprio a Parigi che inizia la sua carriera letteraria Ernest Hemingway. Nella capitale francese venne infatti scritto Fiesta, in cui l’autore racconta dei suoi viaggi tra la Francia e la Spagna. Alla fine del 1921 Ernest aveva ventitré anni e venne mandato in Europa dal “Toronto Star” come corrispondente e inviato speciale... Decise poi di fermarsi a Parigi. Glielo aveva suggerito Sherwood Anderson, che fece in modo di metterlo in contatto con la scrittrice e critica statunitense espatriata Gertrude Stein, la quale gli avrebbe poi presentato James Joyce ed Ezra Pound.
...Gertrude Stein aveva un salotto nel sesto arrondissement frequentato oltre che da scrittori anche da promettenti artisti, quali Henri Matisse e Pablo Picasso. Un punto di ritrovo divenne la libreria Shakespeare and Company di Sylvia Beach, di cui lo stesso Hemingway, la Stein, Joyce e Pound furono assidui frequentatori. Sylvia Beach, la titolare della Shakespeare and Co., fu la prima ad avere il coraggio di pubblicare in volume l'Ulisse di Joyce, mentre in Irlanda e negli Stati Uniti la censura ne bloccava l’uscita.

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