Da oggi e fino a fine anno farò dei post in cui citerò il Bukowski, quando ne avrò voglia, si capisce, il titolo del post è preso da un suo libro di racconti scritti da metà anni quaranta fino a pochi anni prima della sua morte. In questo libri c'è un Bukowski irriverente e profondo, come sempre, ma anche filosofo e disincantato. L'ho ripreso in mano dopo qualche anno, quello che stavo leggendo mi annoiava, comunque non mi stimolava, quindi sono andato sul sicuro con il vecchio Hank. E' un libro che non dovrebbe mancare nella libreria di chi ama Charles, ma molti dicono solo di amarlo, in realtà non l'hanno mai letto...
Perché scrivi?
Scrivere per me è una funzione fisiologica. Senza mi ammalerei e morirei. E' una parte di noi come il fegato o l'intestino, altrettanto affascinante.
Il dolore crea lo scrittore?
Il dolore non crea niente, neanche la povertà. L'artista esiste già da prima. Quello che sarà di lui dipende dalla sua fortuna. Se ne avrà (parlando in generale) diventerà un artista scadente. Se non ne avrà diventerà un buon artista. In base ai contenuti dell'opera.
Azzeccare i cavalli vincenti, pag 41 - Charles Bukowski
Fonte: web |
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