Il titolo del post è anche quello della poesia, già edita nel libro In quanti siamo rimasti in questo caffè.
Mi pare che si abbini al video, se non siete d'accordo, peggio per voi. A me piacciono.
Mi muovo
ansioso
nella morsa
dei miei
impegni.
Con nessuno
che mi aspetta,
d’altronde
non ero partito con
i favori del
pronostico.
Ho sempre amato
le stazioni
dei treni
ed ora
che le frequento
spesso
trovo che trattino
le persone
come queste
meritano,
il tempo di vederle
arrivare
e ripartire
e tanti saluti.
Mentre io mi districo
nei miei
mille impegni
e nessuno che scommetta
un centesimo
su di un mio successo.
Loro,
le persone,
trattano le stazioni
come userebbero - usano -
le altre persone.
Le sfruttano, senza tanti
problemi.
A volte le dimenticano
o le ignorano,
senza sofferenze
o disgrazie,
un po’ come fanno con me.
E in quei momenti
pensano di metterci
umanità.
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