Buona giorno e buona settimana. 😎
Il mio consiglio di lettura #4 è questo. Ah, a proposito, non ditemi che non avete tempo per leggere... 😏.
L'uomo che piangeva in silenzio - 2017 - «Ogni romanziere, all’inizio, vuole scrivere poesie e, non riuscendoci, prova con i racconti, che sono la forma letteraria più difficile dopo la poesia. Poi, fallendo anche con quelli, l’unica cosa che gli resta da fare è mettersi a scrivere un romanzo».
Lo disse William Faulkner in un intervista rilasciata pochi anni dopo aver ricevuto l’ambito premio Nobel. Ne L’uomo che piangeva in silenzio Mauro Fornaro coniuga entrambi i generi, romanzo e racconto, in una struttura narrativa sorprendente. Lui stesso, da sempre autodefinitosi appassionato di racconti e ancor prima estimatore della letteratura americana, nasce come poeta. Dunque, il perfetto autore tratteggiato sessant’anni fa da Faulkner. Ma qui non c’è fallimento, c’è sperimentazione e voglia di misurarsi con gli autori preferiti, anche mettendosi a nudo.
Foto di copertina: Daniela Martin |
Il protagonista del romanzo è Charlie, giovane uomo in bilico, scrittore di un certo successo e, come tutti gli scrittori, attanagliato dall’ansia della scrittura stessa. Sempre Faulkner considerava gli scrittori come “creature sempre in lotta con i propri demoni” e perennemente insoddisfatte del proprio lavoro. Certo, anche Charlie ha i suoi demoni. Paradossalmente, è proprio la scrittura, “dolce signora che non ho mai abbandonato”, a salvarlo e a permettergli di tenere la testa fuori dal pelo dell’acqua. La scrittura e Anita, compagna paziente e saggia. E qualche vecchio amico su cui contare.
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