venerdì 24 luglio 2020

Qualcosa non mi quadra

Sicuramente qualcosa non mi quadra! Spesso mi sento dire "non ho tempo per leggere", scusa più o meno, molto meno, plausibile. Quello che mi aspettavo di leggere sui dati della lettura da marzo a maggio era un incremento dei lettori, "grazie" proprio al lockdown. Invece, cosa mi capita di leggere? Che i lettori durante la chiusura totale si sono dati alla fuga, o meglio, i teorici lettori. 
L'articolo completo lo leggete qui:repubblica.it/crolloletturadurantelockdown. L'indagine è del Centro per il Libro e la Lettura e dell'Associazione Italiana Editori. Persone molto più qualificate di me a parlare di lettura. Quello che dico io, e visto che faccio anche lo scrittore un minimo di peso ce l'ho, è che sicuramente gli italiani non amano leggere ma è anche vero che in Italia si fa ben poco per incentivare la ripresa di una attività fondamentale come è quella del LEGGERE

... emerge che durante gli ultimi mesi gli italiani hanno letto di meno, persino i cosiddetti "lettori forti"...
Persino le reti generaliste, negli spot del #restiamoacasa, avevano lanciato l’invito: nei giorni del lockdown, leggete il libro che non avete mai avuto il tempo di leggere. Ma non è andata così: durante la primavera della pandemia i lettori in Italia sono calati e così è calata la domanda di acquisto persino di chi prima del coronavirus era considerato un lettore forte, da oltre 12 libri l’anno. E’ la fotografia drammatica che emerge, realizzata da Pepe Research... 
Su 19 comportamenti monitorati dalla ricerca, riferiti agli ultimi due mesi, leggere è un’attività che si colloca tra l’undicesimo e il sedicesimo posto per tempo utilizzato, mentre crescono telefono, messaggistica, social network, televisione. Considerando maggio 2020, la percentuale di italiani dai 15 ai 74 anni che dichiara di aver letto negli ultimi 12 mesi almeno un libro (compresi ebook e audiolibri) è in calo di 15 punti percentuali rispetto al marzo dell'anno precedente e si attesta al 58%. Il valore scende di altri 8 punti percentuali (50%) quando si prendono in considerazione solo le letture degli ultimi due mesi, ovvero marzo e aprile. Chi non ha letto libri a marzo e aprile è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%. Tra chi ha dichiarato di non aver letto durante il lockdown, il 47% ha spiegato che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% il fatto di aver sostituito la lettura di libri con l’aggiornamento su varie fonti informative.  
I dati raccolti a maggio parlano anche di una forte riduzione del numero di lettori che hanno acquistato libri nei 12 mesi precedenti (sono il 35% nel 2020, erano il 63% nel 2019). Gli acquirenti che si definiscono forti lettori passano da 4,4 milioni a 3,5 milioni, con una flessione del 20%. A maggio 2020, i forti lettori hanno acquistato nei 12 mesi precedenti 30,2 milioni di copie, in calo del 45% rispetto al dato di fine 2019 (51,4 milioni di copie). Tra chi ha continuato ad acquistare, è cresciuta la percentuale di ebook e audiolibri: i lettori di libri cartacei sono il 53% nel 2020 (69% nell'anno precedente), mentre la lettura digitale è al 31% nel 2020 (26% nel 2019).
Come correre ai ripari? Una sola ricetta non c’è. Per Diego Marani, presidente del Centro per il Libro e la Lettura, per contrastare una tendenza he la pandemia sembra aver accellerato non basta più, come si è sempre detto, agire sulla scuola e sull’istruzione per formare i nuovi lettori: “Le famiglie, le imprese, le istituzioni a ogni livello devono essere coinvolte, anche con una rivalutazione della parola scritta nei colloqui di lavoro, nelle prove d'esame, nei concorsi pubblici”, pena un impoverimento culturale del paese irreversibile.
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Fonte: web
Ricardo Franco Levi, presidente dell’Aie, approfitta dell’occasione per chiedere un "sostegno diretto ai piccoli editori, i più colpiti dalla crisi Covid-19 e che, secondo un'indagine Aie, in quasi otto casi su dieci non escludono di dover chiudere i battenti già alle fine del 2020", e a lui si unisce Diego Guida, presidente del Gruppo Piccoli editori di Aie, appellandosi a governo e parlamento:  "Con il Dl Rilancio il Governo e il Parlamento hanno dato concreta e importante dimostrazione dell'impegno a sostenere tutta la filiera editoriale, con stanziamenti per gli acquisti delle biblioteche pubbliche, a favore delle librerie, per gli acquisti di libri da parte delle famiglie bisognose. Il quadro però non è completo se non mettiamo in sicurezza i piccoli editori di questo Paese, garanzia della ricchezza e diversità dell'offerta culturale" secondo Ricardo Levi. E aggiunge Guida: "Così come il Governo e il Parlamento hanno sostenuto le librerie, chiediamo che una misura simile sia adottata per le nostre aziende - spiega Diego Guida - che mai hanno chiesto aiuti diretti, così come il resto dell'editoria libraria italiana, ma che adesso si trovano in una situazione realmente emergenziale. Lo sviluppo culturale del Paese passa anche attraverso un'offerta editoriale il più variegata e amplia possibile e oggi, per poterla continuare a garantire, abbiamo necessità di un sostegno immediato”.

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