Ennesimo caso che ci fa riflettere sul fatto che negli States, per molte cose, sono più avanti di noi. Leggetevi questo articolo scritto da Camilla Sernagiotto (twitter/CamiSernagiotto), che parla delle little free library, interessante non tanto l'idea, non nuova, ma l'interesse e la diffusione del fenomeno.
Buona lettura!
Il tempo non aiuta.
E per una volta tanto non ci riferiamo a
quello atmosferico, che ha sequestrato l’estate 2013 in chissà quale
scantinato dimenticato da Dio, bensì ai tempi moderni.
Anche se quelli cui si riferiva Chaplin
erano datati anni Trenta, pure i nostri sembrano caratterizzati dagli
stessi identici gesti che ammorbano le società figlie della catena di
montaggio: gesti ripetitivi, spersonalizzazione, ritmi disumani…
Tuttavia i nostri, più che riferiti al lavoro, si ascrivono alla
mancanza di lavoro.
Sono i gesti ripetitivi dell’inviare
curricula vitae, entrare e uscire dai colloqui con la frase dantesca
perennemente in testa (lasciate ogni speranza), accettare stage non
pagati e umiliazioni di ogni tipo.
Ma, grazie al cielo, la sera ci consola un buon libro.
Eppure c’è chi è costretto a tagliare
tutte le spese superflue, tra cui quella letteraria. Perché è vero che
si tratta di cibo per l’anima, ma almeno l’anima non brontola e non
viene assalita dai crampi quando si resta a digiuno. Meglio pensare
prima allo stomaco, quindi.
Per far sì che almeno la letteratura non
sia più un problema quotidiano come quello del pane, è nato il progetto
Little Free Library (http://www.littlefreelibrary.org/).
Come indica in maniera eloquente il nome,
la filosofia che sta alla base delleLittle Free Libraries sta facendo
spuntare nei giardini di mezza America piccole librerie in cui chiunque
può prendere e lasciare un libro, in un circolo virtuoso di bookcrossing
all’ennesima potenza.
Targato Wisconsin e partorito nel 2009
dalle filantrope menti di Todd Bol e Rick Brooks, il no-profit project
più amato dai bibliofili a stelle e strisce sta riscuotendo un successo
strabiliante non solo in tutto il Wisconsin, ma in ciascuno stato
americano!
È arrivato addirittura nel cuore pulsante
newyorkese, Manhattan, dove a ogni angolo di avenue stanno sbocciando
teche cui attingere liberamente per prendere un testo.
Una vera e propria primavera letteraria
che si appresta a diventare una rivoluzione bella e buona; l’importante,
però, è il principio del “do ut des”: così come si prende bisogna dare,
ricollocando nelle varie mini-librerie un libro già letto, un doppione
che ci hanno regalato o il proprio titolo del cuore da condividere con
tutti.
E pian piano questa meravigliosa moda della Little Free Library arriverà anche in Europa e da noi, almeno così ci auguriamo!
Aspettando di veder germogliare nei vari giardini queste graziose biblio-cassette, abituiamoci a storpiare un vecchio detto.
Il libro del vicino è sempre più gradito.
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