lunedì 28 luglio 2014

La ballata dello stolto

In questa estate che sembra autunno, io scrivo quello che sono.
Inedita, scritta venedì.




Le parole
inutili
di chi si sente
scrittore
sono pericolose
come l’abuso
di farmaci
in occidente.

Ma la vita è fatta
di passioni
ti diranno,
così allora tutto sarebbe
giustificato.
Anche un pessimo libro.
E se fosse vera la balla
delle passioni,
sarebbe giustificato
l’essere in due a
volere una cosa
ma aspettare che sia l’altra
persona
a fare la prima mossa.
Stupido e inconcludente,
come voler sparare ma
non avere la pistola.

E danzare tra le braccia della morte.

Le persone che mi hanno
abbandonato sono talmente
tante che pure
il concetto di abbandono
soffre probabilmente di nostalgia
nei miei confronti.
E’  un po’ come cambiare
casa
e sei ancora da solo,
e balli, balli
e giri su te stesso,
o te stessa.
Tanto lo sai,
sei nato da solo,
sei rinato da solo
e lo farai altre mille volte,
e alla fine morirai,
sempre da solo.

E danzare tra le braccia della morte.

Mentre chi
si sente scrittore
continua imperterrito
a buttare parole
a caso
su di un foglio
e costruisce libri
senza rendersene conto.
Mentre io,
o scegli qualcun
altro
al posto mio
(abbandonami pure)
vivo nell’intemperanza
delle mie emozioni
e mi sento dire
“ci sarò sempre e voglio il tuo bene”.
Ma io non ci sarò per sempre
perché dovresti esserci tu,
e comunque io non mi sento uno scrittore,
lo sono.

E danzo tra le braccia della morte.

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