martedì 2 settembre 2014

Lullaby of New Orleans

Pubblico una poesia, non ancora edita, nata qualche tempo fa da un'idea di una amica.
Buona lettura.






Ognuno ha le sue prigioni,
mentali, fisiche
ma forse le prigioni sono ovunque.
Sta a noi evaderle.
Ognuno ci convive
ma chi ha abbastanza forza
riesce ad andare oltre.
Quando le pareti iniziano a restringersi, le facce diventano anonime
e tu diventi
“uno di loro.”

Quando lo specchio comincia a darti del tu
quando i marciapiedi ti provocano vertigini
e la strada sembra il tuo tappeto rosso
metti insieme il tuo bagaglio
e ascolta quel
blues che arriva da New Orleans.
Riempilo di ricordi,
speranze, parole, storie vissute e storie da vivere
riempilo di emozioni, musiche, liti, illusioni d’epoca,
domande e risposte.
Trovati un amico e comincia la condivisione, l’esplorazione.
Ascolta quel
blues che arriva da New Orleans.
Vai a caso, lascia le tue lacrime sul cuscino,
incontrati con la vita,
scontrati con il dolore, ruba l’amore.
Non avere una meta ma cento,
prova a ritornare perché il ritorno dà senso al viaggio.
Pensa a Polifemo e alla sua solitudine
e rispetta la solitudine altrui.
Che forse per te sarà
semplice egoismo.
Gira intorno al mondo
non girare con lui,
ma non perdere la testa,
vivi intensamente
e sii te, spesso.
Ascolta quel
blues che arriva da New Orleans.
Affrancati da te stesso e dall’attesa.
Per amare la vita bisogna tradire le aspettative.
Guardati intorno e guardati da chi si professa libero.
Il sapore della libertà è la paura.
Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla.
E non avere timore della tempesta,
una persone ansiosa
ha paura della quiete.
La tormenta, la tempesta,
sono vita,
come un padre che tiene in braccio
il proprio figlio
e tutto potrebbe finire.
Perché il tutto
è già successo.

Il mondo ti guarderà storto,
ma quel blues
di New Orleans
ti aiuterà
in questa notte tenebrosa
che sta arrivando
e domani rivedrai l’alba.
Non sei ancora
“uno di loro”,
avrai altri sogni
infranti
e altre delusioni
ma la tua vita
è la linfa vitale.

Quel bimbo
canta il blues di New Orleans,
mentre il padre
beve un whisky.
Ognuno ha le sue prigioni,
mentali, fisiche
ma forse le prigioni sono ovunque.
Sta a noi evaderle.
Ognuno ci convive
ma chi ha abbastanza forza
riesce ad andare oltre.
Quando le pareti iniziano a restringersi, le facce diventano anonime
e tu diventi
“uno di loro".

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