Eccoci con un'altra settimana di lavoro su SE VOLESSI ESSERE DISTURBATO. Il libro è ormai all'ultima rilettura, l'editore è in gamba e il lavoro finale sarà pronto a breve.
Intanto leggetevi un altro estratto.
Decise alle cinque del pomeriggio che l’hotel Luis non faceva più
per lui. La signora dell’albergo era molto gentile ma puzzava di vecchio e non
sapeva rifare il letto. Il figlio quindicenne era un moccioso rompipalle che
ascoltava tutto il giorno i Chemical Brothers. Musica odiosa e senza senso. La
figlia maggiore, avrà avuto sui 17 o 18 anni, era grassa e piena di brufoli,
gli aveva fatto numerosi regalini, era invaghita del forestiero. A lui,
sembrava una maiala bavosa.
Il proprietario dell’hotel, che era anche il padre di famiglia,
aveva solo una gamba e sapeva anche lui di vecchio. Chissà se usava lo stesso
profumo della moglie o se entrambi se ne stavano pian pianino andando. Pian
piano, in maniera graduale, come quando si nasce da dentro l’utero materno.
Evidentemente avevano iniziato dal puzzo. John, il forestiero, gli stava molto
antipatico, e probabilmente il vecchio aveva scoperto che gli aveva preso delle
birre senza pagarle. Facevano pure schifo, quindi dal punto di vista di John
erano alla pari.
Così uscì dalla stanza con la sola borsa che aveva, pagò e se ne
andò dalla loro vita. Per sempre. Camminò per dieci minuti buoni, poi entrò in
un bar. Poggiò la borsa per terra davanti al bancone e si sedette su uno
sgabello. Rimase un po’ da solo, a pensare sul da farsi. Poi, con malizia
felina, si sedette vicino a lui una donna. John, il forestiero, cominciò a
conversare con l’attempata, non le piaceva particolarmente ma sembrava molto
sicura di sé. Lei, una cinquantenne tutto sommato in buono stato e piacente,
gli sfiorò il ginocchio destro con una mano. Voleva portarselo a letto. Lui non
aveva molta voglia, ma prima si fece offrire da bere. Due birre e un Martini
bianco. Poi accettò l’invito senza molto entusiasmo, giusto per cambiare
registro.
...
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