Stanotte alle 3.50 leggevo un
racconto di Lovecraft, Il successore.
In TV parlano di un signore che non potrebbe candidarsi ma che vince lo stesso,
grazie anche ai voti di De Mita; di un altro che parla di ruspe e prende voti.
Mi pare troppo, spengo e senza disturbi leggo: “La gente dice che è matto, ma
innocuo. La sua stanza è piena di libri …, e ora dopo ora cerca di perdersi
nelle loro pagine. Alla vita chiede una cosa sola: non pensare. Per qualche
motivo il pensiero è per lui un qualcosa di orrendo, ed egli fugge come la
peste tutto ciò che può dare esca all’ immaginazione… Rifugge da amicizie e
compagnie, perché non ama sentirsi porre delle domande.” Mi rigiro un po’ nel letto, poi
finisco il racconto, spengo la luce e mi rimetto a dormire. Nessuno mi ha fatto
domande. Beatitudine.
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