lunedì 29 giugno 2015

La devitalizzazione

Sabato, durante la presentazione de Se volessi essere disturbato, mi è capitato di parlare di un racconto di cui di solito non parlo: La devitalizzazione. Il racconto è nato dal fascino che mi ha dato la devitalizzazione di alcuni miei denti. E' stato motivo di chiacchiere e anche di preso per il sedere da parte di quei cattivoni dei miei amici. Ve lo riposto integralmente.



Aprì la porta quasi di botto, si può dire con un certo nervosismo, si fiondò subito in ufficio e accese il pc. Finché aspettava che tutto fosse pronto, andò in bagno, fece quello che doveva fare, si sedette sulla poltrona di fronte al computer e si connesse. Aprì una delle sue tante mail e scorse velocemente la posta in arrivo, trovò quasi subito quello che gli interessava. Era una mail vecchia di due giorni. Era stata spedita dallo studio dentistico dove lavorava quella ragazza dagli occhi tristi e dall’aria vagamente depressa. Con la scusa della spiegazione di una devitalizzazione, operazione che conosceva benissimo visti i suoi studi di odontoiatria, cercò un contatto con la giovane donna. Intanto il primo obiettivo era andato in porto, Martha gli aveva risposto. Professionale e competente, le stesse impressioni che aveva avuto la settimana precedente quando si era recato allo studio dentistico dove lavorava come assistente del dottore Venice. La mail iniziava con i convenevoli di rito per poi proseguire con la spiegazione di quanto aveva chiesto all’assistente del dottore.
La devitalizzazione di un dente viene eseguita con la cura canalare, questa operazione consiste nell’asportazione della parte vitale del dente, ovvero, polpa, nervo, vasi linfatici e sanguigni, meccanicamente e chimicamente. La procedura consiste nelle seguenti operazioni. Innanzitutto, viene fatta la rimozione di tutto il materiale dentale danneggiato dalla carie fino al raggiungimento del pavimento del dente dove si può scorgere l’imbocco del canale radicolare. Successivamente, viene fatto l’alesamento o alesaggio, manuale o meccanico, quindi con l’ausilio di strumenti rotanti da inserire su manipolo chiamato micromotore e contrangolo, tramite strumenti canalari di vario diametro, lunghezza e morfologia, atti ad asportare tutto ciò che si trova nel canale dentale, attraverso un movimento di avvitamento e strappo. Le due operazioni che vengono fatte dopo l’alesamento, sono l’irrigazione e il lavaggio del canale. La soluzione usata è, preferibilmente, a base di clorexidina o, eventualmente, acqua ossigenata. Nel caso il dente sia particolarmente infetto, viene usato l’ipoclorito. L’ultima operazione, non sempre necessaria, dipende dallo stato del dente, è la medicazione. Viene eseguita con un prodotto, un agente chimico, che agisce come calmante, necrotizzante e disinfettante, eugenolo, cloro fenolo, pasta iodoformica. Nel momento in cui il canale, o i canali, è pulito e disinfettato, si procede alla chiusura degli stessi con un apposito cemento canalare, a base di endometasone o idrossido di calcio, e coni di guttaperca, una resina di origine naturale, a sigillo. Solitamente vengono fatti controlli radiografici durante la cura, a metà e alla fine, questo per verificare e quindi misurare che i canali siano stati alesati in modo completo. Fino all’apice del dente. Una volta devitalizzato, il dente potrà essere ricostruito con materiale composito estetico o rinforzato con l’ausilio di una corona protesica.   
Rimase molto colpito dalla professionalità a dalla cura con cui Martha aveva svolto il suo lavoro, pensò che era quasi un peccato ucciderla. Prese in mano il telefono, la chiamò e l’appuntamento venne fissato per il primo mercoledì del mese successivo, erano al 18 quindi mancavano 20 giorni. Trascorse quelle settimane di attesa spiando lo studio dentistico e gli orari sia di Martha sia del dottore Venice. Li spiò quasi tutti i giorni e per molte ore ogni giorno. Parcheggiava appena dopo lo studio, dove una vecchia siepe permetteva di essere abbastanza nascosto da poter osservare Martha e il dottore Venice senza essere minimamente notato. Annotò orari di uscita e di entrata e tutte le persone che si recavano per le visite. Notò che Martha i lunedì pomeriggio si presentava in studio ancora stanca e forse delusa dal week end, magari aveva lavorato anche il fine settimana in chissà quale pub, mentre verso metà settimana riacquistava vita e splendore e si vestiva più da donna e meno da adolescente depressa, come succedeva i lunedì. Pensò al fatto che era stato fortunato ad avere l’appuntamento di mercoledì. Annotò ogni cosa di lei, la borsa che portava a tracolla, il cellulare con la cover viola. Notò anche che il dottore difficilmente si tratteneva in studio dopo le sette e mezza di sera e che evidentemente era appassionato di auto di grossa cilindrata, visto che si recava in studio con un suv. Arrivò il giorno dell’appuntamento. Si presentò in studio con un certo anticipo. Venne fatto accomodare e aspettò sfogliando un Vogue di 4 anni prima. Arrivò il suo turno, il dottore e Martha furono molto cordiali e iniziarono la devitalizzazione che durò circa cinquanta minuti. Alla fine il medico disse che tutto era andato per il meglio anche se la prima parte della cura era durata parecchio. Gli diede appuntamento dopo circa otto giorno per completare il lavoro. Salutò il paziente, andò nel suo studio e uscì con una certa fretta. Gli sguardi di Martha e del paziente per un attimo si incrociarono. Lui, sentiva il ventre farsi incandescente e gli occhi riempirsi di sangue. Lei, aveva probabilmente realizzato che la sua vita era arrivata al capolinea. Il paziente avrebbe devitalizzato la parte vitale della sua anima e successivamente completato l’opera. Nessuna medicazione sarebbe stata utile alla sua causa. Martha iniziò a piangere e a tremare, si mise le mani alla bocca e poi sui capelli, iniziò a piangere, un pianto disperato e assoluto, il pianto dei pianti dopo il quale nessun altro pianto sarebbe servito. Cominciò a tremare e si raggomitolò in un angolo dello studio. Il paziente le si avvicinò, la guardò e iniziò ridere, un bel sorriso a 100 denti. Pensò al fatto che per terminare la devitalizzazione sarebbe dovuto andare da un altro dottore e avrebbe dovuto chiedere uno sconto. Le si avvicinò e mentre le metteva le mani al collo sorrise, il dottore e la sua assistente avevano impegnato cinquanta minuti per una devitalizzazione, lui avrebbe impiegato pochi minuti per far fuori una persona. Era così strana la vita e così cara una devitalizzazione.  




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