Sabato, durante la presentazione de Se volessi essere disturbato, mi è capitato di parlare di un racconto di cui di solito non parlo: La devitalizzazione. Il racconto è nato dal fascino che mi ha dato la devitalizzazione di alcuni miei denti. E' stato motivo di chiacchiere e anche di preso per il sedere da parte di quei cattivoni dei miei amici. Ve lo riposto integralmente.
Aprì la
porta quasi di botto, si può dire con un certo nervosismo, si fiondò subito in
ufficio e accese il pc. Finché aspettava che tutto fosse pronto, andò in bagno,
fece quello che doveva fare, si sedette sulla poltrona di fronte al computer e
si connesse. Aprì una delle sue tante mail e scorse velocemente la posta in
arrivo, trovò quasi subito quello che gli interessava. Era una mail vecchia di
due giorni. Era stata spedita dallo studio dentistico dove lavorava quella
ragazza dagli occhi tristi e dall’aria vagamente depressa. Con la scusa della
spiegazione di una devitalizzazione, operazione che conosceva benissimo visti i
suoi studi di odontoiatria, cercò un contatto con la giovane donna. Intanto il
primo obiettivo era andato in porto, Martha gli aveva risposto. Professionale e
competente, le stesse impressioni che aveva avuto la settimana precedente
quando si era recato allo studio dentistico dove lavorava come assistente del
dottore Venice. La mail iniziava con i convenevoli di rito per poi proseguire con
la spiegazione di quanto aveva chiesto all’assistente del dottore.
La
devitalizzazione di un dente viene eseguita con la cura canalare, questa
operazione consiste nell’asportazione della parte vitale del dente, ovvero,
polpa, nervo, vasi linfatici e sanguigni, meccanicamente e chimicamente. La
procedura consiste nelle seguenti operazioni. Innanzitutto, viene fatta la
rimozione di tutto il materiale dentale danneggiato dalla carie fino al
raggiungimento del pavimento del dente dove si può scorgere l’imbocco del
canale radicolare. Successivamente, viene fatto l’alesamento o alesaggio,
manuale o meccanico, quindi con l’ausilio di strumenti rotanti da inserire su
manipolo chiamato micromotore e contrangolo, tramite strumenti canalari di
vario diametro, lunghezza e morfologia, atti ad asportare tutto ciò che si
trova nel canale dentale, attraverso un movimento di avvitamento e strappo. Le
due operazioni che vengono fatte dopo l’alesamento, sono l’irrigazione e il
lavaggio del canale. La soluzione usata è, preferibilmente, a base di
clorexidina o, eventualmente, acqua ossigenata. Nel caso il dente sia
particolarmente infetto, viene usato l’ipoclorito. L’ultima operazione, non
sempre necessaria, dipende dallo stato del dente, è la medicazione. Viene
eseguita con un prodotto, un agente chimico, che agisce come calmante,
necrotizzante e disinfettante, eugenolo, cloro fenolo, pasta iodoformica. Nel
momento in cui il canale, o i canali, è pulito e disinfettato, si procede alla
chiusura degli stessi con un apposito cemento canalare, a base di endometasone
o idrossido di calcio, e coni di guttaperca, una resina di origine naturale, a
sigillo. Solitamente vengono fatti controlli radiografici durante la cura, a
metà e alla fine, questo per verificare e quindi misurare che i canali siano
stati alesati in modo completo. Fino all’apice del dente. Una volta
devitalizzato, il dente potrà essere ricostruito con materiale composito
estetico o rinforzato con l’ausilio di una corona protesica.
Rimase molto
colpito dalla professionalità a dalla cura con cui Martha aveva svolto il suo
lavoro, pensò che era quasi un peccato ucciderla. Prese in mano il telefono, la
chiamò e l’appuntamento venne fissato per il primo mercoledì del mese
successivo, erano al 18 quindi mancavano 20 giorni. Trascorse quelle settimane
di attesa spiando lo studio dentistico e gli orari sia di Martha sia del
dottore Venice. Li spiò quasi tutti i giorni e per molte ore ogni giorno.
Parcheggiava appena dopo lo studio, dove una vecchia siepe permetteva di essere
abbastanza nascosto da poter osservare Martha e il dottore Venice senza essere
minimamente notato. Annotò orari di uscita e di entrata e tutte le persone che
si recavano per le visite. Notò che Martha i lunedì pomeriggio si presentava in
studio ancora stanca e forse delusa dal week end, magari aveva lavorato anche
il fine settimana in chissà quale pub, mentre verso metà settimana riacquistava
vita e splendore e si vestiva più da donna e meno da adolescente depressa, come
succedeva i lunedì. Pensò al fatto che era stato fortunato ad avere
l’appuntamento di mercoledì. Annotò ogni cosa di lei, la borsa che portava a
tracolla, il cellulare con la cover viola. Notò anche che il dottore
difficilmente si tratteneva in studio dopo le sette e mezza di sera e che evidentemente
era appassionato di auto di grossa cilindrata, visto che si recava in studio
con un suv. Arrivò il giorno dell’appuntamento. Si presentò in studio con un
certo anticipo. Venne fatto accomodare e aspettò sfogliando un Vogue di 4 anni
prima. Arrivò il suo turno, il dottore e Martha furono molto cordiali e
iniziarono la devitalizzazione che durò circa cinquanta minuti. Alla fine il
medico disse che tutto era andato per il meglio anche se la prima parte della
cura era durata parecchio. Gli diede appuntamento dopo circa otto giorno per
completare il lavoro. Salutò il paziente, andò nel suo studio e uscì con una
certa fretta. Gli sguardi di Martha e del paziente per un attimo si
incrociarono. Lui, sentiva il ventre farsi incandescente e gli occhi riempirsi
di sangue. Lei, aveva probabilmente realizzato che la sua vita era arrivata al
capolinea. Il paziente avrebbe devitalizzato la parte vitale della sua anima e
successivamente completato l’opera. Nessuna medicazione sarebbe stata utile
alla sua causa. Martha iniziò a piangere e a tremare, si mise le mani alla
bocca e poi sui capelli, iniziò a piangere, un pianto disperato e assoluto, il
pianto dei pianti dopo il quale nessun altro pianto sarebbe servito. Cominciò a
tremare e si raggomitolò in un angolo dello studio. Il paziente le si avvicinò,
la guardò e iniziò ridere, un bel sorriso a 100 denti. Pensò al fatto che per
terminare la devitalizzazione sarebbe dovuto andare da un altro dottore e
avrebbe dovuto chiedere uno sconto. Le si avvicinò e mentre le metteva le mani
al collo sorrise, il dottore e la sua assistente avevano impegnato cinquanta
minuti per una devitalizzazione, lui avrebbe impiegato pochi minuti per far
fuori una persona. Era così strana la vita e così cara una devitalizzazione.
Per acquistare i miei libri, anche in versione ebook, potete consultare il sito dell' editore: www.edizionidelfaro.it o contattarmi a maurofornaro76@gmail.com.
Se non li conoscete:
Edizionidelfaro/Unacomplessasemplicità
Edizionidelfaro/Lafaticadinonpensare
Edizionidelfaro/Sevolessiesseredisturbato
facebook.com/maurofornaro (pagina ufficiale: facebook.com/MauroFornaro),
twitter.com/MauroFornaro
plus.google.com/MauroFornaro
mebook.it/MauroFornaro.
"Libreriamo book camp" nel sito libreriamo.it, cercate il mio profilo.
Instagram/maurofornaro.
Quello che non ho è un orologio avanti per correre più in fretta e avervi più distanti.
Fabrizio De André
Nessun commento:
Posta un commento