La scorsa settimana ho avuto un po' di tempo solo per me, sono riuscito a scrivere due racconti e ad iniziarne altri due. Uno dei racconti che ho completato si intitola come questo post, il motivo è che mentre lo scrivevo ero vicino ad un acero e a fianco di un gelsomino. Mi sembrava un bel momento, stavo bene con la natura. Sono un fighetto da pc, ma la natura mi ispira sempre molto. Merito dei miei genitori. Bravi loro.
Vi propongo una parte del racconto, la parte più poetica. Stasera mi passa per la testa tante volte la parola poesia, la vita è amore.
Buona lettura!
Il sole
illuminava quella fantastica montagna e lui sentiva la vita salirgli alla gola.
Alcune lacrime gli rigarono le guance ma nemmeno se ne accorse. Fermò l’auto.
Scese. Un fresco venticello gli accarezzò la folta barba. Si avvicinò allo
strapiombo. Chiuse gli occhi. Scesero altre lacrime. Questa volta le sentì, gli
entrarono fin dentro la bocca semi chiusa, erano molte di più rispetto a prima.
Anch’esse non gli perdonarono di essere quasi state inosservate pochi istanti
prima, una lacrima ha sempre un motivo. C’era un silenzio irreale, quasi che
finalmente il mondo si fosse fermato per capirlo, o magari solo per fargli un
piacere. Tutto sommato era una persona buona, pensava di meritarselo.
Attese
ancora un po’, dei momenti interminabili, il cielo era fermo. Solo le lacrime a
fargli compagnia, discreta e rassicurante. Poi arrivò, questa volta il vento
spinse più forte, sembrava quasi un amico e gli pareva di volare.
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