venerdì 18 maggio 2012

Eithinyoowuc, ossia UOMINI

Prima di leggere questo breve racconto, leggete il post La forza del sè sul blog di un mio caro amico: morenosilentwolfdeangelis.blogspot.it
E' la mia risposta alla sua bellissima storia, c'è un bel po' di attualità, come sempre, è triste pensare che la sua storia naturalistica sia così cinica al giorno d'oggi. Io la vedo così.

Questo è quello che successe a Vento che corre, dopo che si ritrovò in un paese strano, molto strano, nel 2012. Quasi improvvisamente scoprì che sapeva leggere quella lingua, molti gli avevano detto che era una lingua antica che discendeva da un'altra lingua, ancora più antica, la madre lingua di molti grandi personaggi famosi e intelligenti. Scienziati, scrittori, filosofi, medici e molto altro. Si trovò a leggere che le elezioni in Molise, evidentemente una zona di quel paese, fatte ben 12 mesi prima, ora non avevano più valore e dovevano essere rifatte. Pensò agli sprechi e alla corruzione. Lesse che i rappresentanti di quel paese, non riuscivano a decidere le pene per i corrotti, pensò al fatto che non doveva esserci questo problema. I corrotti non dovevano esistere e, nel caso, essere condannati da tutti. Arrivò alla decisione che, evidentemente, lui era ingenuo. Lesse di molti governanti che predicavano bene ma poi sfruttavano la nazione a loro piacimento. Non capiva, come poteva un uomo della "tribù" tradire proprio la sua comunità. Lesse che proprio quel paese, ripudiava la guerra ma, in un periodo di sacrifici e sobrietà, non rinunciava a 131 cacciabombardieri (DIFETTOSI) F35: un mutuo nazionale di 14 anni che costava 15 miliardi di euro. Come poteva uno stato non volere bene a se stesso? Lesse di scandali, di tutti i tipi, lesse di persone, più o meno famose, che provavano in tutte le maniere ad avere la meglio sui loro compagni. Lesse di cose indicibili, tutte drammaticamente vere.
Provato, stanco e deluso, si sedette sulla riva di uno dei pochi fiumi rimasti. Si mise le mani sulla testa, sospirò e iniziò a piangere. Pensò a Stella che ride, a Luce di luna, all'orso che le portò via da questa vita. Per un attimo ebbe la sensazione che la sua pazzia fosse benedetta e che l'orso gli volle bene. Erano finiti i tempi in cui si uccideva per fame e si diventava pazzi per amore. Il mondo era sempre lo stesso, gli uomini no. Non vedeva persone, nessuna freccia avrebbe potuto scalfire la roccia.

4 commenti:

  1. Grazie! Ci lavorerò un po' e diventerà un racconto.

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  3. La mia intezione sarebbe quella di raccogliere tutti i miei racconti e fare delle... storie brevi. Dall'alto della mia mostruosa ignoranza, sarebbe bello scrivere di quattro cagate.
    E farlo assieme?... :-)

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